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La Patria

segnalato da Nico Vernì

Il prof. Giovanni Vernì di Sannicandro di Bari (1916-2014), considerava la parola PATRIA sacra e soffriva tantissimo nel vedere i nostri politici – per tanti anni – impauriti e quasi restii a pronunciarla…

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Egli vedeva oramai di fatto decaduti non pochi valori fondamentali del viver civile (e della stessa sacralità della Storia umana)… e considerava strana, amara ed illogica la messa in quarantena di talune parole che meglio li rappresentano…
Tra le più bersagliate, le più osteggiate, le più incomprese e, anche, le più irrise, quasi che essa sia una sorta di appestato o di untore di manzoniana memoria da fuggire, da bandire o da relegare in un lazzaretto ad ogni costo, trovò, con sommo rammarico e stupore, la parola Patria (scritta con la maiuscola come la si scriveva nei periodi di maggiore fulgore).
Codesta avversione la valutava anche come mero voltafaccia, ostracismo, falsa convinzione ch’essa sia simbolo e coagulo di retorica…
A ben guardare, sembra che la nostra bella parola Patria abbia gettato le barbe nel fertilissimo terreno della nostra stessa civiltà, in quella civiltà greco-latino-mediterranea…
Per Giovanni la Patria impersonava, incarnava, rappresentava, uomini e cose della nostra piccola famiglia (padri, madri, nonni, bisnonni), ma anche cimiteri, chiese, monumenti, paesi, città, stato, territorio, capitale, gente, nazione, nome, bandiera, storia, glorie, memorie, tradizioni, passato, presente ed altro ancora; lui era convintissimo che Patria indica o viene a indicare il luogo dove sono nati e cresciuti i nostri antenati, i nostri amici, i nostri conoscenti; il luogo dove risiedono tutte le nostre persone più care, lo Stato cui è stato imposto il nome Italia.
Per questo, per Giovanni, era giusto e doveroso che ogni prevenzione nei confronti della parola “Patria” dovesse cessare; che l’odiosa quarantena o delegittimazione avesse finalmente fine e che questa magnifica parola tornasse a inquietare, a interrogare, a risplendere nella nostra lingua del fulgore della sua immensa sacralità, fatta di tre cose fondamentali:
– il senso dello Stato;
– la fedeltà ai valori nazionali;
– l’amore per la Bandiera;
senza più pregiudizi, senza tentennamenti, senza falsi pudori, senza preclusioni ideologiche, soprattutto e prima di tutto, in ogni momento.
La Patria – ce lo ha ripetuto – va onorata e rispettata sempre, in pace come in guerra, in umiltà e silenzio, secondo verità e giustizia.

Un commento

  • Paolo Baroni

    Caro Ezio ho imparato a chiamarla Patria dai miei genitori e così l’ho sempre chiamata e così continuerò a chiamarla, al di la del 4 Novembre, tutti i giorni.

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