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1.4.1942, affondamento della regia nave Giovanni Delle Bande Nere

a cura Pancrazio “Ezio” Vinciguerra, Carlo Di Nitto, Pasquale Mastrangelo, Stefano Piccinetti e Francesco Venuto.

Banca della memoria - www.lavocedelmarinaio.com
La regia nave Giovanni Delle Bande Nere era un incrociatore leggero varato presso i cantieri navali di Castellammare di Stabia (Napoli) il 27.4.1930.
La nave fu affondata dal sommergibile Urge il 1° aprile 1942 a largo dell’isola di Stromboli.

1.4.1942 affondamento Regia nave Giovanni dalle bande nere - www.lavocedelmarinaio.com

Giovanni D’Adamo
a cura Carlo Di Nitto (Presidente gruppo A.N.M.I. Gaeta)

Marinaio Cannoniere Giovanni D’Adamo, di Tommaso e di De Meo Maria Civita, Croce di Guerra al V.M., disperso nell’affondamento del Regio Incrociatore “Giovanni delle Bande Nere” il 01 aprile 1942.
L’unità, colpita da due siluri lanciati dal Smg. inglese Urge, si spezzò in due tronconi ed affondò immediatamente con gran parte dell’equipaggio. Mar Mediterraneo, a circa miglia 11 per 144° dall’isola di Stromboli.
Era nato il 19 giugno 1920 a Castellonorato.
(foto p.g.c. della Famiglia)

1.4.1942 Giovanni D'Adamo - www.lavocedelmarinaio.com

Tancorre Vincenzo, marinaio di una volta come me, come noi…

di Pasquale Mastrangelo

Pasquale Mastrangelo per www.lavocedelmarinaio.comCarissimo Ezio,
come promesso giorni fa, ti allego una scheda riepilogativa relativa al Meccanico Navale Tancorre Vincenzo (mio compaesano), perito a seguito dell’affondamento della regia nave Giovanni delle Bande Nere.
Ti allego altresì un file contenente la foto da Allievo della Scuola Meccanici di Venezia, copia di una lettera inviata ad un suo amico nell’imminenza della fine del Corso da Allievo (prima di imbarcare) e della cartolina che è l’ultimo suo scritto prima dell’affondamento, praticamente sei giorni prima!
Nel rileggere la lettera scritta al suo amico sono rimasto molto colpito dalle parole che un giovane di 19 anni sentiva di scrivere. Parole dettate dal senso di appartenenza, dallo spirito di corpo, dall’amore per le istituzioni ed il senso di Patria. Abbiamo tanto da imparare da queste frasi, soprattutto tanti giovani di questa epoca che si divertono a distruggere auto, vetrine e colpire nel cuore le Istituzioni.

Lettera di Tancorre Vincenzo Marinaio (p.g.c. a www.lavocedelmarinaio.com)
So’ per certo che saprai come tuo solito valorizzare questa grande testimonianza secondo i tuoi canoni e so’ di mettere “il tutto” nelle migliori mani possibili.
Ho anche suggerito ad Aldo Capobianco cognato del TANCORRE (*) la tua amicizia su facebook. A lui puoi tranquillamente rivolgerti per eventuali altre informazioni al riguardo.
Ti rinnovo i sentimenti di amicizia e stima e ti ringrazio per il privilegio di esserti amico.
Pasquale Mastrangelo.

Tancorre Vincenzo, nato a Gioia del Colle (Bari) il 7.7.1923. Frequentò la scuola per meccanici di Venezia. Perì a seguito dell’affondamento della regia nave Giovanni delle Bande Nere il 1° gennaio 1942. Fu dichiarato disperso il giorno successivo.
(*) https://www.facebook.com/aldo.capobianco.54

Tancorre Vincenzo, marinaio - (f.p.g.c. della famiglia a www.lavocedelmarinaio.com)
Nota della redazione
Giovanni Dalle Bande Nere era un incrociatore Leggero varato a Castellammare di Stabia il 27.4.1930. Partecipò alla Guerra dei Convogli e alla Seconda Battaglia della Sirte.
Il mattino del 1° aprile 1942 lasciò Messina diretto a La Spezia scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra.
Alle ore 09.00, a undici miglia da Stromboli, le navi vennero intercettate dal sommergibile britannico Urge.
Un siluro spezzò in due lo scafo e l’unità affondò rapidamente, trascinando con se 381 Marinai su 507 uomini dell’equipaggio. Fra di essi c’era anche Nicola Verdoliva nato a Castellammare di Stabia il 5.12 1916 che risultò disperso in mare. Di Lui non abbiamo nessuna foto a corredo di questo articolo ma siamo certi, ovunque si trovi con i suoi Frà che non fecero più ritorno all’ormeggio, che adesso riposano in pace fra i flutti dell’Altissimo.

