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19 gennaio 1911 nasceva Gino Birindelli il marinaio scomodo


di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra



Quest’articolo è dedicato, a otto anni della sua dipartita, a colui che verrà ricordato dagli equipaggi per aver difeso, in ogni occasione, il personale della Marina Militare. Racconteremo ai posteri di quando, nel 1970, in qualità di Comandante in Capo della Squadra, in occasione della visita a bordo di Nave Garibaldi dei parlamentari dell’allora Commissione Difesa, dopo averli ricevuti con i dovuti onori li suddividesti per le varie navi (alla fonda nel porto di Cagliari) impartendo l’ordine ai Comandanti di tenerli prevalentemente nei locali macchine e caldaie.

Oggi carissimo Ammiraglio di una volta e signore dei mari ,a così breve distanza dalla tua ultima missione, le “pagine ufficiali” si sono già dimenticate di te…forse da toscanaccio come eri dicevi le verità in faccia e non eri gradito. Non hanno avuto mai il coraggio di dedicarti una nave (ai tuoi amici tutti lo hanno fatto) ma solo una misera targhetta in un luogo nascosto ai più…

Del resto Qualcuno disse: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua” (Matteo 13,54-58)




La signora Birindelli attorniata da marinai di carta - www.lavocedelmarinaio.com
Questi “…signori” dopo quattro ore di navigazione con mare forza 2/3 furono riportati su nave Garibaldi per la conferenza stampa di rito. All’arrivo dell’Ammiraglio Birindelli si inalberarono tutti per il trattamento ricevuto. L’Ammiraglio, di rimando, rispose: “queste sono le migliori condizioni in cui voi Parlamentari fate vivere i Militari in particolare i Marinai.” Da quel momento ci furono una serie di adeguamenti economici e, soprattutto, il riconoscimento di un lavoro particolare a cui bisognava e bisogna riconoscere un trattamento diverso dai pubblici dipendenti (…intelligenti pauca!).



