Attualità,  Che cos'è la Marina Militare?,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Racconti,  Recensioni,  Storia

Giovanni Pane e il regio incrociatore San Giorgio


di Renata Pane, Pancrazio “Ezio” Vinciguerra e Antonio Cimmino



Banca della memoria - www.lavocedelmarinaio.com
IL PRESENTE ARTICOLO NASCE DA UNA RICERCA CONGIUNTA E, SOPRATTUTTO, DALL’OSTINAZIONE DI ANTONIO CIMMINO CHE PER PRIMO HA NAVIGATO SULLA ROTTA DELLA BANCA DELLA MEMORIA DI MOLTI MARINAI DI UNA VOLTA SPESSO, MOLTO SPESSO, DIMENTICATI. DA QUESTE POCHE RIGHE E DA UN ERRORE DI NOME NASCE QUESTO ARTICOLO CHE LA SIGNORA RENATA PANE CI HA VOLUTO DEDICARE.

Giovanni Pane - www.lavocedelmarinaio.com
Giovanni Pane, Capitano di corvetta
di Antonio Cimmino
Nato a Castellammare di Stabia (Napoli) il 23.5.1898, Comandante in 2^ sul regio incrociatore San Giorgio, fu decorato “sul campo” a Tobruch con 2 Medaglie d’Argento al Valor Militare.
Adesso riposa in pace fra i flutti del paradiso ma ben ancorato nella Banca della Memoria dei marinai di una volta…i marinai per sempre!

Giornale D'Italia - dalla Provincia di Napoli - del 12 Marzo 1941

Giovanni Pane
di Renata Pane, Pancrazio “Ezio” Vinciguerra e Antonio Cimmino

…Ricevemmo e con infinito orgoglio pubblicammo.

Caro Ezio, è solo da qualche mese che ho avuto la fortuna di scoprire questo magnifico sito e non c’è volta che aprendo il pc non vada a leggere qualche nuova pagina!
Per me ricordare significa anche poter tramandare tramite testimonianze quei valori (purtroppo oggi un po’ scomparsi) che mi sono stati insegnati da marinai per sempre come mio padre e mio nonno. ti offro quindi tutto il mio sostegno e riguardo a questi “illuminati di niente” mi vengono in mente le parole di Virgilio a Dante…
FAMA DI LORO IL MONDO ESSER NON LASSA; MISERICORDIA E GIUSTIZIA LI SDEGNA: NON RAGIONIAM DI LORO, MA GUARDA E PASSA”.
Nel complimentarmi vivamente con Lei per il magnifico lavoro svolto, (non può immaginare l’emozione nel trovare finalmente traccia della figura di mio padre che per anni ho ricercato navigando in internet). Le invio in allegato due fotografie dell’epoca: una tratta da una pagina del Giornale D’Italia – dalla Provincia di Napoli – del 12 Marzo 1941 e l’altra dal libro “La nave misteriosa S. Giorgio” di M.Paturzo (libro originale!) affinché possa (se lo ritiene opportuno) inserirle nel suo articolo. Sempre in allegato troverà anche dei brani di una lettera che mio padre scrisse alla propria madre e che io trovo estremamente commovente.
Questi erano gli uomini di una volta!!!
Un cordiale saluto ed un caldo augurio di Buona Navigazione!!
Renata Pane
(Inviato il 06/11/2014 alle 17:54)

Buongiorno Signora Renata,
chi meglio di Lei può comprendere il vero significato di “banca della memoria” in ricordo del nostro caro estinto Giovanni che per un nostro errore abbiamo erroneamente celebrato in questi anni come Domenico.
Dio e Lei, carissima Renata, ci avete perdonato per questo errore, per questo piccolo peccato, ed è a Lei e al carissimo Domenico che dedicherò l’articolo che segue in risposta alla bella mail che ci onora di ricevere, così come ci onora la sua amicizia, la sua compagnia, il suo affetto e l’amore per i nostri Eroi.