Regia nave Dalle Bande Nere - www.lavocedelmarinaio.com
Quel giorno del 1° aprile 1942
narrato da Guido Piccinetti (*)

Guido-Piccinetti-www.lavocedelmarinaio.com-copiaQuesta è la storia di Guido Piccinetti, giovane fanese classe 1919, con la passione profonda per il mare, la pesca e la cucina marinata, socio storico della nostra associazione e memoria storica della città di Fano. Il racconto è stato dettato al figlio Stefano, direttamente narrato da Guido che riviveva, con occhi lucidi, i momenti drammatici e memorabili della guerra dal 1939 al 1945.
Vorrei ricordare mio padre, salpato per l’ultima missione il 2 luglio 2015 all’età di 95 anni.
Penso che abbia fatto una buona vita sia come uomo che come Cristiano. Era buono e, soprattutto, era un marinaio nell’anima, dignitoso e fiero, come sono gli uomini di mare.
Ciao Guido “Marinaio per sempre”.
Stefano Piccinetti

Il 15.12.1939 fui chiamato alle armi ed arruolato nella Regia Marina.
Come prima destinazione ebbi Venezia presso le Scuole C.E.M.M. (Corpi Equipaggi Militari Marittimi), situata a Sant’Elena, dove fui addestrato ed istruito con la categoria Fuochista di Bordo.
Dopo circa 40 giorni fui destinato a Taranto ed imbarcato sul regio cacciatorpediniere Giovanni delle Bande Nere che in quel periodo era ai lavori in arsenale nel Mar Piccolo nella base navale di Taranto.
Stavamo rientrando da Tripoli da una scorta convogli, eravamo nel Golfo della Sirte con un forte mare al traverso e dopo qualche giorno di navigazione siamo entrati nella base navale di Messina.
La sosta durò qualche settimana nei quali facemmo servizi di guardia, poi il Comando di bordo decise di andare a La Spezia per i danni subiti dal maltempo.
Salpammo alle ore 06.00 del 1° aprile 1942, era una bella giornata di sole e il mare era buono. Eravamo circa all’altezza delle isole Eolie vicino Stromboli e le condizioni del mare mi invitarono a riposarmi al centro nave, così mi coricai sopra i lancia siluri. Ad un tratto sentii un gran scoppio che mi sollevò in aria, poi più nulla fino a ritrovarmi a circa 20 – 30 metri dalla nave. Al contatto con l’acqua ripresi i sensi e mi guardai intorno, vedevo solo fumo e sentivo le urla e i lamenti dei miei compagni, percepivo il sangue colarmi dalla testa e vidi una leggera ferita alla gamba destra, ma mi rassicurai capendo che non era niente di grave.
Dopo qualche ora in balia delle onde, vidi mio cugino Ivo che era in difficoltà poiché non aveva il salvagente; nuotando faticosamente lo raggiunsi e gli diedi il mio salvagente, così ci siamo aggrappati a una latta di plastica per mantenerci a galla.
Poco dopo la zona fu sorvolata da un aereo dell’Aviazione Italiana che ci sganciò i salvagenti individuali.
Dopo circa 8 – 9 ore in balia delle onde, venne on nostro soccorso il regio cacciatorpediniere Maestrale, il quale ci fornì le prime cure a bordo e ci portarono a Messina dove sono stato ricoverato all’ospedale militare Santa Margherita per circa 10 giorni. Al termine del ricovero in ospedale ebbi una breve licenza per recarmi a casa per riabbracciare i miei genitori, per poi ripartire verso la nuova destinazione alla polveriera di Malcontenta provincia di Venezia. Successivamente fui fatto prigionieri dai tedeschi e deportato in Germania nel campo di concentramento per prigionieri di Fraureuth provincia di Werdau in bassa Sassonia. Ebbi la fortuna di lavorare fuori dal campo, in una falegnameria, il titolare e Sindaco del paese si chiamava Wully Smithe, fu la mia salvezza. Alla fine della guerra nell’agosto 1945 tornai in Patria.
Questa è sommariamente la mia storia, le emozioni e le sofferenze forse non si possono cogliere in queste due righe, ma ancora oggi mi commuovo continuamente al pensiero di quello che hanno visto i miei occhi e al ricordo delle urla dei miei compagni, naufraghi di un mare senza colpa ma complice nel destino.

Stefano-e-guido-Piccinetti-per-www.lavocedelmarinaio.com-copia

(*) Nato il 20.12.1919 e residente a Fano.
Oggi unico superstite del regio cacciatorpediniere Giovanni dalle Bande Nere, decorato con Croce al Merito di Guerra, in data 29 luglio 1947.
Guido Piccinetti è salpato per l’ultima missione dalla sua Fano il 2.7.1915.

1.4.1942, il sommergibile inglese Urge tagliava in due il regio incrociatore Giovanni Dalle Bande Nere

di Francesco Venuto

Buongiorno Ezio,

Le invio, se le può essere utile, un mio servizio pubblicato da Giornale di Sicilia nel 1991 e da altri giornali in seguito cordiali saluti, Francesco Venuto ex sergente radiotelegrafista (di leva).





