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Tra il dire e il fare c’è di mezzo la vocazione

di Meroni Diego

…ricevo, rifletto e pubblico convinto sempre più che mancano le vocazioni.
(Pancrazio Ezio Vinciguerra)

Meroni Diego per www.lavocedelmarinaio.comCiao Ezio,
tra il dire e il fare c’è sempre la “vocazione” per  tenere saldi i principi di Civiltà, Onore e altre caratteristiche che oggi suonano come arcaiche e anacronistiche.
Purtroppo si raccoglie ciò che si è seminato da oltre trent’anni (e oltre). Un continuo declino di questi fondamentali elementi che ci hanno fatto impantanare anche sulla nostra Costituzione Repubblicana e quindi sul nostro Italiana Popolo sovrano.
Non voglio certo evocare scenari Evoliani di una società suddivisa in grandi uomini e gregari. Mi rifarei, invece, ad una società dove vi sia l’abolizione di un “divismo individuale” e dove tutti possano avere, mezzi e possibilità, per esprimere al meglio le proprie attitudini.
Ma tra il dire e il fare, bisogna fare i conti con concetti molto meno astratti che si riassumono nella frase: “tirare la fine del mese“….
Ci siamo impoveriti non solo nel portafogli, ma intellettualmente, o meglio, abbiamo subito, gradualmente, un distacco da tutto ciò che è l’elevazione del pensiero.

Chi intraprende un lavoro per la società o che indossa una “divisa” è spinto, nella maggior parte dei casi, dalla necessità di un lavoro e non da una vocazione vera e propria.
Questo perché si e fatto agio nell’individuare nell’impegno statale (civile o militare che sia) un enorme bacino di raccolta per tutte quelle persone che non sono riuscite ad inserirsi in un ambiente di lavoro per mancanza di specializzazione o per disagi ambientali.
Nella mia, pur breve, esperienza ho avuto sia la fortuna di conoscere operatori di Marina di enorme spessore umano e professionale, come persone che non hanno avuto altra possibilità se non quella di arruolarsi…
Non ho certo l’ardore di aver scoperto nulla ma, questo tipo di atteggiamento spazia da un equipaggio di un nave a una sala operatoria, da un reparto in fabbrica, a una officina.

La vocazione è anche di perseveranza, spirito di sacrificio e caparbietà nel conseguimento degli traguardi prefissati. Il miglior lavoro che possiamo fare per noi, per la nostra Patria e per il futuro dei nostri figli è quello di infondere questi valori a chi continuerà il nostro cammino, come i nostri genitori hanno fatto con noi.
Con questa speranza, che è anche una ripromessa nei miei confronti di genitore, ti ringrazio ancora per la tua attenzione e contraccambio il tuo abbraccio.

Tra il dire e il fare ci sono di mezzo le vocazioni - www.lavocedelmarinaio.com

25 commenti

  • Marino Miccoli

    Condivido in toto le profonde riflessioni di Diego Meroni, i princìpi di cui tratta e soprattutto mi piace quando ha scritto:”Il miglior lavoro che possiamo fare per noi, per la nostra Patria e per il futuro dei nostri figli è quello di infondere questi valori a chi continuerà il nostro cammino, come i nostri genitori hanno fatto con noi.”
    Bravo Diego, spero di leggere ancora dei tuoi pregevoli scritti su questo sito.

  • Don Gino Delogu

    Già, perché nessuno lo voleva fare? Non sarà mica per la vita dura che si doveva e si deve affrontare?

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Meroni Diego , cosa ne penso in tutta franchezza?
    Condivido parola parola della tua disamina. Un abbraccio e grazie. Non so se gli altri amici del blog sono d’accordo con noi ma io ribadisco, ancora una volta, che mancano le vocazioni.

  • Arpaia Teresa

    Mi piace ,condivido pienamente..porto con me..x fortuna..la vita quotidiana..il correre le preoccupazioni..cmq nn cambiano chi crede in certi valori..e ne fa ragione di vita..la vita in fondo va affrontata con vocazione di agire e lottare per tutto ció in cui si crede…buon proseguimento di giornata…..grz Ezio x il tuo blog ..e x le testimonianze di amici che condividi con tutti noi ..buon tutto a

  • Maria Carla Torturu

    Ci hanno tolto in estrema sintesi la gioia della solidarietà, meglio tirar l’acqua al proprio mulino Meroni Diego e più che vocazione io la definirei consapevolezza di costruire qualcosa di buono e di bello per il futuro, ognuno con il suo lavoro; come quei due tizi che ammucchiavano pietre. Ad entrambi chiesero: che stai facendo ? Il primo rispose : non so, metto pietre una sopra l’altra – L’ altro disse: io incastro le pietre tra loro per costruire una cattedrale ..il secondo era consapevole e quindi realizzato

  • EZIO VINCIGUERRA

    Sono contentissimo dei vostri commenti e sulle parole spese su di Meroni Diego…sintetizzano il pensiero degli amici (che mi tengo ben stretti) che frequentano questo nostro diario di bordo.

  • Enzo Arena

    Certamente mancano le vocazioni. Tanti anni fa, quando non c’era crisi ed il lavoro si trovava in modo relativamente facile, solo chi aveva la vocazione sceglieva di intraprendere un duro lavoro militare a volte anche bistrattato. Se cento chiedevano di venire in Marina, tutti e cento erano convinti ed entusiasti di quello che sceglievano per il loro futuro. Adesso sono in mille che chiedono di venire in Marina ma solo cento di loro lo fanno per vocazione, gli altri novecento sono in cerca di un lavoro qualsiasi. Tra i cento che vinceranno un concorso quanti saranno quelli che hanno partecipato per amore della Marina?

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buonasera carissimi, dopo un periodo di vacche grasse sono arrivati i periodi di silenzio …in tutti i sensi. Bisogna assolutamente uscire da questo pantano e dare fiducia a quei giovani che hanno qualcosa da dire e da fare.

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