GINO BIRINDELLI

Gino Birindelli (www.lavocedelmarinaio.com)Nasce a Pescia (Pistoia) il 19 gennaio 1911. Nel 1925, appena quattordicenne, lascia il Collegio degli Scolopi di Firenze ed entra nella Regia Accademia Navale di Livorno, da cui esce con il grado di Guardiamarina del Corpo di Stato Maggiore nel 1930. Inizia così una lunga e brillante carriera che lo porta ad essere imbarcato su varie unità di superficie e sommergibili della Regia Marina, tra cui si ricordano l’incrociatore “Ancona”, la corazzata “Andrea Doria”, i cacciatorpedinieri “Quintino Sella”, “Confienza”, “Monzambano” e “Giovanni Nicotera” e i sommergibili “Santarosa”, “Naiade”, “Foca” e “Domenico Millelire”. Promosso Sottotenente di Vascello nel 1931 e Tenente di Vascello nel 1935 assunse successivamente, nel 1939, il comando dei sommergibili “Dessié” prima e “Rubino” poi. L’intensa attività conseguente ai propri impegni marinari non gli impedisce di dedicarsi comunque allo studio: nel 1937, infatti, si laurea in Ingegneria Civile presso l’Università di Pisa. Nel settembre 1939 viene destinato a La Spezia alla Squadriglia MAS per iniziare l’addestramento sui mezzi d’assalto insieme ad altri famosi personaggi quali Teseo Tesei, Elios Toschi e Luigi Durand de la Penne, tanto per citarne alcuni. Inizia così a manifestarsi quella tempra eccezionale di uomo e combattente che lo ha contraddistinto per l’intero arco della sua vita fino a fargli assumere i contorni dell’eroe. L’intensa attività portata avanti alla Bocca del Serchio, luogo deputato a tale tipo di operazioni, gli causa anche problemi fisici: l’ossiggeno dei respiratori gli brucia infatti un polmone nel corso degli allenamenti, ragion per cui viene ricoverato nell’ospedale di Massa, da dove peraltro scappa per rientrare subito a Bocca del Serchio, riuscendo a convincere il Comandante, Ajmone di Savoia, a mantenerlo in servizio. Prende parte attivamente alla prima spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Alessandria (Operazione G.A.B1) nella quale viene decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare “sul campo” per il comportamento dimostrato a bordo del sommergibile “Iride” sottoposto ad attacco aereo nel Golfo di Bomba.
Nell’occasione si tuffava per cinque volte consecutive per portare in salvo un marinaio di leva dell’equipaggio del sommergibile intrappolato nel battello in fase di affondamento. Rientrato in Patria prende parte alla prima e alla seconda spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Gibilterra (Operazioni B.G. 1 e B.G. 2); nel corso della seconda spedizione, a causa dell’avaria al proprio mezzo, è costretto ad affondarlo, venendo successivamente catturato e fatto prigioniero dagli inglesi. Per questa azione viene decorato Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nei venti mesi successivi rimane prigioniero negli ospedali inglesi ed americani finché, alla fine del 1943, dopo l’armistizio, il Governo Italiano di Badoglio lo fa rimpatriare.
Birindelli Gino Ammiraglio e Signore dei mari - www.lavocedelmarinaio.comNel 1944 viene promosso Capitano di Fregata ed assume l’incarico di Sottocapo di Stato Maggiore dell’Ispettorato Generale MAS, partecipando alla Guerra di Liberazione con mezzi di superficie lungo le coste albanesi ed jugoslave. Le proprie condizioni di salute, però, lo costringono nuovamente ad un lungo ricovero in ospedale. Al termine delle ostilità assume il Comando del Battaglione San Marco e, successivamente, gli viene assegnato l’incarico di Comandante in Seconda della corazzata “Italia”, durante il periodo di internamento ai Laghi Amari in Egitto. Successivamente viene assegnato al Centro Subacquei, gruppo composto per la massima parte da sommozzatori già facenti parte dei mezzi d’assalto, con l’incarico di procedere allo sminamento dell’Alto Adriatico. Proseguendo in carriera frequenta l’Istituto di Guerra Marittima e successivamente assume il Comando prima della 3^ Squadriglia Corvette poi della 3^ Squadriglia Torpediniere. Promosso Capitano di Vascello nel 1952 assume incarichi prestigiosi, tra i quali si ricordano il Comando del Centro Subacquei ed Incursori del Varignano a La Spezia ed il Comando dell’incrociatore Raimondo Montecuccoli con il quale, dal settembre 1956 al marzo 1957, effettua una crociera di circumnavigazione del globo che lo porta a toccare 34 porti di quattro continenti. Viene promosso Contrammiraglio nel 1959, nel cui grado viene prima destinato presso il Centro Alti Studi Militari, assumendo poi nel tempo gli incarichi di Capo di Stato Maggiore Aggiunto del Comando della Squadra Navale e di rappresentante del Comando delle Forze Alleate del Mediterraneo presso il Comando delle Forze Aeree Terrestri del Sud Europa, venendo infine destinato presso lo Stato Maggiore della Difesa. Nel 1962 viene promosso Ammiraglio di Divisione, nel cui grado comanda la 1^ Divisione Navale, nel 1966, promosso Ammiraglio di Squadra, viene chiamato a ricoprire i prestigiosi incarichi di Direttore Generale del Personale della Marina, di Comandante in Capo della Squadra Navale ed infine di Comandante Navale Alleato del Sud Europa, prima a Malta e poi a Napoli. Viene eletto Deputato al Parlamento nella VI Legislatura, dal 1972 al 1976, ed il 15 dicembre 1973 si congeda dalla Marina, circondato dall’affetto e dall’ammirazione di tanta gente, ma soprattutto di coloro, in Marina, per i quali si è sempre battuto. Gli vengono attribuiti riconoscimenti prestigiosi tra i quali, recentemente, l’intitolazione alla sua persona di un padiglione al Museo di Eden Camp, in Inghilterra, ove è posto un esemplare di “Siluro a lenta corsa”, quel maiale con il quale aveva tanto combattuto e tanto si era distinto proprio contro gli inglesi nella Seconda Guerra Mondiale. E’ Morto al policlinico militare del Celio, a  Roma, il 2 agosto 2008.
I funerali si sono svolti, presso la caserma Grazioli Lante, il  5 agosto 2008.
Lungo fiume Gino Birindelli a Pescia - www.lavocedelmarinaio.com

