Attualità,  Storia

IV novembre, nessuno canti vittoria

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Ezio Pancrazio  Vinciguerra (www.lavocedelmarinaio.com)Oggi mi sono recato a celebrare i caduti prima al cimitero della cittadina dove risiedo e poi, in compagnia di un sparuto gruppo di persone, per lo più anziani iscritti ad associazioni d’arma e di una minuscola rappresentanza di studenti, alla celebrazione della Santa messa.
Il parroco prima di iniziare la funzione religiosa ha chiesto agli studenti presenti che cosa si festeggiava oggi e più esattamente la data di questa celebrazione.
PovertàNon hanno risposto, non lo sapevano…
Sono arrossito dalla vergogna!
Si potrà dire che il popolo avrà vinto solo quando si avrà il piacere di constatare che la democrazia riprenderà il suo cammino nella giusta direzione, quando avremmo sconfitto quella povertà che ancora avanza, in una parola: l’ignoranza della nostra storia o meglio ancora quello del perduto senso di appartenenza.
Nessuno gioisca! C’è ancora tanta strada da fare!
Un popolo che non insegna ai propri figli la storia, anche quella più dolorosa, è un popolo destinato a soccombere perché non arrossisce alla vergogna.

36 commenti

  • Mimmo De Iulis

    Deve sembrare cosi , ma cosi non é… le guerre si fanno solo ed esclusivamente per interesse di alcuni. In genere soldi e potere.

  • Guglielmo L'Evangelista

    Non è questo il punto, La guerra si fa per risolvere, per avere. Si decide, si soffre, ci si sacrifica. Cose che oggi non si sanno più fare. Non si sa vincere, non si sa perdere. Nemmeno mettere un treno in più o riparare una strada

  • Roberto Tento

    Purtroppo fra’ Ezio le cose sono cosi’…vedo seguendo i miei nipoti con i compiti di classe non parlano della nostre guerre ed i sacrifici fatti dai nostri padri, stiamo diventando un paese di ignoranti anche con Lauree e Diplomi..

  • Bruno Capogrosso

    Sono i nostri politici quelli lì dietro che non fanno onore!!!!!vergogna non siete degni di questa nazione! !!!!

  • Cardia Sergio

    fanno tutti ,la faccia da tristi da addolorati ma è solo ipocrisia, significa far morire tante volte i nostri eroi

  • Domenico Capobianco

    tanta retorica ,per farsi notare,onorano i soldati morti ed i vivi li lasciano in mano agli indiani…

  • Piero Vatteroni

    Oh! Gli ombrelli di Cottarelli. Il grande Presidente Ciampi si metteva la sua bustina militare ed affrontava senza problemi la pioggia ed il vento. Altra classe, altro stile, altro rispetto verso coloro che si sono immolati per il bene del nostro Paese.

  • Fulvio Benna

    Siamo l’ultima generazione che ha imparato a scuola l’Inno di Mameli e la canzone del Piave e abbiamo imparato che qualunque sia la fede politica prima di tutto veniva la PATRIA ciao FRA

  • Virginio Trucco

    Purtroppo oggi ci si vergogna del passato. Se parli di queste cose sei subito affidato come guerrafondaio militarista. Ma ha tanti giovani di oggi farebbe bene un podi sano militare lontano dalla protezione ossessiva. Cerco di raccontare questa storia ai miei figli, come me la raccontava mio nonno. Ragazzo del 99 bersagliere ciclista. Ricordo che con fratello e cugini ci sedevano in terra intorno a lui ed ascoltavano rapiti i suoi racconti FI guerra. Diamo cresciuti tutti normali. Nessuno è assetato di sangue. Unico effetto e il rispetto per la nostra Bandiera. L’ Italia e tutte le persone anche se non la pensano come noi

  • Pino Morabito

    Mio figlio mi ha chiesto perché si festeggia il 4 Novembre. Cosa insegnano a scuola? Gli ho raccontato di quella volta che mio zio, fratello di mio papa’, fu mandato in Russia , senza un equipaggiamento adeguato, ferito gravemente e rimpatriato.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buonasera a tutti e grazie per avere letto fino in fondo ed avere testimoniato su questa pagina e con i vostri cari la celebrazione del IV novembre. Scriverò ancora in merito…perché mi avete stimolato!
    Cos’è la colpa, cos’è la pena?
    A volte in noi si genera un senso di colpa che spesso comporta una pena. Colpa e pena vanno a braccetto: la colpa è il nostro peccato e la pena è la sua conseguenza. Colpa e pena sono paragonabili ad una ferita che anche dopo aver smesso di sanguinare continua a darci dolore

  • Antonio Gattuso

    Quando leggo questi cose mi chiedo se possono parlare tutti i caduti per difendere la nostra amata patria cosa ci direbbero .ma chi c’èla fatto fare

  • Romano Sauro

    Bisogna raccontare la storia per collegare il passato col presente; solo così – almeno io la penso così – potremo costruire dal presente il futuro. Ne abbiamo tutti bisogno e i nostri morti, caduti per la Patria, ce lo chiedono.

  • Salvatore Lepre

    purtroppo Ezio, stiamo perdendo sempre piu il senso di appartenenza. Le parole come Patria e Onore suonano alle orecchie dei nostri figli come desuete, che non hanno senso.

  • Romano Sauro

    Un giovane lettore del libro “Nazario Sauro – Storia di un marinaio”, Roberto di 28 anni, mi ha scritto queste belle parole: “Spero che tanti giovani come me possano appassionarsi alla storia di suo nonno e a quella di tanti uomini e donne che hanno creduto nel sogno di un’Italia libera e unita”.

  • EZIO VINCIGUERRA

    🙂 buonasera e ancora grazie per l’affetto,la comprensione e la compagnia. Un detto latino recitava: De mortuis nihil nisi bonum (non parlare dei morti se non favorevolmente). Io lo faccio da tempo e quelli come noi hanno compreso lo “spirito” e ci siamo abbastanza adeguati per questa illuminata pietà che ci spinge ad applicare il precetto cui si ispira la massima perchè siamo fieri della nostra terra, delle nostre tradizioni, del nostro passato e di essere marinai di una volta e quindi marinai per sempre!

  • EZIO VINCIGUERRA

    🙂 Ciao Roberto Tento …proprio così. Usero la tua didascalia per un articolo che sto scrivendo…col cuore. Grazie

  • Giacomo Tulumello

    C’è da restare solo in silenzio abbasso le guerre di qualunque tipo quanti dolori porta con se
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