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Protezione delle navi

Collegio Nautico

Questa espressione indica, nella costruzione navale militare moderna, tutti i mezzi passivi che concorrono a difendere l’integrità, la stabilità e la galleggiabilità delle navi contro gli effetti degli attacchi eseguiti contro di esse con missili, artiglierie, armi subacquee, armi aeree: da qui la sua differenziazione organica in diverse forme, sempre però tra loro complementari. Il primo mezzo di protezione, impiegato soprattutto contro l’attacco perforante, è costituito dalla corazza, cioè da piastre di acciaio speciale; sistema molto pesante, che quindi può essere adottato integralmente solo per limitate parti della nave (apparato motore, depositi munizioni, impianti artiglierie, comando ecc.) e sulle navi di grande dislocamento.
Il secondo mezzo di protezione, adoperato specialmente contro le esplosioni, è costituito dalla compartimentazione, vale a dire dalla suddivisione verticale e orizzontale dello scafo in locali stagni, del minimo volume compatibile con quanto essi contengono (macchinari, armi, depositi ecc.), separati mediante paratie ordinarie o corazzate, conformate in speciale maniera per accrescerne l’efficacia, specialmente se destinate contro esplosioni subacquee.
Un terzo sistema di protezione subacquea è quello ad azione idrodinamica, con il quale si dispongono all’interno dell’involucro resistente da proteggere una o più strutture tubolari leggere, vuote e circondate, nell’intercapedine esistente tra esse, da acqua. All’atto dello scoppio (siluro, mina), l’acqua dell’intercapedine, incompressibile, schiaccia le strutture tubolari, assorbendo così gran parte dell’energia dell’onda di esplosione e diminuendone la pressione sull’involucro da proteggere. Queste varie forme di mezzi protettivi passivi vengono tra loro coordinate, tenendo conto delle caratteristiche architettoniche proprie della nave (stabilità e galleggiabilità) e dei mezzi protettivi attivi, destinati essenzialmente a espellere l’acqua che può invadere i locali interni attraverso le brecce provocate dalle offese, a combattere gli incendi, la presenza di gas venefici e gli inquinamenti radioattivi.

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