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La storia dei fratelli Mariconda che Santa Lucia di Serino non ha mai dimenticato

di Ottaviano De Biase (*)

Ottaviano-De-Biase-per-www.lavocedelmarinaio.com_Lo scorso 3 febbraio, sul frontale del palazzo Mariconda, è stata solennemente scoperta una lapide a ricordo del Sottotenente Elia Mariconda, morto sul Carso nel 1916. Hanno presenziato la nipote Anna, il sindaco Avv. Fenisia Mariconda, componenti del Consiglio Comunale, il parroco Don Luca, parenti ed amici. Dopo i discorsi di rito, il corteo ha proseguito per la chiesa di San Pietro e Paolo ove è stata celebrata la Santa Messa in suffragio.

Nel segno della Patria
Si coglie l’occasione per raccontare la storia di tre fratelli, due dei quali immolarono la loro giovane vita per la Patria, in quanto morirono entrambi sul Carso, nel 1916.
Tutti e tre figli di Costantino Mariconda e di Maria Di Zenzo: Domenico nacque nel 1881; Elia il 16 settembre 1889; Lorenzo il 27 marzo 1896.

Sergente Domenico Mariconda
Domenico partì volontario il 31 marzo 1902 ed aggregato nel 90.mo Reggimento di Fanteria. Il 30 settembre dello stesso anno fu promosso Caporale; il 30 giugno 1903 conseguì la qualifica di contabile. Il successivo 4 settembre fu promosso Caporal Maggiore. Il successivo 13 settembre 1904 fu collocato in congedo illimitato. Dal 15 giugno 1910 al 1 luglio 1913 risulta iscritto al distretto militare di Salerno e dal 31 dicembre 1914 lo ritroviamo registrato in quello di Avellino.
Chiamato alle armi, il 10 maggio 1815 entrò a far parte del 241° Battaglione Motorizzato. Il successivo 17 ottobre fu promosso Sergente e il 1 febbraio 1916 seguì per il fronte con il 47° Reggimento Fanteria…
Il 1 novembre 1916, si legge da più parti, l’esercito italiano rinnovò gli attacchi lungo il fronte dell’Isonzo. Nella zona di Plava fu occupato il villaggio di Zagora e catturato un buon numero di soldati austriaci; sul fronte di Podgora fu sfondata e superata una quarta fortissima linea di trincee nemiche, con gravissime perdite in vite umane. Altrettanto sul Carso, dopo avere durante la notte respinto violenti contrattacchi nemici, nel corso della giornata, il 47° Reggimento riuscì a progredire lungo le falde settentrionali del San Michele e verso San Martino. Fu, dunque, sul Carso, durante uno di questi attacchi, ove i nostri soldati cercavano di conquistare con il sangue altre trincee che, la mattina del 2 novembre 1916, il sergente Domenico Mariconda moriva per le ferite riportate in combattimento. Come dal Rapporto del Battaglione Motorizzato in zona di guerra, 20 ottobre 1916.

Domenico Mariconda - www.lavocedelmarinaio.com

Sottotenente di Complemento Elia Mariconda
Elia fu esonerato dalla leva nel 1909, per motivi di studio. Laureatosi in Legge, fu chiamato alle armi il 1 giugno 1915 (per mobilitazione con Regio Decreto del 22 maggio 1915, con cui il Re dichiarò guerra all’Austria), e inviato come allievo ufficiale alla scuola militare di Modena. Il 17 settembre 1915 fu promosso Sottotenente di Complemento ed assegnato al 90° Reggimento di Fanteria di stanza a Genova, leggiamo e trascriviamo, per il prescritto servizio di prima nomina.
Seguì il suo Reggimento per il fronte ed assegnato nel settore di Tolmino, ai confini con l’attuale Slovenia.
In quei giorni era in corso lo scavo di alcune gallerie in quanto c’era da dare spazio ai pezzi d’artiglieria di bombardare la vicina Batognica (Monte Rosso) ben difesa dai soldati austriaci. Durante l’estate del 1816, i nostri soldati furono spinti oltre la borgata di Plezzo, posizione che coprirono con nuove fortificazioni e posizionamenti. Nel settore di Tolmino troviamo il 90.mo Reggimento di fanteria, nelle cui file vi era il Sottotenente Mariconda, seguire fin sulle alture del Carso ove costrinse il nemico ad abbandonare i loro posizionamenti e le loro trincee per indietreggiare nella zona del Monte Sei Busi e ad oriente delle Cave di Selz.
Il controllo del Tolmino, all’epoca principale via di rifornimento austro-ungarica del settore, avrebbe garantito ai nostri soldati due vantaggi: eliminare la logistica di supporto in quota e sia quella alle spalle della piana del monte Tolmin; tale obiettivo avrebbe vanificato la funzione di sbarramento dei due capisaldi di Mengore (Santa Maria) e del Selski Vrh (Santa Lucia); difatti, una volta interrotti i rifornimenti fu possibile formare una testa di ponte posta a chiusura della Valle dell’Idrijca e dell’ipotetica via di penetrazione verso Lubiana.
Fu in quella circostanza che, per difendere il caposaldo di Mengore (Santa Maria), il Sottotenente Elia Mariconda, il giorno 9 agosto 1916, rimaneva ferito in pieno petto da una granata nemica.
Il Sottotenente Elia Mariconda cessò di vivere il 3 febbraio 1916, come risulta nell’atto di morte dello Stato Civile del Comune di Vado Ligure, e ivi registrato al nr 2, parte 2, Serie C.