ONORIFICENZE

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al “Merito della Repubblica Italiana”;
Medaglia d’Oro al Valor Militare;
Medaglia d’Argento al Valor Militare;
Croce al merito di Guerra;
Campagna di Guerra 1940-44 e 1945;
Medaglia Commemorativa per i volontari della seconda guerra mondiale;
Nastrino di Guerra 1940/43 con numero uno stelletta;
Nastrino di Guerra 1943/45 con numero due stellette;
Ufficiale dell’Ordine della “Corona d’Italia”;
Medaglia Mauriziana al “Merito di dieci lustri di carriera militare”;
Medaglia d’Oro per “Lunga Navigazione nella Marina Militare” (20 anni);
Croce d’Oro con stelletta per “Anzianità di servizio” (40 anni);
Commandeur dell’Ordine di Dannebrog conferitagli da S.M. il Re di Danimarca;
Distintivo per il personale dei Reparti d’Assalto;
Distintivo d’Onore per il personale già destinato presso COMSUBIN;
Distintivo d’onore di ferito in Guerra.

IL SUO TESTAMENTO SPIRITUALE


Il giorno dei funerali di Gino Birindelli - www.lavocedelmarinaio.comPrima e più che da un volo in altri cieli. L’immortalità dell’anima è costituita dalla risonanza che, a somiglianza delle onde create dalla pietra gettata nell’acqua ferma del lago, “l’elevato sentire” genera e che, a differenza di quelle, dura sempre. A me che fui il primo diretto comandante di quel pugno di uomini, e che presi parte alle tante discussioni, non risulta difficile indicarne i punti salienti:
- Lo scopo della vita è creare, fare, dare. L’azione è gioia dello spirito.

– Non chiedere mai alcunché ad alcuno se non a te stesso. Chiedi al tuo Dio solo e sempre la forza di “non chiedere”, ma ringrazialo continuamente per ciò che sei stato capace di fare.

- La forza più grande dell’uomo è la volontà, quella che permette di “strappare le stelle dal cielo”, di porre “il cielo come solo limite alle proprie capacità ed aspirazioni”, quella che spinge l’handicappato a cimentarsi nell’agone sportivo, a rendersi autosufficiente con il lavoro.

– Assisiti senza fine chi si impegna con perseverante sacrificio all’elevazione materiale e spirituale propria ed altrui. Ogni atto di solidarietà che proponi sia, prima di tutto ed in buona misura, a tuo carico.

– Una più grande Famiglia donataci da Dio. Questa è la patria e ad essa – come tale – si devono dedizione e devozione assolute.

– La Civiltà è il rispetto si se stessi, degli altri, delle altrui opinioni. La Cultura ha lo scopo precipuo di incrementare il grado di Civiltà degli individui.

– La Libertà e la Pace sono – solo e sempre – il prodotto dell’impegno duro, indefesso, doloroso degli uomini di buona volontà. La costruzione umana su cui si poggia la Pace ha, come chiave di volta, la Giustizia; quella su cui poggia la Libertà ha il Coraggio.

– Il coraggio vero, quello che conta, è il Coraggio Morale. Esso deriva dall’onestà, dal senso del dovere, dall’impegno con se stesso a tutelare i diritti umani di tutti.

