I disastri ecologici del petrolio
a cura di Collegio Nautico
Negli ultimi anni sono stati versati in mari ed oceani milioni di tonnellate di petrolio, in parte a causa di incidenti alle petroliere o a piattaforme petrolifere, in parte per consuete operazioni di lavaggio, e in parte per scarichi dall’entroterra.
Secondo dati ONU, dal ‘77 al ‘95 nel solo Mediterraneo sono state immesse 63500 t di idrocarburi (52% da navi, 25% da scarichi civili, 17% da industrie e 6% da altre fonti) e si sono verificati 268 incidenti di cui 202 con sversamenti di petrolio e 66 di altro materiale tossico.
Il petrolio ha effetti devastanti per gli ambienti marini: essendo più leggero dell’acqua, forma uno strato superficiale che impedisce ai raggi solari di penetrare in mare, bloccando i processi fotosintetici. Inoltre, il cosiddetto “oro nero” imbratta le branchie dei pesci, asfissiandoli, e ricopre le penne degli uccelli acquatici impedendo loro il volo.
L’elenco dei naufragi di grandi navi petroliere, responsabili di catastrofi ecologiche, è purtroppo lungo.
La “Amoco Cadiz” affondò nel 1978 davanti alle coste bretoni, versando in mare circa 230000 tonnellate di greggio. La “Maria Alejandra” esplose nel 1980 davanti alle coste della Mauritania. Nello stesso anno fece la stessa fine la “Mycene”, davanti alle coste del Senegal. Nel 1989 la “Exxon Valdez” si incagliò nel golfo dell’Alaska: 35000 tonnellate di petrolio inquinarono 1500 km di costa. Nel 1993 la petroliera “Braer” fece naufragio al largo delle isole Shetland, in Scozia. Nel 2002, davanti alla Galizia (nord della Spagna) affondò la petroliera “Erika”, la cui chiazza di petrolio arrivò a toccare sia le coste francesi che quelle portoghesi.
Ultimo in ordine di tempo (per lo meno al momento in cui scriviamo) il naufragio della nave “Sheng Neng I”, avvenuto 3 aprile scorso a ridosso della grande barriera corallina australiana. La fuoriuscita di petrolio ha formato una scia chilometrica in mare mettendo a rischio l’incolumità di uno dei più delicati e complessi ecosistemi del Pianeta.
Nel nostro mare, le due principali catastrofi avvennero entrambe nel ‘91: il traghetto “Moby Prince” e la petroliera “Haven”. Il primo, nella rada di Livorno, speronò una petroliera dell’Agip, provocando 140 morti e la fuoriuscita di 25000 tonnellate di petrolio. La petroliera cipriota “Haven”, fra l’11 e il 14 aprile 1991, bruciò affondando a poche centinaia di metri dalla costa, di fronte ad Arenzano: la colonna di fumo oscurò il cielo per molte ore, il relitto si spaccò in due e affondò posandosi a 80 metri di profondità, dove tuttora si trova.
Lo sversamento di greggio in mare può anche non essere non è però legato a naufragi di petroliere: nell’agosto 2006, durante la “guerra dell’estate”, l’aviazione israeliana bombardò e distrusse i depositi di greggio sulla costa del Libano; il petrolio si riversò in mare, con danni enormi agli ecosistemi costieri e alla ripresa economica e turistica di quel martoriato Paese. Un disastro ecologico di analoghe dimensioni si era già verificato durante la guerra del Golfo del 1991, dove i pozzi petroliferi coinvolti dagli eventi bellici riversarono il loro greggio nelle acque del golfo Persico.
32 commenti
EZIO VINCIGUERRA
Ciao e grazie…un abbraccio grande come il nostro mare, quello pulito e trasparente che non potranno mai inquinare.
Collegio Nautico
grazie dell’attenzione!
Collegio Nautico
Ciao Ezio!!!!
EZIO VINCIGUERRA
Ciao carissimo…un altra settimana di supplizio per la marineria fra processo Costa, Jolly Nero, armatori che parlano a caz.. inquinamento, Il Papa che lancia anatemi e qualcuno fa finta di non sentire e, soprattutto capire. Un abbraccio
Francesco Melis
ciao ezio
EZIO VINCIGUERRA
Ciao Francesco Melis
Francesco Melis
sono in guerra con la capitaneria
EZIO VINCIGUERRA
🙁 spero solamente per burocrazia…
Francesco Melis
solo a parole mi anno bloccato tre certificati ma oggi o avuto la conferma che o ragione io e non loro
Silvana De Angelis
in un’epoca in cui tutto costa……godiamoci questi spettacoli…che fanno bene all’anima!
