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Il mistero in fondo al lago della regia torpediniera 19T

di Guglielmo Evangelista

Guglielmo Evangelista f.p.g.c. a www.lavocedelmarinaio.comE’ tradizione secolare che la Guardia di Finanza riceva dalla Marina Militare delle unità che, pur non essendo più adatte per una qualsiasi ragione per l’attività bellica, possono invece essere ancora validissime per il servizio di polizia.
Nell’ambito di queste cessioni a fine ‘800 il Corpo si arricchì di 9 torpediniere costruite in Gran Bretagna dai cantieri Thornycroft di Londra fra il 1883 e il 1885.
Erano piccole unità da 13,5 tonnellate e lunghe 17 metri, navi quasi nuove. A quell’epoca la torpediniera era considerata in tutte le marinerie un elemento di punta così che il loro sviluppo tecnico era stato rapidissimo, con un progressivo aumento della velocità e delle dimensioni, facendo invecchiare in poco tempo i modelli meno recenti.
La Regia Marina aveva assegnato, a ciascuna di queste piccole navi, un nome proprio; in genere di insetti, ma poi, a causa del numero sempre maggiore di unità in servizio, si decise di contrassegnarle semplicemente con un numero seguito dalla lettera iniziale del nome del cantiere di costruzione.
Delle 9 torpediniere di cui si è detto all’inizio tre unità vennero destinare al lago di Garda, tre al lago di Lugano e tre al lago Maggiore con base rispettivamente a Limone, Porlezza e Cannobio.
In relazione al servizio da svolgere presso la Guardia di Finanza vennero ovviamente smontati i lanciasiluri mantenendo il cannoncino da 25 mm e vennero dotate di un grande proiettore e di una nuova timoneria più spostata a proravia della precedente.
La Finanza le classificò come “incrociatori” una denominazione che era comune a quasi tutte le sua unità e non era assegnata a sproposito. Infatti oggi abbiniamo istintivamente a questa parola i ricordi della storia del ‘900, quando il termine designava una grande nave veloce e ben armata, ma non va dimenticato che l’etimologia è semplicemente quella di un’unità il cui compito è rastrellare le acque alla ricerca dell’avversario e, individuatolo, dargli la caccia approfittando della sua velocità.
Quindi il nome era tagliato su misura per le unità “anti contrabbando”, anche se erano di piccole dimensioni.
Sul lago Maggiore i traffici locali, a parte i piroscafi di linea, si svolgevano ancora con barche a vela o a remi di tipo tradizionale e il costante pendolare delle unità della Finanza, per chi naturalmente non avesse qualcosa da nascondere, rappresentavano una sicurezza e un aiuto nel caso di qualcuno degli incidenti o dei contrattempi tanto frequenti e imprevedibili quando si naviga su piccole imbarcazioni.

…Ma non ci fu nessuno che poté soccorrere la torpediniera 19T in quella notte del 8/9 gennaio 1896.

Regia torpediniera 19T f.p.g.c. Guglielmo Evangelista a www.lavocedelmarinaio.com

