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Giuseppe Tusa dov’è la giustizia?

di Adele Chiello Tusa
https://www.facebook.com/mamma.adele

Copia di Adele Chiello Tusa con il figlio Giuseppe Tusa (f.p.g.c. a www.lavocedelmarinaio.com)Signor Presidente,
mi permetto di evidenziare il grave problema della Giustizia che non arriva mai e pertanto, una madre come me, deve subire oltre il danno di aver perso un figlio, la beffa di non poter ridare dignità, con una vera giustizia, al proprio figlio: “Giuseppe Tusa” un militare al servizio dello stato Italiano, deceduto con il crollo della Torre VTS di Genova, 7 maggio 2013, mentre governava la sicurezza della collettività, ma nessuno ha garantito la sua e quella di altri 8 colleghi di lavoro. Dopo 20 mesi, dalla Sua morte, non riesco ad accedere ai verbali dei soccorsi, per sapere dove sia stato rinvenuto e perché è stato rinvenuto dopo 16 ore mio figlio Giuseppe. Praticamente mi viene negato anche il diritto legittimo di conoscere elementi legati alla sua morte, pensavo che un P.M. fosse dalla parte delle vittime, ma gli eventi mi indicano il contrario. Credevo che la giustizia fosse scontata, invece devo impegnarmi io, sia moralmente che materialmente, affinché si arrivi alle vere responsabilità del gravissimo evento.
Una tragedia annunciata, prevedibile ed evitabile …le istituzioni preposte, che avrebbero dovuto applicare le norme giuridiche sulla sicurezza, hanno violato il diritto fondamentale e Costituzionale di nove lavoratori: “LA VITA”.
Mio figlio ha adempito ai suoi doveri sino alla morte, ci aveva creduto nello Stato e nelle Istituzioni, ma proprio quest’ultimi l’hanno tradito.
Auspico che il Suo lavoro possa contribuire, anche, affinché ci sia il rispetto della Giustizia per le “VITTIME DEL CROLLO DELLA TORRE VTS”, diritto legittimo anche per noi familiari.
ADELE CHIELLO TUSA.

Copia di Giuseppe Tusa Marinaio morto il 7 maggio 2013 nell'adempimento del proprio dovere www.lavocedelmarinaio.com

11 commenti

  • Marco Provenzano

    caro Ezio…cari amici… una disgrazia è disgrazia… nessuno dei nostri colleghi ufficiali sottufficiali o marinai …. appartenenti alla famiglia di mamma Marina viene al lavoro per arrecare danno fisico o procurare danni permanenti o la morte di un collega.
    detto ciò. … quanti dei nostri colleghi si raccomandano l’anima al diavolo per una visita… e quanti escamotage. .. bisogna trovare…. e quanti di noi dopo il servizio notturno non staccano dal lavoro perché devono accumulare…. e quanti di noi… ripeto di noi… non rispettano le regole… fino a quando…. succede ciò.
    Mamma Marina per la sua parte di competenza ha pagato… sta pagando… pagherà. ..
    però noi
    che sappiamo……
    che accettiamo….
    che ci adeguiamo….
    non possiamo accettare questi post…

  • EZIO VINCIGUERRA

    caro Marco Provenzano se c’è qualcosa che sai, che noi non abbiamo compreso, spiegacelo esplicitamente, soprattutto alla mamma di Giuseppe: si chiama Adele Chiello Tusa.

  • Roberto Tento

    Quella Torre nel porto di Genova non doveva essere costruita in quel posto….e’ una disgrazia annunciata…ci sono delle mancanze sulla sicurezza per chi sa dov’era..chi ha sbagliato deve pagare….chi spera nella giustizia arriveremo alle calende greche..come sempre su tutto quando e’ presente lo stato..

  • Marco Provenzano

    Ezio c’è un processo in corso…
    i fatti ci sono… la disgrazia e il dolore dei cari anche… e iddio sa quanto si soffre per la mancanza di un caro…
    ma come si fa a puntare il dito… sulla giustizia? continuo a non capire… attendiamo… e come uomini e donne che hanno sposato la Patria dobbiamo essere fiduciosi.

  • EZIO VINCIGUERRA

    “Nessuna torre di controllo portuale al mondo si trova sul ciglio del mare. E un analogo incidente del 1999 avrebbe dovuto insegnare qualcosa”. L’ingegner Leopoldo Franco non usa giri di parole nella perizia che gli è stata richiesta da Adele Chiello, la madre di Giuseppe Tusa, marinaio della Capitaneria, una delle nove vittime del 7 maggio 2013, quando la Jolly Nero andò a schiantarsi durante l’uscita dal porto, contro la banchina di molo Giano facendo crollare la Torre Piloti.