– La forza dell’Amore è immensa ed immensamente benefica se ogni suo atto è ispirato e strettamente legato al rispetto della Legge degli uomini onde esso non degeneri in mollezza o, addirittura, in acquiescenza alla sua violazione. Tutto ciò  che, nell’empito di Amore, viene dato a qualcuno in termini di tolleranza o perdono è, infatti, sottratto surrettiziamente e definitivamente alla cogenza della norma su cui si basa l’ordinata convivenza della società civile.

– “In medio stat virtus” è saggia norma di vita ma la realizzazione della  “medianità virtuosa” si deve ottenere solo e sempre attraverso la pratica del precetto si-si/no-no, del confronto con l’opposto, della competizione, mai con il compromesso. La competizione leale consente infatti di evitare lo scontro crudele; impedisce che la Pace degradi nel nirvana.

Solo là dove ogni atto è ispirato a vivo senso di responsabilità ci può essere ordine e democrazia.

Ma quando sarà dedicata una nave a Gino Birindelli?
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Ezio-Pancrazio-Vinciguerra-www.lavocedelmarinaio.com_10Mi sono sempre chiesto e chiedo anche a Voi che leggete: perché a Gino Birindelli non è stata mai dedicata una nave della flotta della nostra Marina Militare?
Chissà se risponderete e, soprattutto, se risponderanno i responsabili dello Stato Maggiore Marina a questo quesito…
A molti di noi marinai piacerebbe leggere il nome “Birindelli” sul fianco della nave, Lui è fra i Marinai leggendari che non può e non deve essere sottaciuto per le sue eroiche imprese, per l’intensa attività svolta, per la volontà, per la dedizione e l’attaccamento alla Patria (anche dopo la sua collocazione a riposo) e non per ultimo per la ricostruzione della Marina stessa dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Fregata-FREMMMolti altri eroi Marinai (pluridecorati e non) sono stati onorati con la titolazione della nave per esempio Luigi Rizzo con una fregata rimasta storica per essere stata la prima ad imbarcare un nucleo elicotteri e quindi dando la nascita all’aviazione di marina e gli stessi Durand de la Penne, Mimbelli, Martellotta, Rossetti e Paolucci hanno avuto titolato unità navali che riportano rispettivamente i loro nomi. Nave Birindelli perché no?

A-Gino-Birindelli-Ezio-Pancrazio-Vinciguerra-per-www.lavocedelmarinaio.com_

A proposito di Gino Birindelli
di Claudio53 e Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

…riceviamo e pubblichiamo. Se avete cose da aggiungere noi, per adesso, siamo qui.

Nulla da dire sull’Ufficiale di Marina e sull’Eroe ma dobbiamo evidenziare che sicuramente era un uomo con un carattere difficile, toscanaccio ed irruento, sulla cui carriera finale – nonostante i meriti di Guerra – ha influito il caso sollevato dal governo maltese quando lo dichiarò “persona non gradita” a seguito della sua nomina a COMNAVSOUTH (il Comando fu successivamente spostato da Malta a Napoli).
Se si tiene conto che erano gli anni 70 periodo delle stragi, del terrorismo ovvero anni drammatici, appare evidente che all’epoca il personaggio fosse scomodo, non tanto per i militari quanto per i politici (anche del suo stesso partito, il M.S.I., che lasciò dopo circa due anni dopo aver ricoperto la carica di Presidente). Peraltro la sua appartenenza alla P2 (da lui stesso confermata) complicò notevolmente le cose.
Per quanto riguarda l’episodio del febbraio 1970 con cui denunciò lo stato di malessere della Marina ritengo utile, senza togliere nulla alla sua meritoria azione, ricordare che gli aumenti furono opera “diplomatica” dell’Ammiraglio Spigai, Capo di Stato Maggiore della Marina, a cui le esternazioni di Birindelli furono sicuramente utili. Visto che ho citato Spigai evidenzio anche che fu lui ad iniziare a parlare e scrivere della necessità di una legge navale, poi continuò Rosselli Lorenzini ma fu l’abilità dall’Ammiraglio Gino De Giorgi a dare i risultati sperati con la pubblicazione anche del famoso “Libro Bianco”.
Comunque i tempi sono cambiati e forse dare il suo nome ad una futura nave non sarebbe cosa impossibile.
Distinti saluti
Claudio53

Buongiorno Claudio53, grazie per questa sua disamina come dire pacata e allo stesso tempo molto esaustiva.