Giovanni Pane, capitano di corvetta f.p.g.g. Renata Pane a www.lavocedelmarinaio.com

Cos’è la colpa, cos’è la pena?
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Ezio-Pancrazio-Vinciguerra-www.lavocedelmarinaio.com_10A volte in noi si genera un senso di colpa che spesso comporta una pena.
Colpa e pena vanno a braccetto: la colpa è il nostro peccato e la pena è la sua conseguenza.
Colpa e pena sono paragonabili ad una ferita che anche dopo aver smesso di sanguinare continua a darci dolore. Il peccato è la ferita dell’anima e anche dopo il pentimento e l’assoluzione sacramentale rimane una debolezza perché siamo fragili e, come tale, rischiamo che la ferita non rimarginata, si riapra.
Le cicatrici a tal proposito ci confermano di non rinnegare il peccato e Dio, con la sua capacità di amare, non chiede vendetta ma purificazione dell’anima, la nostra.
Lui non è venuto per curarci le ferite del corpo ma quelle dell’anima facendoci comprendere, con la sua crocifissione, il suo amore per tutti noi creati da Lui a sua immagine e somiglianza.
Il pentimento è il segno del cambiamento, è l’Agnello di Dio, e la Croce è la caparra del perdono.
Dio ci fa comprendere proprio in questo giorno, vivendo senza complessi e senza traumi, insieme agli altri fratelli e sorelle, che se anche ci mancano le persone a noi più care, Lui ci ha donato la Grazia che è l’amicizia nel prossimo e l’amicizia nel prossimo è la Sua Grazia, in una parola sola: l’amore.
Un abbraccio grande come il nostro mare e il nostro Amore
Ezio

Giovanni Pane Medaglia d’Argento al Valor Militare
“sul campo”

23.5.1898-Giovanni-Pane-e-la-regia-nave-San-giorno-www.lavocedelmarinaio.com_Comandante in 2° dell’unità, in continui e terribili attacchi del nemico, dallo scoppio delle ostilità dava all’intero equipaggio inconfondibile esempio di abnegazione, di prontezza e di coraggio, infondendo nel personale tutto quello spirito di tenacia e di ardimento che rende possibile gli eroismi.Durante l’incursione aerea in forze del 9 settembre, allorché l’unità veniva raggiunta da varie bombe incendiarie, sotto la persistente attività del nemico e l’intensa reazione del tiro contraereo della difesa locale, si prodigava nella messa in opera del servizio di sicurezza ed assicurava prontamente l’estinzione degli incendi scoppiati a bordo, dando magnifica prova di assoluto dominio di se stesso, di profondo sentimento del dovere e di alto sprezzo del pericolo”.
(Tobruch, 9 settembre 1940) – (Determinazione dell’8 ottobre 1940) – (R.D. 29 gennaio 1942)
Incrociatore San Giorgio

II concessione “alla memoria- sul campo”

23.5.1898-Giovanni-Pane-capitano-di-corvetta-www.lavocedelmarinaio.com_“Comandante in 2° di incrociatore dislocato in piazzaforte marittima oltremare, di cui è stato per lunghi mesi invitto baluardo di difesa, assolveva in ogni occasione con bravura i propri compiti.
Venuta a mancare la possibilità di ulteriore resistenza ed impone dosi la necessità di abbandonare la nave dopo averne predisposta la distruzione, tornava più tardi a bordo col comandante ed altri animosi per assicurare la totale distruzione della nave, ove venne sorpreso dall’esplosione del deposito munizioni centrale che provocava spaventoso incendio dilagatesi sul mare per la nafta incendiaria.
Nella tomentosa situazione creata dalle fiamme e da esplosioni di munizioni in coperta dava alto esempio di sentimento del dovere”
(Tobruch, novembre 1940 – 22 gennaio 1941) – ( Determinazione dell’8 ottobre 1941) – (Decreto C.P.S. 25 luglio 1947).

Un commento

  • michele cristiano

    anche mio padre era inbarcato sul san giorgio spesso mi ha parlato della sua nave ora non e piu con noi.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *