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I mercantili in guerra

Mario DeLuca

– Il sacrificio di tante unità italiane durante il secondo conflitto mondiale –

Chi non fa la guerra subisce comunque la guerra. Eterna ingiustizia che si applicò ai mercantili, veicoli dello sforzo bellico, impegnati nel trasporto di merci, benzina, esplosivi, armi, soldati, e attaccati proprio per questo. Migliaia di navi grandi e piccole vennero affondate di giorno e di notte, magari d’inverno, spesso con la sofferenza dei protagonisti che non sapevano se e quando sarebbero stati salvati. Quando si scampava alla navigazione e si arrivava in porto, anche lì si veniva attaccati, e il premio per una traversata riuscita era ripartire di nuovo. Molti marinai naufragarono più volte. Molte navi furono affondate, recuperate, catturate, affondate ancora. Una volta colpite le navi tentavano di andare sulla costa a incagliarsi, per un successivo recupero, ma anche lì venivano colpite più volte da chi era in cerca di bersagli. Se si poteva, si tentava il rimorchio. Qualche volta si lasciava il relitto alla deriva, perché era pericoloso anche solo avvicinarsi. Quando non c’era niente da fare si usava il cannone per non lasciare la nave al nemico. Navi sopravvissute a tanti viaggi furono auto affondate o sacrificate per ostruire un porto.
Molte furono trovate affondate, senza ricordare in quale bombardamento fosse accaduto. Tante navi vennero recuperate per riutilizzarle perché ogni scafo galleggiante serviva, ma molte vennero semplicemente recuperate per toglierle di mezzo, essendo un pericolo per la navigazione o un ingombro nei porti dove erano poggiate sul fondo. Non c’erano solo le navi da carico, ma anche i traghetti, i rimorchiatori, le navi ospedale, le navi ausiliarie. La lunga lista delle navi perdute contiene anche tantissimi velieri grandi e piccoli, segnalandoci la scomparsa di tante imbarcazioni a vela e in legno di valore storico. Il grande e continuo lavoro di recupero durante e dopo la guerra, ci suggerisce l’attività di una moltitudine di palombari che dovevano rattoppare gli squarci. Anche tirare su e raddrizzare i relitti, svuotandone le stive, smantellarli, rimuoverne i resti, non doveva essere uno scherzo. Lavori pericolosi che avranno avuto pure loro caduti e feriti, ma senza clamore.

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