Questo articolo è dedicato, per grazia ricevuta, a Paolo Puglisi.

Francesco Venuto per www.lavocedelmarinaio.comSTROMBOLI – Cinquantuno anni fa, il primo aprile del 1942, al largo dell’isola di Stromboli due siluri lanciati dal sommergibile inglese “Urge” tagliavano in due l’incrociatore “Giovanni Dalle Bande Nere”.
Varata nel 1931, la nave effettuò, tra il 10 giugno 1940 e la data del suo affondamento, 15 missioni di guerra, percorrendo in tutto circa 35 mila chilometri. Tra gli ottocento uomini imbarcati sull’incrociatore, quel primo aprile c’era Paolo Puglisi, 75 anni, baffetti alla Clark Gable rimasti neri come ai tempi in cui stava per ore chiuso nella torretta numero 4, pronto ad azionare i cannoni del Bande Nere.
L‘enciclopedia “La Seconda Guerra Mondiale”, curata da Arrigo Petacco, liquida in un paio di righe l’affondamento dell’incrociatore. Secondo Puglisi, in realtà, vi furono delle circostanze quantomeno sospette per cui le cose non andarono per il verso giusto. Inoltre tra i marinai superstiti dell’affondamento, si parlò con insistenza di una “spiata”, partita proprio da Messina, sui movimenti della nave e sulle sue condizioni di navigazione.

Giovanni Dalle Bande Nere
«Il Bande Nere partecipò alla seconda battaglia della Sirte -ricorda Puglisi- Tornavamo alla base di Messina dopo una navigazione con il mare fortissimo, tanto che due caccia-torpediniere, il “Lanciere” e lo “Scirocco”, colarono a picco per il maltempo. Il nostro incrociatore era piuttosto malconcio e molte erano le avarie che il comandante Lodovico Sirta aveva dovuto annotare sul libro di bordo. Arrivammo nello Stretto con ben 48 ore di ritardo, e con la consapevolezza che il destino della nave era il bacino di La Spezia, dove sarebbero state eseguite le riparazioni.
Così infatti fu deciso dal comando della Regia Marina Militare, e qualche giorno dopo aspettavamo con ansia l’ordine di mollare gli ormeggi. Il Bande Nere lasciò il porto di Messina il primo aprile 1942 -racconta Puglisi- dopo sei giorni di incomprensibili rinvii. Erano le sei del mattino, due caccia e alcuni ricognitori aerei controllavano che lungo la nostra rotta non vi fossero battelli nemici.

Marinaio Paolo Puglisi (f.p.g.c. Francesco Venuto per www.lavocedelmarinaio.com)
Tutto filò liscio sino alle nove, all’ora di colazione, di solito un panino con la mortadella o il provolone.
Eravamo al largo di Stromboli, un sommergibile inglese lanciò un primo siluro, il Bande Nere si inclinò di almeno trenta gradi, un minuto dopo arrivò il secondo e definitivo lancio dell’”Urge”, la nave si aprì in due e cominciò ad affondare rapidamente. Io non ebbi il tempo di gettarmi subito in mare, come buona parte dell’equipaggio. Ero infatti ai “pezzi da 100”, proprio nella zona colpita dai siluri. Riuscii comunque a liberarmi dei vestiti e, aggrappandomi alle “traglie”, i passamano, finii sott’acqua trascinato dal risucchio della nave che stava inabissandosi. A sette-otto metri di profondità, non riuscendo ormai a risalire avevo abbandonato ogni speranza di salvarmi. La visione di mia madre e una miracolosa bolla d’aria mi spinsero di nuovo verso la superficie dove sembrava aspettarmi l’idrovolante delle nave capovolto, attorno ai cui galleggianti erano aggrappate almeno settanta persone.
Pioveva, si cercava di resistere a tutti i costi, di non mollare la presa. In molti alla fine furono vinti dalla stanchezza, dall’acqua gelida e dal dolore per le gravi ferite riportate. Cinque ore dopo arrivò il cacciatorpediniere “Libra”, che raccolse i superstiti e i marinai morti.
Il mare era diventato nero per le tonnellate di nafta fuoriuscite dai serbatoi del Bande Nere. Io fui sistemato tra i morti, perché all’atto di essere recuperato persi i sensi, la confusione del momento fece il resto. Mi svegliai tra la meraviglia dei siluristi, non ricordavo nulla, non ci vedevo più, ero diventato cieco.
Poi mi dissero che era stata la nafta, anche il mio corpo del resto era bruciato per essere rimasto molto tempo a contatto con il carburante. Tornati a Messina, in un primo tempo non fu riconosciuta la mia infermità, ed anche per questo mi misero in prigione. Dopo qualche giorno però fui rimandato a casa, mentre agli arresti ci andò l’ufficiale che aveva ordinato la mia carcerazione. Il sole lo rividi dopo un mese».