Col suo consenso la pubblicherei a forma di articolo per spronare tutti i Marinai a quell’unità, tanto evocata quanto vituperata, che può sensibilizzare gli attuali vertici della Marina, in particolare dell’ammiraglio De Giorgi figlio, in vista di quelle prospettive e orientamenti di massima della nostra amata Forza Armata. Se buon sangue non mente (ma è un banale modo di dire) l’attuale Capo di adesso e speriamo il prossimo (profondo conoscitore dei meandri dai tempi di Ulisse) possono raddrizzare la rotta lievemente sotto l’allineamento.
Concordo con Lei che i tempi erano altri (’70 e 80) e qualche volta il politico di turno nazionale è stato anche lungimirante.
Nelle “scelte” che per noi Marinai e Militi sono tradotti in “ordini” (giuste o sbagliate dei politici e anche degli alti consiglieri al comando) siamo esecutori e parzialmente responsabili mentre i mandanti risponderanno alla loro coscienza (Dio) e anche ai posteri (Cesare).
Per questo reitero e ribadisco quell’unità (oggi forse più allargata…).
“Soli si perde”
Questa è la storia di quattro persone chiamate Ognuno, Qualcuno, Chiunque e Nessuno (proprio come le FF.AA.).
C’era un importante lavoro da fare e OGNUNO era sicuro che QUALCUNO l’avrebbe fatto!
CHIUNQUE avrebbe potuto farlo ma NESSUNO lo fece.
Qualcuno si arrabbiò perché era compito di OGNUNO.
OGNUNO pensò che CHIUNQUE poteva farlo.
Andò a finire che OGNUNO incolpò QUALCUNO quando NESSUNO fece ciò che CHIUNQUE avrebbe potuto fare.
Ergo, il tiro al piccione agli ammiragli, alle carriere, ai 2 marò, ai combattenti visibili ed invisibili, ecc. ecc. che hanno eseguito ma non sono mai stati giustiziati (colpevoli o innocenti) da qualcuno preposto alla giustizia ma dai media, da noi …non proprio come la Sua divina storia che fu invece lapidato dai cattivi “Consigliori” che non erano neanche al Potere.
LA FORZA E’ NEL GRUPPO (che non è un opuscolo di testo del compianto ammiraglio Mario Lucidi o edito per gli istituti di formazione) E UN POPOLO CHE NON ARROSSISCE ALLA VERGOGNA E’ DESTINATO A SOCCOMBERE.
Mi perdoni se inconsapevolmente lo abbia turbato ma è il mio modus vivendi.
P.s. Non mi risulta che ci sia stata una “Norimberga italiana” e neanche processi che abbiano stabilito almeno la verità processuale in chi, consapevolmente o inconsapevolmente, ha sbagliato dal 9 settembre 1943 ad oggi (eccezion fatta per Bettino Craxi).
Sono certo che comprenderà lo sfogo di questo suo subalterno che ancora oggi si ostina a credere in Patria e Onore e che è convinto che bisognerebbe invece Giurare, con le medesime modalità, per l’Europa prima (ma non c’è ancora un esercito europeo) e forse, ancor prima e di più per la NATO … a tutti coloro che decidono di intraprendere questa navigazione.
Un abbraccio grande come il mare e il cuore dei Marinai dentro…
Ezio

Buongiorno sig. Ezio, puoi pubblicare tutto quello che vuoi nella forma da te ritenuta più utile. Non vorrei passare per estremo difensore della categoria degli Ammiragli ma i coloro che hanno caratteri difficili o le mele marce (o le pecore nere) si trovano a tutti i livelli.
La stragrande maggioranza dei marinai è sempre stata corretta e disciplinata, senza che questo vuol dire subire passivamente.
Claudio53