Enrico Calisto
Ma perchè in galera non ci finisce chi ha voluto la torre in quel punto poggiata su una palafitta ? Questi sono i veri colpevoli !!!
Lorenzo Leo
amaramente condivido
Marinaio Telegrafista
Ciao Ezio..e grazie per il post!!!
Silvana De Angelis
buongiorno amici marinai…..il ns pensiero del giorno è sempre rivolto a loro…..
Roberto Tento
Non vergogniamoci mai di mostrare la nostra bonta’, anche se siamo in un ambiente dominato dalla cattiveria “Anne Dickson”
Pietro Gargano
Grazie per affrontare questi temi, in modo che svegliano le nostre coscienze. E per la salvaguardia del nostro pianeta.
Simone Quaranta
Purtroppo, quello che no si sa è che la maggiorparte degli inuinanti del mare dproviene da terra: Detersivi, sostanze chimiche, reflui da allevamenti, mancanza di Depuratori, ecc. ecc. oramai il petrolio sversato in mare è davvero l’ultimo dei problemi per il mare. I dati riportati sono vecchi di 20anni; le nuove navi sono a doppio scafo e molto sicure. Il Disastro della Weika fu causato dall’incompetenza degli enti governativi spagnoli che rifiutarono il “rifugio” al Comandante che notando il pericolo voleva portare la nave al riparo. Invece fu ritenuto opportuno respingerla al largo per alontanare ilpericolo che invece si è manifestato in tutta la sua devestazione!!
Gianni Anelli
bel soggetto, grazie. ci induce a pensare e riflettere!
Piero Gargano
Non c’e’ problema primario o secondario, un problema e’ un problema, stiamo uccidendo il pianeta.
Simone Quaranta
Concordo, ma non facciamoci condizionare o “gestire” da chi ne ha interessi, additando ad altri problemi propri…Il Pianeta lo uccidiamo tutti, quando pigliamo la macchina per comprare le sigarette o accompagnare il”bambino” a scuola perchè può prendere freddo…Moltiplicate questi banali gesti per milioni di persone per più volte al giorno e vi rendete conto cosa stiamo facendo,,
Pietro Rossi
ieri a Taranto, mar grande fuoriuscita di petrolio da una fabbrica……..solita…..
EZIO VINCIGUERRA
Buongiorno amici e grazie per aver commentato…
Roberto Tento
Siamo ai soliti discorsi, la diversita’ di un comandante della Marina MIlitare e di un comandante della mercantile gli abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni , non mischiamo l’oro con il ferro..
Enzo Bello
Quante barche abbiam visto ad andare a sbattere sul molo? Come si fa a dover far manovra in uno spazio cosi ristretto? In Marina non esistono manuali di informazioni sulla sicurezza? O è solo una questione di soldi e tutti se ne sbattono.
Mariantonietta Belvisi
beh , costruita forse nel punto sbagliato…una manovra sbagliata? motori inceppati e il motorista navale? bah…
Enrico Calisto
Non è stretto il fatto che la torre non andava costruita li e la banchina non doveva essere una palafitta nel vero senso della parola perchè era poggiata solo su piloni, chissà perchè la vecchia torre è arretrata. I vecchi erano molto più coscienziosi.
Mariantonietta Belvisi
credo tu abbia ragione enrico…
Enrico Calisto
@ Roberto Tento non so lei ma di comandanti su navi mercantili ne ho avuto molti e a parte due Spagnoli che lasciamo perdere, la serietà e le capacità della marineria Italiana è fuori discussione, Schettino a parte !
Mariantonietta Belvisi
senza dubbio…
EZIO VINCIGUERRA
…senza dubbio: poche gocce di pipì non possono inquinare il mare come poche mele marce non possono minare le capicità e la serietà dei lavoratori del mare.
Silvana De Angelis
Il pane dei marinai è fatto di sette croste.
D'Angelo Ezio
Ricordate che coloro i quali godono di far del male agli altri, probabilmente non hanno altri motivi di gioia e di soddisfazione.Pagliacci falliti che non sono protagonisti della loro vita ma spettatori della vita degli altri che vivono di vigliaccheria e di odio con teste vuote e lingue lunghe.Il feticcio umano .VERGOGNATEVI.