Paolo Puglisi (f.p.g.c. Francesco Venuto per www.lavocedelmarinaio.com)

38 commenti

  • Antonio Micaglio

    Mio Padre Agostino Micaglio era cannoniere sul Giovanni della Bande nere.Decorato con croce di guerra si è salvato dalla tragedia solo perchè ,durante la sosta a Messina,era stato ricoverato nel locale Ospedale.Conservo documentazione anche fotografica.Morto nel 1988.Sto per pubblicare la sua vicenda su un libro in via di ultimazione.Il figlio Antonio

  • Codaro Alessandro

    Anche mio suocero Bassa Guerrino, che purtroppo non ho conosciuto personalmente, era imbarcato su quella nave, mia suocera mi diceva che era puntatore e che non parlava volentieri di quanto aveva passato, quello che so è che aveva un amico che in acqua anche lui era annegato perché colpito alla testa da un pezzo di legno caduto dalla nave, purtroppo non so altro, mi ha fatto piacere leggere questo articolo. grazie

  • vincenzo

    Marinaio Mazzocchio Alfio affondato sulla nave “Giovanni dalle Bande nere” mio zio mi piacerebbe che fosse ricordato anche lui.

  • Giorgio Eterno

    Avrei piacere che venisse ricordato il mio caro prozio Salvatore Eterno, Maro’ imbarcato nell’incrociatore Giovanni dalle Bande Nere, e dichiarato disperso a seguito dell’affondamento della nave nel 1942. Sappiamo solo questo.

  • Rosario

    Ciao Giorgio anch’io sono pronipote di Salvatore Eterno ( penso siamo parenti) mi parla spesso dello zio

  • Giorgio Eterno

    Ciao Rosario!
    Sono il figlio di Orazio Eterno, figlio di Vincenzo, fratello maggiore di Salvatore Eterno.
    Ho sempre sentito parlare dello Zio Salvatore disperso nella Giovanni Dalle Bande Nere e sto cercando piu’ notizie.
    Ho trovato il suo nome nell’archivio della Marina dove viene dichiarato come disperso.
    Mi piacerebbe avere piu’ notizie sulla sua vita e la storia dall’arruolamento agli ultimi giorni di vita.
    Mio padre lo ricorda sempre con molto affetto e mi racconta della sua ultima licenza a Vittoria prima di rientrare a Messina a reimbarcarsi che ando’ a trovarlo a casa sua.
    Ho recuperato delle foto in divisa.
    Mi piacerebbe inoltre trovare qualche parente di un suo commilitone che possa aver sentito parlare di lui.
    Saluti

    Giorgio Eterno

  • Antonino Tumminia

    Mio padre, Giuseppe Tumminia, siciliano, era uno dei Cannonieri della Giovanni dalle Bande Nere, quel 1° aprile del 1942, ( sic proprio una pesce d’aprile), era fra i naufraghi. Mi raccontava che si era salvato con altri 40 marinari sopra un pezzo di sughero che galleggiava, e rimasti per 4 ore in quel mare gelido, in attesta di essere ripescato con gli altri sopravvissuti. Sul ponte della nave che li salvò (non ricordo il nome della nave), c’erano tutti i suoi compagni morti, distesi in fila sul ponte. Le macchie di petrolio o nafta che avevano bruciato i suoi piedi rimasero lì per parecchio tempo. Quanto io a 18 anni partii militare mi ritrovai marinaio e fui destinato al Ministero della Difesa, a Roma, lavoravo negli uffici del Ministero, segretario dattilografo, nell’ufficio di una sezione (che ometto) con un Ten.Col., un Maresciallo, un Tenente, con il loro aiuto riuscii a fare avere a mio padre la Croce di Guerra che meritava e che il Ministero non aveva mai rilasciata, forse perché mio padre non sapeva cosa fare per ottenerla, assieme a quell’attestato gli spedii una foto della “Bande Nere”; venni a sapere dopo, che pianse tanto nel rivederla, pensando ai suoi amici morti.Mio padre ormai non c’è più, ma sulla stanza dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, c’è ancora in cornice la sua Croce di Guerra, con la sua foto di allora e la Giovanni dalle Bande Nere, che mi rendono orgoglioso di mio padre, per l’uomo e il marinaio che è stato.
    Antonino Tumminia

  • ezio

    Buonasera signor Antonio,
    grazie di questa sua commovente testimonianza che, col suo permesso, vorrei pubblicare
    il 1° aprile p.v..
    Le chiedo, qualora acconsentisse, di inviarmi su questa mail (data e luogo di nascita di suo padre e, se fosse salpato per l’ultima missione, anche del decesso per poterlo ricordare annualmente nella banca della memoria del blog) qualche foto di suo padre e dell’attestato e anche sua per pubblicarla.
    Sono certo che la testimonianza darebbe un senso più compiuto alla memoria di suo padre e, non per ultimo anche al suo cuore di Marinaio per sempre (avendo servito la Marina).
    Nell’attesa di un suo riscontro riceva gradito un abbraccio grande come il mare e, come dicevo sopra, del suo cuore immenso di Marinaio e figlio di Marinaio per sempre.
    Ezio Vinciguerra

