Cipolle per il mio marinaio
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
Lunedì 8 aprile, il Teatro Millelire di Roma presenta “Cipolle per il mio marinaio” di Angelo Zito. In scena Katia Nani e lo stesso autore che ne firma anche la regia.
L’opera teatrale che ha vinto il Premio Alessandro Fersen, quarta edizione 2008 sezione monologhi, è la storia di una donna che manifesta, con i toni dimessi della quotidianità ma con dedizione sincera, il suo amore per il marito, che fa il marinaio. Lui ha una donna in ogni porto e sembra deciso ad abbandonarla. Il monologo è apprezzabile per i toni autentici della confessione della donna, che raggiungono il timbro del patetico ed un umile ma schietto clima poetico. Il finale, teatralmente efficace, lacera la tela del sogno domestico della donna e rivela una drammatica realtà.”
Titolo: Cipolle per il mio marinaio
di e con Angelo Zito e Katia Nani
TEATRO MILLELIRE
Via Ruggero di Lauria, 22 – Roma
Info: 06/39751063 – info@millelire.org
In scena 8 aprile 2013 ore 21.00
6 commenti
Maria Carla Torturu
mi fai venir voglia di vederla
EZIO VINCIGUERRA
E’ una storia triste…ma vale la pena perchè scava nell’intimità dei sentimenti umani
Silvana De Angelis
E’ ora di stendere le mie bianche vele alla leggera brezza di sud-est che mi annuncia essere giunta l’ora di partire ancora una volta verso quella linea dell’orizzonte che la mia barca non raggiungerà mai. Ma dietro quell’orizzonte ci sono altre terre, altri amici che vorrei conoscere meglio prima di doverli lasciare. Destino del marinaio, sempre insoddisfatto, perché pensa che, sull’altra riva, sempre più lontano, debba trovarsi quello che cerca. …….(web)
Roberto Tento
Chi cerca trova…lo auguro con tutto il cuore mia cara amica….
Antonio Rinaldi
scusa cara silvana ma dopo aver fatto 16 anni di imbarco e 5 campagne addestrative che si partiva a giugno e si rientrava a ottobre e tante altre missioni che non sto qui ad elencare sono sempre stato soddisfatto e ho trovato sempre quello che cercavo. scusa se ti ho chiamato cara silvana.
Silvana De Angelis
Al finire del giorno
come naufraghi
rimaniamo
sulle dune.
Ad ammirare
il tuffo lento del sole
spegnersi nelle onde
come fondersi di rame.
Il vento complice
soffia cospargendo
su di noi granelli di sabbia
A simular una carezza
che si fa brivido
ad ogni tocco
del nostro preludio d’Amore