107 commenti

  • Riccardo Chen Lazzeri

    Caro Ezio, due cose: Birindelli non era alla squadriglia MAS, ma alla DECIMA MAS (sai quanto ci tenga) per cortesia niente revisionismo storico politicamente corretto.
    Secondo: gli inglesi piuttosto che liberarlo pensarono di ucciderlo..
    Cordialità,
    Riccardo Chen Lazzeri

  • Cnbordighera Mauro

    era il nostro CINC sul Garibaldi, era davvero un GRANDE, sotto tutti i punti di vista ! Riposa nel tempio degli EROI !

  • Gennaro Caccaviello

    @Vito: puoi dire cio’ che ti pare, ma non cambierai la Storia… Peraltro, mentre Lui la sua medaglia d’oro se l’era conquistata nei fondali del Mediterraneo, quella del Rinnegato era “pizzottata”… Emoticon smile

  • Vito Verde

    Gennaro Caccaviello c’è un libro bellissimo “uomini contro navi”, ti consiglio di leggerlo, vedrai che il “rinnegato” di medaglie d’oro ne ha conquistate DUE, la seconda volta per meriti straordinari, visto che si poteva conferire una volta sola…. non capisco in base a cosa tu possa considerare “rinnegato” il Principe. … forse per l’adesione alla RSI? È stata una scelta da Uomo d’Onore a mio modo di vedere

  • Carlo Pellerano

    Grande Ammiraglio, grande Uomo GRANDISSIMO ITALIANO 7alla banda, Gente in coperta sugli attenti.

  • Giovanni Di Stefano

    grande uomo e marinaio io l’ho conosciuto quel bastardo di Tanassi lo mise in riserva quandi ritornammo da malta era comandante della 6 flotta.oltre ad essere un marinaio anche grande eroe riposa in pace gino

  • Carlo Pellerano

    forse era il comandante di COMNAVSOUTH Napoli nonché comandante di Maridipart Napoli, quindi, se tutto fosse andato nel verso giusto, il futuro Capo di Stato Maggiore M.M.I.

  • Giovanni Di Stefano

    era gia’ stato capo di stato maggiore ai tempi di leone poi passo al comando della 6 flotta

  • Carlo Pellerano

    Mi dispiace deluderla, ma purtroppo non ha mai assunto la carica di capo di stato maggiore, troppo forte fu la protesta perpretata quando era CINCNAV, fece chiudere nelle sale macchina la commissione difesa, con mare grosso, per qualche ora, giusto il tempo di far capire che vita conducevano gli equipaggi

  • Giovanni Di Stefano

    negli anni 60 lo chiamarono gli Americani per formare i famosi berretti verdi era il basco degli arditi incursori questo lo so di sicuro e certificato se non credi alle mie parole fai su yotub e ti rendi conto delle mie parole

  • Carlo Pellerano

    Certamente, lui era al comando di MARIASSALTO, prima denominazione di quello che sarebbe divenuto COMSUBIN per la formazione dei futuri NAVY SEAL, Ti credo, ma essendomi congedato da poco dalla marina militare, ed avendo prestato servizio al G.O I TECNICA , qualcosa conosco

  • Giovanni Di Stefano

    ti dico questo ero la sua guardia del corpo poi sono Livornese lui di pescia in provincia lucca il consubin con il nome teseo tesei fu lui a dagli il nome mi fa piacere io ero di leva 3/48

  • Giovanni Di Stefano

    al varignano c’è un maiale mai usato nella seconda guerra mondiale con il nome biri vuol dire birindelli io confrmo bir scusami

  • Gaspare Di Pino

    L’ho conosciuto personalmente, grande uomo sopratutto umano, non piaceva ai vertici perchè curava anche i propri marinai, come dovrebbe fare ogni capo, ma nella realtà raramente succede. Ho passato oltre trentanni in marina e merdacce ne ho conosciute ma Lui conosciuto personalmente …era unico. Ciao R.I.P.