  • Rosario Lombardo

    Ciao Giorgio io sono figlio di Maria Giunta, di Caterina Eterno, sorella di Salvatore Eterno.
    Rosario Lombardo

  • Cosimo

    Buongiorno, sono il nipote di Cosimo Guarini, uno fra i tanti Eroi marinai di 21 anni, disperso nell’affondamento del GdBN.
    È con profonda commozione che rivolgo un pensiero al mio congiunto (di cui porto il nome) che è stato sempre presente nei ricordi di mia madre e di mia nonna che per tutta la sua esistenza ha indossato abiti neri e una medaglia, con la foto del figlio, al collo.
    Il ricordo dei tanti giovani che nel fiore della loro giovinezza hanno donato la vita per un “credo”, deve farci riflettere….

  • Antonino Gennaci

    Io sono il figlio del marinaio Gennaci Pietro di Palermo. Mio padre si salvò grazie a Dio.

  • Piccinelli Pierangelo

    Buongiorno, sono Pierangelo Piccinelli nipote di Angelo Piccinelli,anche lui imbarcato come fuochista sul GdBN e purtroppo mai tornato a casa.
    Volevo lasciare un pensiero a tutti coloro che sacrificarono la loro giovane vita ….

  • Alessandro Conigliaro

    Sono il figlio del sottocapo cannoniere Conigliaro Giacomo. Sono nato ad agosto del 1941. Non ho conosciuto mio padre disperso il 1.4.1942. Non ho mai saputo niente di Lui.

  • Montanari Silvio

    Sono il figlio di Luigi Montanari imbarcato sul Giovanni dalle Bande Nere.
    Io sono nato il 2 Agosto 1942 e non ho potuto conoscere mio papà.
    In compenso ha una sua notevole raccolta di sue fotografie imbarcato su questa nave.
    Ora riposa nel Sacrario di Cristo Re a Messina, dove in questi giorni andrò a trovarlo, sebbene io abito nel nord Italia.
    Casualmente ho scoperto il vostro sito e se possibile vorrei essere informato costantemente.
    Grazie

  • Azzollini Francesco

    io sono francesco figlio di luigi Azzollini di Molfetta imbarcato sul Giovanni dalle bande nere nel giorno dell’affondamento del 1 aprile 1942 e salvatosi per puro miracolo ,era tanto orgolioso di essere stato marinaio del Giovanni delle bande nere ,è deceduto sabato 14 luglio 2018 all’età di 97 anni,forse l’ultimo dei superstite.

  • Bentivoglio Roberto

    Salve, Tofanetti Erculiano era fratello di mia nonna, gardesano della provincia di Brescia aveva nel suo destino due possibilità: essere arruolato nel corpo degli alpini o nella regia marina.
    Venne imbarcato sul Giovanni dalle bande nere e solo ora scopro che la sua scomparsa in guerra è probabilmente legata all’ affondamento della sua nave.
    Di lui purtroppo non ho mai saputo niente e conservo solamente una fotografia in divisa con un viso angelico e il berretto da marinaio con la la scritta Giovanni dalle bande nere.
    Lo ricordo con commozione.

  • Alfio Massimino

    Cercando tra le carte di miei parenti ormai morti ho trovato una cartolina Postale delle forze armate inviata dal maro Rosario di Pino (m8422I) dalla Giovanni delle ben mare a questo mio zio.

    La data della cartolina è 22 Aprile 1941 prima dell’affondamento.
    Nella cartolina è citata una filastrocc Che racconta le gesta della nave.Vorrei inviarvene copia .

  • Paolo Ciuffreda

    Mi chiamo Paolo Ciuffreda e vivo a Manfredonia – FG- Sono il nipote di Antonio Di Tullo imbarcato anche lui sul Giovanni delle Bande nere e disperso in quel fatidico 1 aprile 1942. Mia madre Maria, sorella di Antonio, e mia nonna non hanno mai raccontato molto di quella tragica vicenda. Vi prego di farmi avere qualche informazione in più di questo mio zio morto da eroe del mare.

  • ezio

    Buongiorno signor Ciuffreda,
    la consigliamo di mettersi in contatto con Ministero Difesa – Persomil Roma
    e richiedere per prima cosa l’estratto matricolare di Antonio di Tullio.
    Un avolta ricevuto il documento, siamo vostra disposizione per altri chiarimenti e quesiti
    storici.
    Un abbraccio grande come il mare della Misericordia e anche grande come il suo cuore di
    nipote.

  • vincenzo serio

    desidero ricordare il marinaio castillett, siciliano e zio di una mia antica fidanzata. era appena smontato dalla guardia notturna ed era andato a dormire. disperso in mare.

  • vincenzo serio

    desidero ricordare il marinaio siciliano Castillett, zio di una mia antica fidanzata. era appena smontato dalla guardia notturna ed era andato a dormire sottocoperta. disperso in mare.