    La consulenza di parte, la signora Chiello l’ha depositata ieri in procura, nell’ennesimo tentativo di coinvolgere nel processo anche chi costruì la torre e ha permesso fino al 2013 che dentro vi lavorassero delle persone: Authority e Capitaneria.
    Una consulenza sgradita a molti. “Per ottenere le carte necessarie al mio consulente spiega – ho dovuto fare due diffide all’Autorità Portuale e due esposti in procura. Alla fine ci siamo rivolti alla procura generale e dopo un anno le carte sono arrivate. E’ stato un comportamento vergognoso “.

    La perizia contiene alcune importanti rivelazioni. “Nel 1999 una delle palazzine laterali della Torre Piloti venne urtata da una nave, ma nessuno corse ai ripari per mettere in sicurezza la costruzione”. La denuncia con gli estratti della perizia depositata dall’avvocato Goffredo D’Antona sul tavolo del pm Walter Cotugno, punta il dito sull’operato dell’Autorità Portuale e della Capitaneria. Il professor Leopoldo Franco, ingegnere civile idraulico e docente all’università di Roma Tre, evidenzia alcuni aspetti relativi all’incongruità del progetto, in primis l’ubicazione, “un caso unico ed isolato, nessuna torre di controllo realizzata nei maggiori porti del mondo si trova sul ciglio del mare”. All’epoca del progetto (1992-1993), gli strumenti normativi sulla sicurezza erano poco chiari. In generale, indicavano di tenere conto degli eventi eccezionali come scoppi, uragani, urti e non essendoci dati statistici ci si attenere ai regolamenti internazionali britannici e spagnoli (ad esempio British Standars), incaricando le autorità competenti e il progettista di valutare gli aspetti relativi alla sicurezza. “Seppure non precisi, tale argomento non è stato neppure considerato, tanto che anche in difformità delle regole comuni del buon senso, il progetto venne approvato dal consiglio superiore dei lavori pubblici il 15 dicembre del 1993”. Nella terza pagina della perizia, l’ingegnere Leopoldo Franco sottolinea che nel 1996 erano state emesse nuove normative riguardo gli eventi eccezionali, ma che non erano state considerate durante le fasi di collaudo, tanto che la torre divenne operativa nel 1997. “Vi è di più, nel 1999 vi fu l’urto di una nave alla costruzione, più precisamente a una delle palazzine laterali della torre e neppure questo evento, facil- mente prevedibile, era stato sufficiente per correre ai ripari e cercare di mettere in sicurezza la torre e chi lavorava all’interno “. Inoltre, lo stesso anno il Piano regolatore portuale aveva confermato la posizione all’estremità del molo Giano, un “luogo totalmente sbagliato” come aveva affermato pure l’ingegnere capo del porto di Genova, Bruno Ballerini. “Risulta quindi evidente che aver costruito la torre a ciglio banchina, senza il rispetto della normativa e ignorando quello che era accaduto nel 1999, abbia creato un pericolo “. Il perito, che naturalmente specifica che l’evento è “frutto di una coincidenza di più azioni ed omissioni non collegate tra loro”, conclude che l’autorità portuale e la capitaneria di porto non “hanno vigilato sulla sicurezza dei lavoratori intervenendo con opere come la costruzione di frangiflutti, opera idonea a diminuire significativamente il rischio di incidenti”.
    Repubblica.it

  • Marco Provenzano

    Quindi il giornale repubblica fa sentenza quindi i consulenti fanno i giudici…. quindi…. mo lo so…. Ezio io so solo una cosa … io personalmente ho contribuito alla parte cartacea medico legale …. e mai come mai… la Marina Militare è stata così puntuale precisa e efficiente e questo in base a cio che sono direttamente a conoscenza lo fa con tutti i nostri fratelli defunti… non a caso maripers petsonale ha un ufficio apposito che si occupa di questo. ripeto il dolore non si discute. .. come anche la Marina Militare la mia famiglia la mia forza armata…. che avrà si tanti defetti… è fatta di uomini… ma ha anche una grande forza di umanità.

  • Adele Chiello Tusa

    ll Presidente della Repubblica mi ha promesso, davanti la bara di mio figlio Giuseppe, un processo rapido e cristallino, io non ho visto nulla di tutto questo….

  • Adele Chiello Tusa

    Strage torre di Genova, madre siciliana cerca la verità
    «Giustizia insabbiata, perché quel porto non va toccato»

  • Adele Chiello Tusa

    «Non riusciranno a farci tacere, per nessun motivo», ripete donna Adele, figura piccole e enorme che sembra uscita da una tragedia greca, il volto segnato e la voce ferma. «Anche Giuseppe era piccolo d statura, ma era un grande uomo. Non come chi lo ha mandato a morire». E stringe una grande foto del figlio in divisa, il sorriso sul volto. «È stata scattata nella sala mensa della capitaneria, qui a Genova», spiega.

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