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12.9.1943, l’affondamento del regio sommergibile Topazio e Gaetano Gallo

di Nicola Tucci

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nicola-tucci-per-www-lavocedelmarinaio-comIl 7 settembre ’43, alla vigilia dell’armistizio, il regio sommergibile Topazio lascia La Maddalena per andare a formare, con altri nove battelli, uno sbarramento nel Tirreno meridionale (“Operazione ZETA”) per contrastare le ormai prevedibili azioni degli Alleati.
L’8 settembre coglie il battello in quelle acque. Lo stesso giorno il Comando dei Sommergibili (MARICOSOM) ordina a tutti i battelli di cessare ogni ostilità, di immergersi subito a 80 metri e di riemergere alle 08.00 del giorno 9, rimanendo poi in superficie con la bandiera nazionale a riva e un pennello nero al periscopio, in attesa di ulteriori ordini; ordini che diranno di dirigere verso Bona (Algeria), avendo sempre ben visibili i segnali di riconoscimento. Cosa che, insieme con altri tre battelli (Diaspro, Turchese e Marea), il Topazio esegue puntualmente nei giorni 9 e 10, come risulta dalle testimonianze rese dai comandanti degli altri sommergibili. Poi, dalla sera del giorno 10, il battello non dà più notizie di sé.
Nel dopoguerra, dalla documentazione inglese si è appreso che il giorno 12, a circa 28 miglia a sud-ovest di Capo Carbonara (Sardegna), un aereo britannico ha attaccato, colpito e visto affondare rapidamente (nel punto di latitudine 38°39’N e longitudine 09°22’E) un sommergibile che navigava in superficie senza alcun segno di riconoscimento e non in rotta per Bona. Nessun superstite, anche se nel rapporto inglese si riferisce di aver visto alcuni naufraghi in mare.

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La fine del Topazio resta incerta. La cosa più probabile è che l’aereo inglese non abbia visto i segnali di riconoscimento, nonostante questi fossero esposti come prescritto, e abbia così commesso un tragico errore. Ma se il rapporto fosse corretto, perché il battello avrebbe ammainato i segnali e cambiato rotta – E perché dalla sera del 10, per due giorni, avrebbe rotto ogni contatto anche con gli altri tre battelli- D’altra parte, quand’anche avesse deciso, ad un certo punto, di non ottemperare agli ordini di MARICOSOM, perché si sarebbe fatto sorprendere in superficie – Il dubbio rimane.
Nel corso della sua vita operativa il regio sommergibile Topazio ha compiuto 41 missioni di guerra, percorrendo quasi 26.000 miglia.
Con il battello sono scomparsi:

– Ten. Vasc. Pier Vittorio CASARINI, Comandante
– Ten. Vasc. Bruno CIPRIANI, Ufficiale in 2ª
– Cap. G.N. Pietro GEMELLARO, Direttore di Macchina
– S.Ten. Vasc. Aldo MASCARDI
– Guardiamarina Nicola BATAZZI
– Asp. Guardiam. Alberto LAURO
– C°1^ cl. Aldo NICOLAI
– C°2^ cl. Pietro VIOLA
– 2°C° Ignazio CATALANO
– 2°C° Ludovico CICCARELLI
– 2°C° Bruno DALTO
– 2°C° Francesco LAVERSO
– 2°C° Tommaso MARINO
– Sgt. Carmine APOSTOLICO
– Sgt. Wilson BORDONI
– Sgt. Andrea CAFAGNO
– Sgt. Marco GIAMMANCO
– Sgt. Fausto PARMEGGIANI
– Sgt. Silvio SALZILLO
– Sgt. Umberto STEFANELLI
– Sc. Carmine BARRA
– Sc. Gennaro GALDI
– Sc. Pietro GUIDUCCI
– Sc. Eugenio MAMINI
– Sc. Giordano PIVA
– Sc. Quirino QUAGLIERI
– Sc. Giacomo TONIUTTI
– Sc. Antonio USAI
– Com. Sante ALBERTI
– Com. Eugenio BATTISTINI
– Com. Attilio BOREANAZ
– Com. Miro BUHA
– Com. Giuseppe CESARIA
– Com. Giuseppe COSENTINO
– Com. Bruno FERUGLIO
– Com. Emilio GAMBACURTA
– Com. Giuseppe GAMBARANA
– Com. Vincenzo GIOIA
– Com. Aldo LAGOMARSINO
– Com. Marico LAZZARINI
– Com. Gaetano MILONE
– Com. Luigi NOVELLINO
– Com. Bartolomeo RAFFAELE
– Com. Rino ROMANI
– Com. Giovanni SBLENDORIO
– Com. Orazio SGROI
– Com. Vito STUCCI
– Com. Bartolomeo TEDESCO
– Com. Antonio TUCCI
Onore a Loro!

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Gaetano Gallo
di Antonio Cimmino

PER GRAZIA RICEVUTA

12-9-1943-marinaio-gaetano-gallo-sommergibile-topazio-www-lavocedelmarinaio-com-copiaGaetano Rallo marinaio sommergibilista di Castellammare di Stabia, imbarcato sul regio sommergibile Topazio per tutta la durata delle ostilità, sbarcò fortunatamente pochi giorni prima dell’affondamento dell’unità.
Quell’errore di messaggistica gli salvò la vita.
Il regio sommergibile Topazio fu affondato da un aereo inglese il 12 settembre 1943 nel Canale di Sicilia
…4 giorni dopo la firma dell’armistizio!

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5 commenti

  • Claudio53

    Come noto esiste una Napoli sotterranea fatta di numerose gallerie che in tempo di guerra furono impiegate come ricoveri pubblici. Erano quasi tutte dotate di larghi ingressi con gradini bassi, uscite di sicurezza ed attrezzate con luce elettrica, sedili in pietra e servizi igienici. Secondo una stima potevano contenere circa 300.000 rifugiati.
    Uno dei maggiori rifugi, che poteva accogliere oltre 3000 persone era quello del quartiere San Ferdinando, in Vico Sant’Anna di Palazzo n. 52, dove accora oggi si trova l’ingresso. In uno di cunicoli c’era (e ci dovrebbe essere ancora oggi) un graffito disegnato sulla parete e raffigurante il Sommergibile Topazio.

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