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Quando quel ritardo dal rientro della licenza mi costò due giorni, anzi tre giorni di punizione

di Roberto Orsini

…riceviamo e con immenso piacere pubblichiamo.

roberto orsini per www.lavocedelmarinaio.comBuongiorno Ezio,
fra i commenti nel suo blog ho letto, con molto interesse, il cognome Giunchiglia, un ufficiale che non ho mai dimenticato per la capacità che aveva di valutare gli uomini sotto il suo comando.
All’epoca ero imbarcato nave Po, Giunchiglia era Sottotenente di Vascello, Tenente di vascello era il signor Murat, che sostituiva Bensaja.
Il Comandante era il Capitano di Fregata Lino Mantovani, grandissimo marinaio che non era asceso ai gradi superiori in quanto diceva sempre quello che pensava.
Io ero sergente Nocchiere diplomato.
– “Orsini in plancia gridava” ad alta voce il comandante Mantovani. Mi recavo sul ponte dove lui mi attendeva. Scattavo sull’attenti:
– ”Comandi Comandante”; ”Al timone“.
A fine manovra, anche nei luoghi più inaccessibili delle isole, mi faceva i complimenti e mi ringraziava sempre per la bella manovra, sebbene di personale non avessi fatto proprio nulla: “eseguivo solamente i suoi ordini”.

Nave Po - www.lavocedelmarinaio.com

Il sottotenente Giunchiglia mi prometteva invece sempre qualche licenza premio per il lavoro svolto dai miei marinai, però aveva il vizio di non mantenere quello che, in un impeto di gioia, prometteva. La delusione era grande. Mi recavo nel suo camerino incavolato quanto mai e prendevo a cazzotti la porta.
Un giorno bussai alla porta del suo camerino, e con occhi truci mi disse:
– “Cosa vuoi Orsini?”,
Io risposi: ”la licenza per andare dalla mia fidanzata a Savona come ella mi promise”.
Era talmente simpatico e buono che il suo sguardo serio verso le persone che meritavano non durava a lungo:
– “Va beneeee!” esclamò e mi firmò la licenza elargendomi anche un cordiale sorriso.
Il rientro di quel permesso di licenza era previsto a mezzanotte. Mezza ora di ritardo feci.
Il Tenente Bensaja mi affidò 2 giorni di arresto semplice. Allora avevo 20 anni e, pur essendo militare, quello che pensavo lo dovevo dire:
– ”ma come per mezz’ora mi da due giorni di punizione?”. Mi rispose:
– “Erano due giorni, ora sono diventati tre”.
Grugnii dalla rabbia. Compresi però che non c’era nulla da fare. Mi piacerebbe raccontare altri episodi.
Un affettuoso saluto all’equipaggio della ”NAVE PO ” di tutte le epoche ed un ringraziamento a Ezio Vinciguerra che mi ha dato la possibilità di ritornare indietro nel tempo a ricordare questi simpatici episodi.

foglio-di-licenza-militare-fac-simile-www.lavocedelmarinaio.com_

31 commenti

  • bruno bardelli

    Caro Orsini abbiamo un gruppo che si chiama: Quelli di Nave Po Messina … creato dal Frà Di Marco Franco …se vuoi ti puoi smarcare e dialogare con il Comandante Piero Giunchiglia …..i miracoli non accadono solo la notte di Natale……e se hai altre storie noi del Po saremo felicissimi di leggerle. SC Rt. Di Nave Po. Anno 1966 sempre presente sino a quandi Dio piacerá

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Bruno V. Bardelli carissimo e stimatissimo, buona lettura e buona vita.

  • Renzo Ardemagni

    Mio figlio, in Marina, ha preso 3gg, perché ha accavallato le gambe in mensa.

  • Bruno V. Bardelli

    o in Marina ho preso 3giorni di consegna e sono rimasto a bordo per 15 giorni……era meglio il Cps….

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao carissimo Bruno V. Bardelli in verità penso che le cose più belle da raccontare siano quelle da voi vissute nel cosiddetto naviglio minore (che poi di minore non ha proprio nulla) perché si respirava e mi auguro si continui a respirare odore di famiglia.

  • Salvatore Lepre

    ci siamo capitati un po tutti……..alzi la mano a chi non è successo di essere rientrato con qualche ritardo.

  • Piero Giunchiglia

    …ma che bello…qui ci sono ex Marinai che parlano anche di me…..commovente….!!!!!!