  • Gennaro Caccaviello

    @Vito: hai ragione, scusami, avevo un attimo dimenticato che il “Rinnegato” uomo d’onore aveva giurato fedeltà al Duce ‘o bluff, al Fascismo, al Patto d’acciaio, alla Germania ed anche ad Hitler, ma in tutti questi giuramenti, aveva dimenticato quelli all’Italia e quello al suo Re, per cui da vero uomo d’onore… il topone…

  • Sebastiano Terracciano

    ..un marinaio con le palle……altro che ammiragliucci..senza palle..tipo in foto sopra…e non solo in divisa..!!!!!

  • Pasquale Perpetua

    birindelli non avrebbe rispedito in india i maro e ora si stara rivoltando nella tomba

  • Pierpaolo Pellegrini

    Carissimo Ezio posso assicurarti che su mia richiesta e del Gruppo ANMI di Pescia e stata inoltrata richiesta di intitolazione di una unita o battello a none dell’ammiraglio Gino Birindelli movm nostro concittadino a cui è stato intitolato il gruppo ANMI di Pescia la richiesta fu fatta subito dopo la sua morte e a tutt’oggi nessuna risposta . L’ammiraglio vive nei nostri cuori di marinai Pesciatini e di tutti i marinai d’Italia che lo hanno conosciuto ed hanno avuto rapporti con lui. Speriamo che un giorno il nostro desiderio sia esaudito e possiamo vedere solcare i mari del mondo da una unità col nome Birindelli.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buongiorno carissimo e stimatissimo Pierpaolo Pieropaolo Pellegrini a te e a tutti gli associati A.N.M.I. di Pescia, nel paese dell’incertezza (…della pena, ma anche di valori etici e morali) l’unica certezza è la carriera dei lacché che da ormai troppo tempo si alternano messi alla guida di ee/oo.
    Il nostro e vostro desiderio, e cioè quello di vedere intitolata una nave a nome Gino Birindelli, giace nei cassetti di illuminati di niente preoccupati solo dei loro tornaconti personali di carriera.
    Il nome alle navi viene proposto dall’u.s.m.m. che per l’appunto custodisce l’appunto…
    Almeno a Lui è stata intitolata la sala operativa di Santa Rosa ma è come farsi una pugnetta: si gode da soli!

  • Angelo Frongia

    Grazie per l’esposizione della vita vissuta del GRANDE Gino Birindelli. Ho l’onore d’averlo conosciuto su nave Impetuoso quand’era al comando della prima divisione navale militare. Ho fatto il servizio fotografico al suo incarico del comando tra l’ammiraglio Spigai a ottobre 1963.

  • Angelo Frongia

    Caro Cianci,lungi da me di accostarmi alla figura del grande, eroe ed ammiraglio e prima Gino Birindelli. Per illuminrarti e tranquillizzarti è stato un errore. Volevo pubblicare la foto (fatta da me)del passaggio di consegna tra l’ammiraglio Spigai e l’ammiraglio Birindelli. Spero di essere scusato e perdonato, ciao e buonanotte.

  • Angelo Frongia

    A completamento per informazione ho avuto l’onore di navigare sull’Impetuoso con la sua presenza a bordo. Ancora buonanotte.

  • Sebastiano Terracciano

    Antonio Bernardini perchè a te risulta ..il tipo in borghese sopra…sia di pasta tale…da rappresentare il BIRINDELLI..e con onore l’istituzione che l’AMMIRAGLIO” vero ha rappresentato.. !!!????

  • Antonino Cianci

    Grazie Angelo Frongia, ma non mi riferivo alla tua foto, che fra l’altro come dici è stata inserita per errore, mi riferivo invece alla foto iniziale, quella in cui appare l’ammiraglio DiPaola, che visto come ha “difesi” i nostri Marò in India, ritengo che non possa essere accostato al grande Gino Birindelli. (E dire che alla nomina di Di Paola a ministro avevamo riposte in lui tante speranze)

  • Francesco Porpora

    Dal suo fare nel 1970 enunciato la frase “passiamo dall’altra parte della barriera” fu chiamato a Roma da quel giorno si videro le migliorie di vita ed economiche grazie Ammiraglio le sarò sempre ricoscente R.I.P.