Elia Mariconda - www.lavocedelmarinaio.com

Soldato Lorenzo Mariconda
Lorenzo, unico sopravvissuto alla guerra, nacque il 27 marzo 1896. Era studente liceale quando al seguito della mobilitazione partì soldato per Piacenza. Fu là che, venuto a conoscenza della morte dei suoi due fratelli, decise di abbandonare il suo reparto e di correre nelle braccia degli afflitti genitori. Quando questi se lo videro apparire davanti, vestito da prete, ci racconta la figlia Anna, fu per tutti e tre un’emozione indescrivibile. Purtroppo, bisognava, urgentemente, rimediare al suo status di disertore. Quella stessa notte, infatti, il genitore Costantino corse a chiedere aiuto a un suo cugino generale in Avellino il quale consigliò per il figlio l’urgente ricovero presso l’ospedale militare di Caserta. Concludiamo con le toccanti parole della signora Anna: La mamma mi diceva che quando il mattino seguente bussarono i Carabinieri, venuti appositamente per arrestarlo, piangendo, riferì loro di questo avvenuto ricovero a Caserta.
Il tempestivo ricovero evitò a Lorenzo un processo e una possibile condanna a morte per diserzione. Diede ai genitori la forza di continuare. Lorenzo cesserà di vivere il 22 febbraio 1970.

Banca della memoria - www.lavocedelmarinaio.com

Elenco dei caduti della I Guerra Mondiale
Sottotenente Mariconda Elia
Sergente Mariconda Domenico
Sergente Nasta Felice
Caporale Masucci Alfonso di Luigi
Soldato Chiarelli Donato
Soldato De Biase Giovanni
Soldato De Biase Rocco
Soldato De Luca Giuseppe
Soldato De Meo Alessandro
Soldato De Meo Luigi
Soldato Gloriante Angelo
Soldato Landolfi Domenico
Soldato Mariconda Alfredo
Soldato Mariconda Antonio
Soldato Marra Giovanni
Soldato Masucci Alfonso di Michele
Soldato Masucci Carlo
Soldato Masucci Pietro
Soldato Nasta Carmine
Soldato Rosania Francesco
Soldato Senicione Pellegrino

Il Sindaco Mariconda - lapide - www.lavocedelmarinaio.com

(*) per saperne di più sull’autore digita il suo nome e cognome sul motore di ricerca del blog.

7 commenti

  • EZIO VINCIGUERRA

    Grazie al marinaio e giornalista/scrittore Ottaviano de Biase e naturalmente al Sindaco del comune di Santa Lucia di Serino per perpetuare questi sentiti ricordi comuni a molti italiani degni di questo appellativo.

  • Ottaviano De Biase

    Caro Ezio,
    come ben sai, quasi ogni domenica pubblico sul “Quotidiano del Sud”. Questo in allegato è uscito domenica scorsa. Trattandosi di due fratelli soldati, nonché miei concittadini morti nel 1916 sul Carso, mi sono detto: tu vuoi vedere che interessa pure all’amico Ezio? A te le belle cose…
    un abbraccio

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao carissimo e stimatissimo Ottaviano, grazie.
    Non ho resistito ed allora ho pubblicato subito alla ricezione (sarebbe stato meglio averlo ricevuto in anticipo in modo da condividerlo anticipatamente con le associazioni d’arma del luogo).
    Esempi come il vostro, in questo periodo dove i monumenti dei nostri Eroi vengono abbandonati e presi di mira da vandali, sono da esempio e da condividere con coloro che ancora si ostinano a credere nel concetto di Patria e Onore che non sono termini astrusi e obsoleti e sai perché? Perché dietro a queste due parole ci sono il sacrificio di chi ha combattuto per una Italia migliore. Grazie anche per la “banca della memoria” dei Caduti del vostro nobile paese.
    Ezio

  • Sergio Pagni

    Tante vite di giovani immolati per cosa 100 anni dopo……ritrovarsi in questo sfacelo di stato

  • EZIO VINCIGUERRA

    Carissimo Sergio Pagni ci sono storie come queste, commemorazioni e celebrazioni particolari che vengono strumentalizzate e politicizzate dai media e anche da noi, senza tenere conto del presunto credo religioso che è latente in ognuno di noi perché non sappiamo più ascoltare col cuore e, troppe volte, non sappiamo perdonare perché non conosciamo l’espiazione (leggasi punizione terrena = carcere o sanzioni, e spirituale che è ancora peggio perché una volta sola viene il perdono di Dio).
    Una storia, la nostra, che ha dell’assurdo e più ancora il becero silenzio di chi si è alterna al potere, al comando, alla guida, ecc.. ecc. non si misura con la giustizia terrena di un “cavillo burocratico” quando si parla di Santi ed Eroi.
    La mia domanda è perché ci proclamiamo ancora credenti in Dio?

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