  • EZIO VINCIGUERRA

    Si ringrazia Roberto Orsini e Piero Giunchiglia per questa testimonianza che, qualora ce ne fosse ancora di bisogno, mi fa comprendere quanto sia stato grande l’equipaggio di questa nave. Un abbraccio a tutti grande come il mare e anche come il vostro immenso cuore di marinai per sempre.

  • Federico Russo

    questo foglietto mi fa ricordare la più breve licenza che ho avuto 1+2 dalla caserma Bastianini della Maddalena per andare a Napoli qualcuno saprà certamente quanto tempo occorreva partiva già una giornata perchè la nave per Civitavecchia partiva alle 23 da Olbia e lascio a voi altri calcoli

  • Nereo Ambrosio

    Io…a furia di rispondere…una volta da un turno di consegna arrivai a 7 gg di C.P.S……Dopo imparai la lezione….

  • Bruno V. Bardelli

    Rispondo all’amico Ezio Pancrazio Vinciguerra. Caro Ezio ormai sono trasvorsi 50 anni dal mio imbarco sul PO e francamente non ho ancora compreso quale è stato il “collante”che ci ha unito e ci tiene uniti tuttora. Il Po non era una bella nave. Era scomoda per viverci e per lavorare.Non era ambita e chi aveva qualche pedina da giocare per riuscire a non imbarcarsi la giocava. Ma uns volta a bordo eri preso dai suoi tentacoli…..capivi che eri entrato a far parte di una squadra eccezionale. Non eri un numero eri un Marinaio vero con i tuoi limiti e con i tuoi pregi e difetti. Non so dirti come si stava a bordo delle Navi importanti …so solo dirti che a bordo del Po si lavorava tantissimo ad ogni ora del giorno e della notte. Quando rientravo dalla franchigia e salivo a bordo avevo la sensazione di essere a casa in un locale protetto e.amico.Nel gruppo l’unico comun denominatore é il Comandante Piero Giunchiglia gli altri Ufficiali o Sottufficiali variavano e si alternavano frequentemente e per noi di leva l’imbarco era max di un anno e più la categoria era specialistica , piú duravano i corsi e meno erano i mesi a bordo.Io ho fatto solo 11 mesi ma davvero alla grande.Ho incontrato uomini meravigliosi. Scusami se ti ho annoiato con questi discorsi ma sono certo che la tua sensibilità sarà in grado di cogliere perche NAVE PO è nei nostri cuori e rimarrà per sempre

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao carissimo e stimatissimo Bruno V. Bardelli e anche agli amici fratelli di nave Po. L’altro giorno nel commentare un lettera di un Ufficiale Superiore di Taranto, Giuseppe Orlando, circa il monumento ai Marinai di Taranto, ho risposto a lui ma anche ai lettori del mio blog affermando quanto segue:

    Quando ci lamentiamo, dobbiamo comprendere che ci siamo abituati a pensare in maniera superficiale.
    Tutto il malessere economico, sociale, morale, deriva da un unico fondamentale problema: la superficialità.
    Credo che ognuno di noi, oltre a porre quesiti, dovrebbe rispondere alla classica domanda “di chi è la colpa?”, con una sola e unica risposta: “La colpa è mia!”.
    Ogni volta che sono partito da questo presupposto, ho avuto quasi sempre ragione. E ogni volta su cui ho avuto il coraggio di ammettere le mie colpe, ho fatto un passo importante per la soluzione del problema, perché quando si addossano le colpe agli altri, si smette di cercare la soluzione del problema e si rimane superficiali.
    Nel caso specifico del monumento ai Marinai di Taranto, e anche della “piccola ma immensa nave Po – Mulattiera del mare” non siete stati superficiali ma portatori di sapienza: tutti i Marinai di buona volontà che hanno contribuito.
    Per quanto sopra, nel citare volutamente Piero Giunchiglia di cui mi onoro di essere stato alle sue dipendenze in tempi e luoghi non facili, reitero che siete stati marinai di buona volontà che hanno contribuito all’unità della Marina Militare che in questo periodo è gravemente ammalata di “superficialità”.

  • Roberto

    Mi farebbe piacere appartenere al gruppo nave Po di cui mi sento onorato di aver fatto parte come membro dell’equipaggio in qualità di sergente nocchiere!

