5 febbraio 1967 varo nave Veneto
di Antonio Corsi (presidente A.N.M.I. Sora)
fotocomposizioni di Antonio Cimmino
A VITTORIO MARULLI E AI MARINAI IMBARCATI SUL VITTORIO VENETO
Quando fu progettata la nave Vittorio Veneto furono previsti i Quadrati (spazi ricreativi) per ufficiali, sottufficiali ed equipaggio ma dal progettazione alla realizzazione qualcosa cambiò nell’ordinamento. I sergenti, invece di essere promossi dopo 6 anni, vennero promossi dopo 3 anni di servizio. Questo creò uno scompenso logistico per cui fu creato, sulla carta, il Quadrato sergenti che nella fattispecie era lo stesso che usufruivano marinai. In tutta sincerità a noi sergenti conveniva di più perché, tra le altre cose, non facevamo la fila per il rancio.
Ma quella situazione fu oggetto di un quasi ammutinamento perche i marinai reclamavano il rispetto della fila.
Il malcontento giunse al nostro Comandante Marulli il quale emanò una disposizione in cui ordinava che anche noi sergenti dovevamo rispettare la fila. Questa controversia non piaceva a noi sergenti.
Eravamo in sosta a Puerto Rico e decidemmo all’unanimità di non rispettare quell’ordine in quanto diminutivo per il nostro grado di anzianità. Ci presentammo regolarmente alla mensa, non rispettammo la fila e, una volta riempito il vassoio, lo scaricammo nel secchio dei rifiuti senza toccare cibo. Per i non addetti ai lavori sottolineo che il rifiuto del rancio è passibile di processo (in quanto diritto /dovere) e, il nostro Comandante non era certo persona da farcela passare liscia.
Vicino al bidone dei rifiuti si era posizionato il Capo Aiutante che benché solidale era obbligato (e lo fece) a segnalare i nostri nominativi. La lista fu portata al Comandante e questi ordinò, alle ore 16.00 circa, l’assemblea dei sergenti in tenuta ordinaria invernale (fatta di pura lana) nel sottostante hangar, dove la temperatura interna superava di gran lunga i circa 40° dovuta anche al surriscaldamento delle paratie metalliche di bordo.
Quel giorno il comandante Marulli ci fece una “lavata di testa” e non ci fu permise di replicare altrimenti gli avremmo chiesto come poteva pretendere un aiuto da parte nostra se ci considerava alla stregua di un pivello appena arruolato in Marina. Dopo un’ora di ramanzina, sempre sull’attenti, con il sudore che aveva fatto un lago per terra, revocò il suo ordine.
Questo episodio ci fece comprendere che stavamo tutti sulla stessa barca nel bene e nel male.
I 24 Km più lunghi della mia vita
Era il mese di Agosto del 1970 quando il nostro Vittorio Veneto fece tappa ad Algeri.
In cerca di avventure decidemmo, convinti da un collega, di andare a vedere la danza del ventre in una località distante circa 24 Km. Per il viaggio di andata non avevamo alcun problema in quanto c’era un autobus di linea che faceva regolare servizio che terminava, però, verso le 18.30. Il nostro collega (promotore), propose per il rientro l’autostop (ripensandoci ora era da veri incoscienti in quanto la famosa “Danza del Ventre” si svolgeva quasi in pieno deserto). A parere del nostro amico gli algerini erano tutte “brave persone” (sic) per cui ci avrebbero senz’altro riaccompagnati alla base.
Partimmo nel primo pomeriggio e facemmo una sosta in un villaggio turistico “Moretti” (se la memoria non m’inganna). Passato beatamente e allegramente il pomeriggio ci recammo, verso l’imbrunire, in quella tenda che avrebbe dovuto rappresentare il nostro “paradiso”.
Ci godemmo lo spettacolo, anche se le donne che ci aspettavamo coperte di veli erano, in realtà, più vestite di noi.