  • Marisa Medea

    Impressionante pensare che mio padre Medea Angelo era imbarcato nella GIOVANNI DELLE BANDE NERE. Si salvò ma non raccontava molto dell’affondamento ,ma sono certa che il ricordo di quella atroce esperienza lo accompagnò per tutta la vita

  • Claudio spano

    Salve, sono il pronipote di Filippo Lo Piparo, saldatore del Giovanni dalle Bande Nere. Dato per disperso quell’1 aprile. Pare che fosse in pausa quando un collega gli chiese di far cambio con lui per poter mangiare un panino, mio zio riscese sottocoperta e non se ne seppe più nulla. Sua madre a quell’ora del mattino senti un forte ronzio all’orecchio capendo che a suo fosse successo qualcosa. Mia madre, peraltro, nacque nel ’57, in netto anticipo della gravidanza, il 1° aprile.
    Ci fossero ulteriori notizie mi piacerebbe sapere di più. Grazie a tutti per le testimonianze.

  • Emiliano

    Egregio signor Ezio,
    Mi chiamo Emiliano, e sono un pronipote di uno dei dispersi del Giovanni delle Bande Nere. Non so che grado avesse, ma si chiamava La Maestra Francesco. Sin da piccolo guardavo con curiosità la croce di guerra incorniciata a casa di mia nonna, sorella per l’appunto di questo mio parente deceduto e disperso in seguito all’affondamento dell’incrociatore.
    È di questi giorni la notizia dell’avvenuto ritrovamento del relitto della nave proprio li dove fu silurata, ad una profondità di circa 1600 metri. Non nascondo l’emozione di mia madre in particolar modo ( molto legata da affetto per questo suo zio) e del sottoscritto, per la notizia del ritrovamento del relitto.
    E dato che non abbiamo granché in merito a notizie o foto del nostro parente, e dopo aver letto tutti i commenti ed in particolare quello del Signor Montanari Silvio datato 13 maggio 2018 ore 19.04, mi chiedevo se fosse possibile ricevere documenti o foto dell’epoca.
    Gliene sarei davvero grato, e renderebbe mia madre felice.
    Grazie per l’attenzione ricevuta, cordiali saluti.
    Emiliano

  • Ezio Vinciguerra

    Buongiorno signor Emiliano,
    grazie per la testimonianza.
    Per quanto concerne la sua richiesta si rivolga:
    – per foto e materiale storico (libri, ecc. ecc.) all’Ufficio Storico della Marina che ha sede in Roma, presso il comprensorio militare della Caserma “Angelo Paolucci”, sito in Via Taormina n. 4. – Telefono/Fax: 06-3680-7220
    oppure all’indirizzo e-mail: ufficiostorico@marina.difesa.it
    L’Ufficio Storico, come tutti gli istituti dello Stato in possesso d’archivi, non effettua ricerche per conto terzi.
    L’Ufficio Storico, per la consultazione di tutta la documentazione, è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì previo appuntamento telefonico ai nr. 06/36807233 oppure 06/36807227 (per l’Archivio Storico) – 06/36807234 (per l’Archivio Fotografico).

    Per le informazioni relative al passato militare di una persona, le richieste vanno inoltrate alla:
    Direzione Generale del Personale Militare
    5° Reparto – 11ª Divisione – 2ªSezione (Ufficiali), tel. 06/517050173
    5° Reparto – 11ª Divisione – 4ªSezione (Sottufficiali e Truppa), tel. 06/517050187
    Gli uffici si trovano in Viale dell’Esercito, 186 – (00143) ROMA
    Un abbraccio grande come il mare della Misericordia
    Ezio Vinciguerra

  • Emiliano

    Grazie mille signor Ezio, tra l’altro ne ho parlato stamani con mia madre, lei ovviamente contenta mi ha fatto ritornare alla mente i racconti di mia nonna, la quale affermava che la causa del decesso di una buona parte dei marinai della Giovanni delle Bande Nere, tra i quali vi era questo mio prozio, non furono tanto i siluri e il successivo affondamento della nave stessa, bensì le bombe degli alleati sganciate in mare per contrastare la Urge, le quali per la forza dirompente e le onde d’urto spezzarono la schiena ai malcapitati che si trovavano in acqua.
    Ovviamente sono racconti di chi non era presente sul luogo, ma che hanno ascoltato dalle voci dei sopravvissuti.
    Comunque la ringrazio nuovamente per l’attenzione dimostratami e per le informazioni che mi ha dato e le auguro una buona giornata.
    Saluti.
    Emiliano

  • GERARDO CHIARIELLO

    MIO PADRE,NUNZIO CHIARIELLO E’ MORTO IL 08.04.2014.ANCHE LUI FACEVA PARTE DELL’EQUIPAGGIO.CON ORGOGLIO HA RACCONTATO PIU’ VOLTE LA STORIA.SI SALVO’ E VENNE RECUPERATO IN MARE DOPO OTTO ORE.
    RACCONTAVA CON ORGOGLIO DELLA NAVE, DEI SUOI AMICI E, IN PARTICOLARE DI ORESTE D’AGRESTI DI AGNONE.LUI NON SI SALVO’,FU RISUCCHIATO DALL’INCROCIATORE.MIO PADRE L’HA RICORDATO PER TUTTA LA VITA.