  • Alessio Anselmi

    Certo lui non avrebbe venduto i due sottufficiali del San Marco come quello un fotografia

  • Pippo Landolfi

    Avrebbe risolto la faccenda in 2 mesi e no in 4 anni e non conclusa ,siamo diventati i zimbelli d’europa

  • Domenico Savio Porcu

    Io sono troppo giovane per poter commentare l’operato di quest’ Ammiraglio valoroso ed eroe di guerra, pluricodecorato! Ma condivido senza dubbio quanto detto dai Luogotenenti Pancrazio Vinciguerra e Pusceddu, che approfitto per salutare ed abbracciare! Solo, devo dire che durante i miei anni di servizio, non ho conosciuto uomini di tal guisa, anche se ricordo un episodio molto simile già citato, sempre nella base di Cagliari! Ricordo piuttosto ore e ore passate sul ponte di volo in grande uniforme sudato e con i piedi che bruciavano per il gran calore sul ferro della nave, o per il gran freddo in nord Europa. Ricordo anche di alcuni Comandanti che mandavano in volo gli elicotteri a centinaia di km dalla nave solo per andare a comprare piantine e fiori dai loro fornitura di fiducia, solo per mostrarsi belli agli occhi dei politici, ridare l’ennesima mano di vernice, buffet principessa, e ogni qualsivoglia genere di cortesia! Vigile venia per le mie rimostranze, chi mi conosce sa che non sono un polemico! Onore comunque anche ad altri Marinai, non citati e purtroppo dimenticati! Auspico che quanto prima vengano riportati alla memoria con ricordi tangibili, come apunto il nome di una nave, o di strutture importanti! Buon vento ad amici, colleghi e le loro famiglie!

  • Gino Lanzara

    Comandante di squadra
    Nel febbraio 1970 in qualità di Comandante in Capo della Squadra Navale, in una conferenza stampa a bordo dell’incrociatore Garibaldi[2] l’ammiraglio Gino Birindelli denunciò la crisi in cui versava la Marina Militare e lo stato di profondo malessere morale e materiale in cui si trovava il personale che vi operava.

    In quella occasione, secondo quanto raccontano i presenti, dopo aver ricevuto con i dovuti onori a bordo della Garibaldi i parlamentari della Commissione Difesa, li suddivise per le varie unità navali alla fonda nel porto di Cagliari, impartendo l’ordine ai Comandanti di tenerli prevalentemente nei locali macchine e caldaie. I parlamentari dopo quattro ore di navigazione con mare forza 2/3 furono riportati sul Garibaldi per la conferenza stampa di rito. All’arrivo dell’Ammiraglio si inalberarono tutti per il trattamento ricevuto, e di rimando Birindelli rispose che quelle erano le migliori condizioni in cui viveva il personale a bordo delle navi.

    Le dichiarazioni di Birindelli scatenarono reazioni e prese di posizione a tutti i livelli e portarono prima alla pubblicazione di un documento noto come “Libro Bianco della Marina”, e di lì a qualche anno alla Legge Navale del 1975, che fu il presupposto di un sostanziale ammodernamento della flotta della Marina Militare.

  • Michele Iavazzo

    Vorrei aggiungere che l’Ammiraglio Birindelli, dopo la nomina a Senatore della Repubblica Presento’ il disegnio di legge per la rivalutazione monetaria dell’indennita di impiego operativo per il personale delle FF.AA – con la legga 187/1976 – Operativa di Base Op di Campagna di Imbarco e di Volo/Aeronagz. – attivavando inoltre dei procedimenti di rivalutazione periodici (noti come scatti +6 +3 ecc)

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