A mezzanotte, terminato lo spettacolo, ci recammo sulla strada per tentare di “scroccare” un passaggio. Inutile dire che tutte quelle “brave persone” che passavano si allontanavano di corsa alla nostra vista. Dopo circa mezzora decidemmo di consigliarci con il custode della tenda il quale, tra un sorrisetto e l’altro, ci spiegò (a gesti) che eravamo dei temerari (leggi pazzi). Ci fece capire che gli artisti, suonatori e ballerine, avevano un pulmino che li avrebbe riportati ad Algeri e che avrebbe chiesto, per nostro conto, la cortesia di darci un passaggio.
Tornato fuori ci disse che la nostra richiesta era stata accettata e ci raccomandò, cosa che compresi solo dopo, di far entrare prima i nostri ospiti e poi noi. Eravamo alle stelle pregustando la conquista di qualche ballerina che, nonostante gli abiti pesanti, erano delle belle donne.
Arrivato il mezzo ci comportammo come da copione. Cedemmo il passo dopodiché entrammo noi. Appena sulla porta del piccolo bus notai che le donne erano sedute su fila singola sul lato destro del mezzo mentre, i maschietti (?) erano seduti in posti doppi ma scaglionati su di una sistemazione due e uno. Pensai, tra me e me, “almeno potevano lasciarci tre posti in fondo”.
Non ci crederete ma di tutti i maschietti non ce ne era uno degno di questo nome. Appena seduti fummo letteralmente presi d’assalto con richieste di baci, abbracci e altro facilmente immaginabile. Ognuno di noi ne aveva addosso dai tre ai cinque. Premetto che non avevo, né ho, nulla contro i gay, anzi, sostengo i loro diritti ma le condizioni in cui ci trovammo nell’occasione erano davvero tragiche. Ci chiedevano le nostre generalità, indirizzi per scriverci e venirci a trovare sia a bordo che in Italia in caso di loro visita.
Devo essere onesto, fummo cattivelli in quanto, dopo tanta insistenza e assedio, demmo gli indirizzi e i nominativi di altri nostri colleghi. Chissà che faccia fecero i nostri colleghi, quando sono furono chiamati o ricevettero posta.
Furono “I 24 Km più lunghi della mia vita.”
31 commenti
EZIO VINCIGUERRA
Grazie al Presidente e marinaio di Sora più riconoscente in Ciociaria …proprio come quesi suoi ricordi a Marulli e ai suoi commilitoni.
Adriano Parabita
Difatti anche sul Duilio e Doria… Fu destinato locale E4 come locale Sergenti… Era proprio piccolo…. Mi ricordo Perché nel 69 mi imbarcati sul Duilio..
Antonio Esposito
Purtroppo il Sergente in Marina è stato sempre una figura ambigua. A seconda dei casi era considerato un Sottufficiale oppure un marinaio di truppa
Adriano Parabita
Meglio la carriera come era prima…. Oggi è peggio… Una carriera senza carriera, senza stimoli…senza crescita, una presa in giro….. Sottocapi a vita… Molti anni fà che abolendo la leva e alterando le carriera… Hanno fatto un pastrocchio. Per me bisognava solo allungare le carriere e diversificare l’età per militari, sottufficiali ed ufficiali. Faccio un esempio. Partenza per Marinai da 16/22. Anni .Per sottufficiali da 22/26 anni. Per ufficiali da 26/32 anni. Carriere: TRUPPA: militare semplice 4 anni, poi caporale o scelto 3anni, poi caporal maggiore o sottocapo 3 anni. Poi si poi passare a diventare x Meriti SOTTUFFICIALE: Sergente 6 anni, Sergente maggiore 6 anni, e 6 anni Maresciallo di 3cl. 3 anni mar. Di 2 classe e 3 anni Maresciallo di Prima. Poi passare ufficiale per meriti. Sottotenente 3anni, dopo tenente 3anni e capitano altri 3 anni. Fine carriera. Per ila Carriera per Marescialli 7 anni per ogni passaggio.( 7×3=21). Poi passaggio ad ufficiale per merito sottotenente 5anni, per tenente 5 anni e capitano 8 anni e poi passaggio per meriti a Cap.Corv 3 anni e fine carriera con Cap. Fregata. Per la carriera ufficiale. Aspirante 3 anni, sottotenente 3 anni tenente 3 anni , capitano 6 anni, poi Cap.Corv 5 anni, Cap. Fregata 3 anni e Cap. Vascello 6 anni. Passaggio ad ammiraglio solo per meriti. Contrammiraglio 6 anni, ammiraglio divisione 6 anni e ammiraglio di squadra 6 anni. Per ammiragli di squadra con incarichi speciali solo i MERITEVOLI E PREPARATI o Generali di corpo d’armata solo 5 persone ogni 10 anni. Questo stimolerebbe TUTTI a Fare il Proprio Dovere. Ogni Punizione ed ogni nota caratteristica negativa eseguita insieme ad esercizi fisici ogni 3 anni. Ritardo di carriera di 2 anni. Al terzo Nota negativa blocco carriera; e dopo i 50 anni, chi non supera i quiz psicotecnico di verifica ed esercizi fisici….. o problemi di salute, Verrà passato ad impiego civile.