Tutte queste unità navali, finché da lì a pochi anni non sarebbe entrato a pieno regime il servizio navale della Guardia di Finanza, avevano equipaggi misti: otto marinai per la condotta della navigazione e della macchina, e quattro finanzieri per il servizio di istituto.
Quella notte la 19T, al comando del Capo nocchiere di 2^ classe Giovanni Sofra e con il Capo pattuglia della Finanza maresciallo Franchini, partì da Cannobio con a bordo oltre all’equipaggio il comandante della locale tenenza e un finanziere che sbarcarono a Valmara, proprio a ridosso della linea di confine, dove dovevano svolgere un’ispezione. Da lì la 19T proseguì verso il largo cominciando il suo normale servizio di pattugliamento lungo il limite delle acque territoriali italiane.
Era una notte incantata, di quelle che non raramente si possono avere sui laghi anche in pieno inverno: mite e luminosa. Le vette alpine sembravano a portata di mano nell’aria trasparente e più di un turista, nei lussuosi alberghi che sorgono sulle rive del lago, si sarà goduto quella splendida serata.
Ma non durò a lungo perché a mezzanotte il tempo cambiò: il cielo si oscurò e le onde incresparono sempre di più le acque finché si scatenò una vera tempesta, che provocò parecchi danni alle località rivierasche.
Dalla costa era facile vedere la posizione della 19T grazie al fascio di luce del suo proiettore acceso. Fu vista spostarsi verso terra per guadagnare un punto ridossato, ma poi il proiettore si spense improvvisamente e non vi fu più nulla.
Dalla caserma di Cannobio il finanziere di guardia seguiva le evoluzioni della torpediniera, probabilmente più per abitudine che per altro, ma quando vide scomparire quella luce si rese conto di quanto poteva essere successo e dette l’allarme: partì subito la sezionaria 21T per portare un soccorso ormai inutile: la torpediniera era affondata rapidamente, squassata delle onde.
Purtroppo non fu l’unico caso del genere registrato in Marina: il maltempo fu fatale a più d’una di queste piccole unità concepite solo per scopi offensivi e le cui qualità nautiche e logistiche lasciavano a desiderare.
Il quotidiano “La Stampa” di Torino dà però un’altra versione:
“…era di pattuglia la 21T e, rientrando a Cannobio piuttosto malconcia, vide che il posto della consorella era vuoto e riprese immediatamente il largo per ricercarla, pensando che la tempesta l’avesse strappata dall’ancora. Forse è una delle solite invenzioni dei giornali perché, altrimenti, a bordo della nave ormeggiata non ci sarebbe stato nessuno dato che gli equipaggi non vivevano a bordo. Tra l’altro il giornale, nelle diverse edizioni, parla ora di 14 e ora di 15 uomini di equipaggio”.
A questo punto, imprecisioni giornalistiche a parte, ci si domanderà: dov’è il mistero?
Eppure qualcosa di strano c’è: durante le ricerche, che proseguirono diversi giorni con l’intervento di tutte le navi disponibili, compresi i piroscafi di linea che interruppero il servizio affiancandosi alle unità della Finanza e un gran numero di barche private sia lombarde che piemontesi, non fu trovato nulla, ma proprio nulla. A testimoniare un naufragio rimangono sempre degli oggetti, pezzi di legno, macchie d’olio, effetti dell’equipaggio e purtroppo anche qualche corpo, ma nel nostro caso non fu ritrovato assolutamente niente.
Basterebbe al proposito guardare alcune immagini dell’epoca che mostrano su queste navi vari salvagente lungo le fiancate che, come si sa, sono sistemati apposta per essere facilmente sganciati …Nulla!
Eppure la nave doveva essere proprio lì, la costa era vicina e il lago, benché profondo, non ha un’eccessiva larghezza, ma gli scandagli non rivelarono niente.
Ma il mistero si infittisce negli anni recenti quando – forse con una discutibile curiosità – è invalsa la moda di ricercare relitti in mare o nei laghi, l’intera zona è stata perlustrata con strumenti modernissimi e infallibili usati dalla Marina Militare e perfino mini sommergibili, ma non è stata trovata la più piccola traccia dello scafo.
Abbiamo parlato qualche tempo fa della cannoniera Sesia affondata nel Garda (*): è ancora lì e nonostante i trecento e passa metri di profondità è stata esaminata e fotografata con relativa facilità. Le navi di Lissa sopravvivono sul fondo dell’Adriatico e lo sanno bene i pescatori che ci perdono le reti…perfino il Titanic è stato individuato.
Invece la 19T sembra che non sia mai esistita. La ricorda soltanto un piccolo monumento eretto nel 2006 a Cannobio.
Verrebbe da pensare a quei racconti che parlano di “buchi neri” o di alieni che si appropriano delle più svariate e impensabili cose terrestri per studiarle.
Ma questa è una storia troppo seria per lasciar correre la fantasia.

I Marinai del 19T - f.p.g.c. Guglielmo Evangelista a www.lavocedelmarinaio.com

(*) https://www.lavocedelmarinaio.com/2016/08/la-cannoniera-sesia-il-primo-mistero-italiano/

32 commenti

  • Roberto Tento

    Grazie Ezio per avermi informato ..ne.ero all’ oscuro di tutto..eretto un monumento e la 19 T e’ introvabile..misteri che vanno risolti prima possibile….Cari abbracci a te caro frà che ci illumini di notizie a noi sconosciute.⚓

  • Francesco Beltrami

    Io sono di Laveno, sponda lombarda del lago Maggiore. Della scomparsa di quella torpediniera mi parlava mio nonno, che pur era nato due anni dopo i fatti, quand’ero bambino. Anche a lui dovevano averne parlato i suoi vecchi.

    Ci sono altri episodi militari sul Maggiore, a me ha sempre colpito molto l’affondamento dei battelli Milano, Torino e Genova in diversi attacchi aerei Alleati tra il 25 e il 26 settembre 1944, episodi che sia mio nonno che mio padre, che aveva all’epoca 10 anni, hanno visto di persona.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buonasera Roberto Tento e buonasera Francesco Beltrami la storia è stata scritta (in questo caso pone interrogativi) da esimi intellettuali. Quelli come noi si pongono delle domande (come per esempio se veramente Garibaldi solo con 1000 uomini riuscì nella sua più storica impresa…) sicuramente nel leggere e rileggere teniamo presente le testimonianze come quelle tramandate dai provi avi e a volte, mi creda, c’è più verità nelle lettere e nei racconti tramandati ai figli che quelli lette e celebrate nei libri di storia.
    Grazie a voi per avere letto questo interessantissimo articolo di Guglielmo Evangelista.