  • Roberto Orsini

    Desideravo rimanere nel Nord Italia, la mia fidanzata era di Savona, invece come capitava all’epoca ai ragazzi privi di raccomandazione li spedivano il più lontano possibile dal proprio paese natale. E’ stato un bene, in quanto ho apprezzato quanto sia bello vivere nel Sud. Prima destinazione “R/re Titano” a Taranto. Di rimorchiatore quella unità non aveva proprio nulla: il motore inesistente ed una vistosa apertura del fasciame a poppa. Ormeggiato definitivamente vicino alla stupenda corrazzata “Raimondo Montecuccoli”, ormai in disarmo. Seconda destinazione: Maridepocar Taranto vicino al Mar Piccolo. Pur essendo sergente nocchiere, in quel reparto isolato al limite della bella pineta rivestivo il ruolo di capo di una piccola comunità di marinai. Li ebbi il piacere di conoscere un capo di prima classe che ogni due mesi si recava al ministero. Mi raccomandai a lui per avere il trasferimento sopra una nave di base alla Spezia. Terza destinazione: gruppo N. U. L. Sostituivo al centro operativo un secondo capo di leva, soggetto al corso “P”. Una sera cuffia all’orecchia, trascrissi sulla macchina da scrivere il mio trasferimento: NAVE PO a Messina. correva voce che quella unità era riservata a punire giovani poco disciplinati nella vita sociale. Niente di più errato. Certamente noi marinai non eravamo figli di papà, ma comunque ragazzi per bene!. Pur essendo sott’ ufficiale, i’ufficiale in seconda Bensaia, mi dette in mano la picchetta e mi costrinse ad un duro lavoro con quell’attrezzo dalla mattina alla sera. Li ebbi il piacere di conoscere i STV Giunchiglia. Non so a chi possano interessare queste notizie, è una forma di ringraziamento verso il sign. Ezio Pancrazio Vinciguerra ed il Sign. Bruno V, Bardelli a cui rivolgo i miei affettuosi saluti per avermi incluso nel gruppo NAVE PO.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Grazie a Lei Roberto Orsini per averci reso partecipe di questa gioia.
    Adesso sono certo che allaccerà i rapporti con i suoi Frà di nave Po.
    Un abbraccio grande come il mare ma anche come il suo cuore.
    p.s. se le navi fossero punitive come nave Po allora ci rimarrei punito a vita.

  • Antonio Esposito

    Se parliamo di punizioni mi rocordo che a bordo dell Airone per andare a Malta senza aitirizzazione mi beccai un massimo di rigore. Ne approfittai per prepararmi agli esami per essere ammesso al corso IGP

  • Bruno V. Bardelli

    Ezio Pancrazio Vinciguerra noi siamo sempre di ronda per accompagnare i marinai dispersi alla propria nave

  • Antonio Cimmino

    Cerco qualcuno di Nave VOLTURNO, gemella del PO,anno 1967.Finora non sono riuscito a trovare nessuno.Se c’è batta un colpo!
    Mi ricordo di due brave persone:il C.te C.F Grillone e il D.M. Brambilla Tenente del CEMM, del secondo T.V. Di Bella non ho un buon ricordo.
    Il VOLTURNO era una nave che ospitava diversi marinai “non particolarmente graditi” all’epoca come ad esempio, coloro che risultavano legati personalmente o familiarmente a partiti non di governo di allora
    Ero Sc Mc. del 1°/47 e tale sono rimasto per due anni -con una sola divisa invernale, divenuta lisa – nonostante il diploma di perito navale e due note caratteristiche “superiore alla media” e ad precedente superamento delle selezioni di AUCD. Ma erano altri tempi!

  • Mario Inferrera

    Sono stato attendente del comandante Lino Mantovani della nave Po’ come comandante in 2 il capitano Barat dai baffi alla austriaca cioè all’insù, ricordo il nome di un quardia marina Patti, una bellissima permanenza di otto mesi passati velocemente, ricordo di un attracco al porto di Reggio Calabria finito con lungo applauso della nave Volturno anche lei nave cisterna chi ricorda questo? Mi piacerebbe che ci sia qualcuno che leggerebbe questo è ricordare, un saluto a tutti. N.B un saluto particolare al figlio del comandante anche lui ufficiale Luca Mantovani.

  • Giuseppe D’Agostino

    Sono stato imbarcati su nave Po dal gennaio 1967 a Giugno 1968 col grado di sergente meccanico, il direttore di macchina era Tanconi un triestino a cui piaceva il vin. Se qualcuno si ricorda di me si faccia vivo

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