Raffaele Napolitana
Mi duole dirlo, ma una così e bella Nave discendente da un Onorato e Glorioso nome di VITTORIO VENETO posta in disarmo da diversi anni è in attesa di…….. Intanto lentamente il suo scafo si è arreso alla natura.
Giacomo De Martino
Io c’ero ho fatto parte di quell’equipaggio Col Comandante Marulli e per secondo c’era un certo Franco Papili quante gliene ho combinate
Giorgio Castellano
Ero sull’Indomito!!!!!
Antonio Corsi
Giacomo corso 65 ma non ti sei mai fatto vedere hahaha
Ezio Pancrazio Vinciguerra le prime due foto, a ragione, mi ricordano dei 24 km più lunghi della mia vita hahahahaa
Luigi Buonocore
io c’ero in banchina
Francesco Paolo Disegni
Una bella Nave, in quel 67, avevo 14 anni e sfegatato com’ ero della MM, andai a Castellammare e assistetti al varo, poi ci fu un bel rinfresco … ma io e il mio amico, eravamo minorenni non accompagnati … e non potemmo entrare … ma non mi arresi, fermai una coppia, credo se ricordo bene, lui o lei erano dipendenti del Comune, gli chiesi se potevano farci passare per loro parenti, risero e ci fecero entrare …. ahahahahah inaugurammo quel varo con una bella scorpacciata di buone cose. Bella anche la storia, di Antonio Corsi, un vero diario di bordo che mi è piaciuto leggere, con un giovane Marulli, diventato dopo CSM, un omaccione rude … ma un papà per tutti.
EZIO VINCIGUERRA
Che cosa resterà di questa nave?
Un ricordo sbiadito di filantropici marinai dell’equipaggio dal cuore misericordioso che ricordano e pregano per i loro Frà e superiori, i veri signori del mare, che hanno scolpito nel cuore; i lavoratori marittimi e arsenalizi di Stabia che racconteranno ai loro nipoti che c’era una volta un arsenale che costruiva navi, e adesso?; Un comune, Vittorio Veneto, che ancora resiste a portare questo nome nell’italico suolo, una forza armata che, per adesso ha donato un modello della nave a questo comune …e il resto?
Rocco Emma
Ezio, lo dedico a tutti coloro che hanno avuto l’onore di aver fatto parte dell’equipaggio, in particolare al mio fra e amico Giovanni Salamina, che conserva nel cuore quella Nave. Ciao Giovanni
Giuseppe Pennino
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Luigi Cervelli
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Stella Pasquale
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Giuseppe Sciuto
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Giancarlo Montin
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Anna Laudano
Quanti bei ricordi di un passato che non ritornerà
Antonio Corsi
Ezio sono veramente commosso sia dalle tue parole che dai ricordi. Chi non ha mai fatto l’allestimento di una nave non può capire
EZIO VINCIGUERRA
Buonasera Antonio a te e a tutti voi che state commentando… su quella nave si sono alternati i migliori (speriamo che non mi sentano quelli del Doria e Duilio) poi, con l’arrivo della Garibaldi, si optò per un altra scelta geo-politica …oggi è un’altra storia (che per fortuna continua anche se l’acqua e poca e le poche papere continuano a galleggiare)!