  • Roberto Tento

    Deduco che la mafia esisteva allora al nord..nessuno ha visto e nessuno sa niente…anche se la Svizzera è ha poche miglia..se così fosse è contrbbando… è un mio punto di vista

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Roberto Tento carissimo, penso di concordare con la tua tesi e ti confesso che anch’io ho pensato alla stessa cosa.

  • Palombaro Nero

    Mistero del non ritrovo del relitto nel Lago del 19T….se scandagliata la zona con le nuove metodologie è impossibile non averlo individuato…Grazie Ezio per la notizia a me sconosciuta come penso alla maggior parte di noi.. è nostro dovere dare nuove notizie. Il Monumento è stato fatto ma non basta..

  • EZIO VINCIGUERRA

    🙂 ciao palombaro nero proprio così, in questo caso specifico il monumento da solo non basta…

  • Marinaio Leccese

    Ciaoo frà Ezio Pancrazio Vinciguerra.. Concordo con te..onorare i marinai che erano a bordo..dopo anni è il minimo che si possa fare..⚓

  • Carlo Gianotti

    La 18T era stata denominata “Locusta”. Guardia di Finanza e Marina da sempre hanno lavorato fianco a fianco, spesso in combattimento, condividendo sacrifici e atti eroici, come il dragamine RD 36, medaglia d’oro nella seconda guerra mondiale, armato con personale della Finanza, sul quale era imbarcato il comandante della flottiglia, T.V. M.O.V.M. Di Bartolo, della Marina. Sarebbe quindi stato bello e, secondo me, meritato, intitolare una nave anche alle Fiamme Gialle, come per antica tradizione si è sempre fatto con altre Armi e Corpi, vedi navi Fante, Geniere, Alpino, Carabiniere, Pontiere, Aviere, Artigliere …. La Finanza invece ha ricordato il T.v. Di Bartolo dedicandogli uno dei guardacoste classe “Meattini”.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buonasera Carlo Gianotti e grazie per questo commento testimonianza …penso che mi metterò alla ricerca delle altre della classe T della G.d.f.. Un abbraccio grande come il mare.

  • Francesco Carriglio

    Interessante,grazie all’autore per questa ricerca.Non ero a conoscenza dell’esistenza della Torpediniera 19T e della sua storia. Un saluto all’instancabile EZIO.

  • Adriano Del Bianco

    Questi piccoli racconti di storia rimangono sempre molto interessanti. Grazie Ezio

  • Roberto Tento

    Devo aver centrato il problema ..se così fosse Bisogna ricercare la 19 T E sapete la verità.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Francesco Carriglio una storia interessante su cui tuffarsi. Un abbraccio grande come il mare

  • Giuseppe Magazzù

    Ezio, ancora oggi attendo che mi sia comunicato chi fosse il comandante del DR 31. Ho posto la domanda al fior fiore dei nostri ‘ricercatori’. Finirà che applicherò il mio metodo di ricerca poiché, ad oggi, non mi è stato possibile ‘muovermi’ fisicamente …

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buonasera Giuseppe Magazzù,
    la storia del RD 31 l’abbiamo già scritta al seguente link:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/…/michele-mancanello…/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/…/lultima-ed-eroica…/

    Nell’Albo d’Oro della Marina Militare le unità minori ed i mercantili, su cui erano imbarcati i nostri militari, non erano specificati con il nominativo o numero dell’unità ma con una voce generica. A suo tempo riuscimmo ad individuare solo gli equipaggi degli RD 36 e 37 ma non gli altri. Ma siamo sicuri che il Comandante del RD 31 sia deceduto?
    Il convoglio fu distrutto tutto ma molti si salvarono a nuoto. In definitiva per vedere se si trovano i nomi dell’equipaggio del RD31 occorre andara all’Ufficio Storico della Marina.

  • Roberto Vittorio

    Sembra un racconto del triangolo delle Bermuda oppure hanno chiesto asilo politico alla Svizzera o che trasportavano parte dell’oro della banca d’Italia in gran secreto? Un’altro mistero inrisolto d’Italia

  • Giuseppe Magazzù

    Grazie Ezio. La storia della Flottiglia “De Bartolo” la conosco bene. Lo so che per approfondire bisogna andare all’ USMM, ma anche se scrivo non c’è una pronta risposta . Del Dr 31 viene solo indicato il Sottotenente comandante la squadriglia della quale faceva parte l’Unità, ecco perché io ho lanciato la domanda … eppoi non ho mai detto (scritto) che il c.te sia deceduto. Abbracci.

  • EZIO VINCIGUERRA

    grazie Marco il merito è di Guglielmo Evangelista… stiamo cercando di comprendere cosa sia successo. Un abbraccio

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