  • LOCCI MICHAEL

    Buonasera,mi chiamo Locci Michael ,mio zio Fiorenzo Locci , sottocapo Cannoniere fu imbarcato sul Regio Incrociatore Giovanni delle Bande Nere che morì in seguito all’affondamento della stessa..Ho ancora una sua copia del diario di bordo ,è un paio di fotografie..Vorrei che fosse ricordato insieme ai suoi commilitoni.Grazie mille.

  • Ezio Vinciguerra

    Buongiorno carissimo e stimatissimo signor Locci,
    con molto piacere pubblicheremo nella banca della memoria, a sua firma e col suo consenso, sul blog
    lavocedelmarinaio, il ricordo di suo Zio Fiorenzo Locci, aggiungendola alle altre testimonianza per
    non dimenticare mai il loro estremo sacrificio.
    Se desidera aggiungere qualcosa di suo, un suo ricordo, il ricordo nelle parole di chi lo ha conosciuto, ecc. ecc.;
    invii il materiale alla seguente mail eziovinciguerra@gmail.com
    Riceva un abbraccio grande come il mare della Misericordia e grande come il suo cuore caritatevole di nipote.
    Ezio Vinciguerra

  • Giuseppe Mazzocchio

    Salve sig. Ezio,
    Ho sempre sentito parlare della Giovanni dalle bande nere,come l’incrociatore che rese mio zio Alfio Mazzocchio il mio eroe, lo zio mai conosciuto e mai più ritrovato che peri’ in quel tragico 1°Aprile del 1948, ormai tutti hanno dimenticato ma io,sessantatreenne no, mio padre Vincenzo mi parlava sempre di questo fratello,il migliore diceva, il più forte e audace che mi è rimasto nel cuore, chissà perché con tanta benevolenza, fosse stato vivo,almeno nei primi anni della mia vita, mi avrebbe sicuramente raccontato tanto, e se potessi avere qualche notizia tanto negata alla mia famiglia e licenziata con una scritta lapidaria sul monumento ai caduti Disperso il 1° Aprile del 1948, quasi uno scherzo tragico per quei nonni Vincenza e Giuseppe che mai ebbero a rassegnarsi fino alla morte…

  • Ezio Vinciguerra

    Buongiorno signor Mazzocchio,
    grazie per la testimonianza.
    Per quanto concerne la sua richiesta si rivolga per foto e materiale storico (libri, ecc. ecc.):
    – Ufficio Storico della Marina che ha sede in Roma, presso il comprensorio militare della Caserma “Angelo Paolucci”, sito in Via Taormina n. 4. – Telefono/Fax: 06-3680-7220
    oppure all’indirizzo e-mail: ufficiostorico@marina.difesa.it
    L’Ufficio Storico, come tutti gli istituti dello Stato in possesso d’archivi, non effettua ricerche per conto terzi.
    L’Ufficio Storico, per la consultazione di tutta la documentazione, è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì previo appuntamento telefonico ai nr. 06/36807233 oppure 06/36807227 (per l’Archivio Storico) – 06/36807234 (per l’Archivio Fotografico).

    Per le informazioni relative al passato militare di una persona, le richieste vanno inoltrate alla:
    Direzione Generale del Personale Militare
    5° Reparto – 11ª Divisione – 2ªSezione (Ufficiali), tel. 06/517050173
    5° Reparto – 11ª Divisione – 4ªSezione (Sottufficiali e Truppa), tel. 06/517050187
    Gli uffici si trovano in Viale dell’Esercito, 186 – (00143) ROMA
    Un abbraccio grande come il mare della Misericordia.
    Ezio Vinciguerra

  • Anche mio padre faceva parte della nave Giovanna delle bande nere si chiamava Carmine De Felice ed era sergente maggiore mitragliere. Ogni volta che raccontava la sua storia si rincogliva il petto, ne andava molto fiero di quella nave.iva

    Mio padre De Felice Carmine era sergente maggiore mitragliere, della nave Giovanna delle bande nere. Quando eravamo bambini è ci raccontava la storia della nave era motivo di orgoglio parlare,

  • Lombardo rosario

    Ciao Giorgio Eterno appena vado in Sicilia cerco da mia zia documentazione e foto di zio Salvatore Eterno.