Carlo Mignogna
quando imbarcati per la prima volta sull’incrociatore portaelicotteri e lanciamissili Vittorio Veneto era il lontano 1977, fu subito amore e molti anni stupendi
Adriano Parabita
Difatti anche sul Duilio e Doria… Fu destinato locale E4 come locale Sergenti… Era proprio piccolo…. Mi ricordo Perché nel 69 mi imbarcati sul Duilio…
Giuseppe Orlando
IO ERO SU NAVE CAIO DUILIO A CASTELLAMMARE PRESENTE AL VARO DEL VITTORIO VENETO – DOVE ASSISTERE E’ STATO UNA GRANDISSIMA EMOZIONE – NON AVREI MAI PENSATO CHE A POCHI ANNI DAL VARO, QUANDO TUTTO ERA ALLESTITO E LE MACCHINE ERANO PROVATE E PRONTE (come si suol dire in gergo marinaresco prima di mollare gli ormeggi) IO SAREI ANDATO A FARE IL CAPO ELETTRICISTA SU QUESTA GRANDE E BELLA NAVE AMMIRAGLIA. UN BELLISSIMO RICORDO DEGLI AMICI E DEI COMANDANTI.
Aldo Finotti
Splendida Nave il V.Veneto. Imbarcato dal 01/08/1971 al 20/08/1972.
Matteo Notarangelo
Dal 1973 al 1977.
Francesco Paolo Disegni
.. Io l’ho solo sognata da quando avevo 14 anni .. praticamente dal suo varo …. in compenso sulla A. Doria, … e ultimi respiri dell’Audace …..Emoticon smile
Egidio Alberti
Bella storia della vita della vita del VITTORIO VENETO, dei suoi Comandanti MARULLI e PAPILI, e dei numerosi membri dell’ equipaggio che hanno commentato in maniera brillante. Bravo EZIO, bravi tutti mi avete fatto rivivere una bella pagina di storia della nostra Marina. Per concludere credo che il riutilizzo della nave dopo il disarmo sia stato condizionato dalla presenza di notevole quantità di amianto a bordo di difficile e costoso
EZIO VINCIGUERRA
Buonasera a tutti e grazie ancora per la compagnia e l’affetto che dimostrate con le condivisioni (140) e i commenti che stanno pervenendo. Siamo sulla rotta giusta, quella che ci farà attraccare al porto della solidarietà. Grazie anche all’autorevole testimonianza dell’ammiraglio Egidio Alberti che costantemente e quotidianamente ci sprona come del resto lo ha fatto sempre quando era in servizio attivo.
Un abbraccio a tutti grande come il mare e GRAZIE.
Alessandro Dundulachi
Gentilissimi,
Mio padre Angelo fece parte dell’equipaggio come radio telegrafista durante il servizio di Leva, credo dal 67 al 69.
Sto cercando di recuperare qualsiasi ricordo, fotografia o altro, di mio padre durante quegli anni.
Sono grato a chiunque possa darmi essermi d’aiuto, mio padre parlava sempre con grande entusiasmo di quegli anni.
Saluti,
Alessandro Dundulachi
Lorenzo Casciu
Ciao Alessandro Dundulachi, sono Lorenzo Casciu Rt/Ge su nave Veneto quando c’era tuo padre. Avevamo il posto di lavaggio insieme in corridoio ammiraglio. Usciamo spesso insieme durante la crociera negli USA. Ho un bellissimo ricordo di lui e. Per dire tutta la verità, lo penso spesso, e volevo pure rintracciare, ma mi ricordavo solo che era di Milano e che una volta finita la leva sarebbe andato a lavorare con il fratello? In una fabbrica di plastica. Mi dispiace x la sua scomparsa. Rimarrà sempre nel mio cuore.
Ciao Ale ti auguro ogni fortuna.
Lorenzo
Complimenti x il sito
Lorenzo Casciu
Ciao Ale leggi commento sotto