  • Giuseppe M. Pappalardo

    Il mio prozio, Marinaio Giovanni Pappalardo, era il cuoco della RN Bande Nere.
    Nato a Catania il 14 aprile 1920, non arrivò a compiere 22 anni.
    Possiedo il numero di matricola (3950) ed il foglio di congedo prima dell’imbarco sull’incrociatore.
    Giovanni mi somigliava molto; il nonno mi parlava tanto di lui, ed io ho portato sempre il suo ricordo nel cuore.
    Nonno sapeva quanto ci tenessi e mi lasciò tutti i suoi ricordi.
    Possiedo la lettera che annunciò al mio bisnonno la sua morte; possiedo la corrispondenza inviata e ricevuta dal mio bisnonno per ottenere la salma.
    Giovanni infatti, morì al porto di Messina, ormai cieco ed avvelenato, per aver inghiottito troppa nafta.
    Ho le ricevute dei biglietti del treno per andare a fare il riconoscimento; alcuni telegrammi scambiati con il responsabile dell’ospedale militare di Messina, perché il corpo non venne consegnato subito, in quanto le traslazioni erano vietate per ordini superiori fini alla fine di settembre 1942; poi ci sono la comunicazione della partenza della salma in treno e le istruzioni per recuperare il corpo.
    Possiedo il crocifisso militare, che il soldato cappellano posò sul suo corpo, dopo avergli dato l’estrema unzione…
    Possiedo il suo ritratto militare, la lettera di consegna della croce al merito di guerra e l’attestato rilasciato il 28 luglio 1947.
    Possiedo i negativi di alcune fotografie storiche, scattate sull’incrociatore insieme ai suoi commilitoni (chissà quanti sono parenti di tutti quelli che hanno commentato prima) e la ricevuta di consegna degli effetti personali, tra cui un anello di fidanzamento, per il quale il mio bisnonno insistì scrivendo molte lettere, al fine di “poterlo consegnare come ricordo alla fidanzata, orgogliosa di aver dato il suo promesso sposo alla Patria”.
    Giovanni riposa al cimitero di Catania, spesso vado a trovarlo, e da tanto tempo vado anche a portare una rosa sul Monumento ai Caduti del mare di Catania, ogni 1 aprile.
    Sto scrivendo un piccolo libro sul mio Giovanni, sperando lo gradisca da lassù, sperando che vegli sui miei passi e preghi per la nostra famiglia.

  • Ezio Vinciguerra

    Buongiorno signor Pappalardo,
    grazie per questa testimonianza d’amore, sia suo zio che il
    buon Dio ne terranno Conto.
    Siamo fieri ed orgogliosi di quella generazione di Marinai,
    così come ci rende fieri ed orgogliosi ricevere mail piene di
    sentimenti da custodire gelosamente nella banca della memoria di
    questo nostro piccolo diario di bordo per non dimenticarli mai.
    Siamo anche certi che il suo libro sarà un tributo alla verità e
    ai sentimenti per suo zio, per lei, per quella gioventù che, apparentemente,
    sembra essere così lontana dai giorni nostri…
    Saremo Lieti di ospitare un articolo su suo Zio Giovanni e anche sul suo libro.
    Riceva gradito un abbraccio grande come il mare della Misericordia Divina,
    di Ognina e grande anche come il suo cuore di Marinaio per sempre.
    Ezio Vinciguerra

  • ANTONIO LOPEZ

    Buongiorno,
    volevo ricordare mio padre LOPEZ PIETRO nel centenario della sua nascita 18.03.1921, imbarcato fino al 01.04.1942 sull’incrociatore “Giovanni Delle Bande Nere” con la qualifica di “cannoniere O.” matricola 47716, e salvatosi dal naufragio della nave.
    Croce di Guerra al valor militare rilasciato con decreto del 31.10.1942 con la seguente motivazione
    ” Imbarcato su incrociatore leggero, che affondava per grave offesa subacquea nemica, rimaneva coraggiosamente al suo posto fino all’ultimo istante.
    In mare, raggiunto un galleggiante, se ne staccava per portarsi, con vivo senso di abnegazione, in soccorso di un camerata in procinto di annegare, riuscendo a trarlo in salvo presso una zattera………..”
    Grazie, saluti

  • Paolo Pascarelli Dell'Aquila

    Mio zio Mario Pascarelli nato a Caserta il 4.5.16, fratello di mio padre, perse la vita il 1.4.1942 imbarcato sul Giovanni dalle bande nere ma non so quale incarico avesse.

  • Ezio Vinciguerra

    Buongiorno signor Paolo Pascarelli,
    suo zio Mario, nato a Caserta il 4.5.1916 è stato un
    Marinaio meccanico.
    Per le informazioni relative al passato militare di una persona,
    le richieste vanno inoltrate, nel rispetto delle leggi vigenti, alla:

    Direzione Generale del Personale Militare
    
5° Reparto – 11ª Divisione – 2ªSezione (Ufficiali), tel. 06/517050173
    
5° Reparto – 11ª Divisione – 4ªSezione (Sottufficiali e Truppa), tel. 06/517050187.
    
Gli uffici si trovano in Viale dell’Esercito, 186 – (00143) ROMA
.
    Un abbraccio grande come il mare della Misericordia.
    
Ezio Vinciguerra

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