Che cos'è la Marina Militare?,  Marinai,  Naviglio,  Racconti,  Recensioni

40 bottiglie di whisky

di Bruno V. Bardelli

Un brutto episodio per fortuna finito bene…

Era giugno o luglio del 1966 eravamo imbarcati sul rimorchiatore Po della Marina Militare. La cerimonia dell’ammaina bandiera era avvenuta da circa 10 minuti ed eravamo in fase di cazzeggio in attesa della cena. I franchi erano già scesi a terra per la meritata libera uscita.
Ad un  tratto sento due marinai, seduti sull’unica panchina di bordo. Parlavano di una scommessa che consisteva nel riuscire a bere, come usiamo dire noi marinai “a canna”, almeno mezza bottiglia di Jhonny Walker. La posta in palio erano 20 bottiglie della prestigiosa marca.
Si fece avanti Cane, un marinaio campano, molto robusto.
Iniziò a bere mentre con l’equipaggio presente a bordo cercavamo, in ogni modo, di dissuaderlo.  Non ci riuscimmo ed io stesso dovetti desistere alla sua caparbietà.
Un minuto dopo, quando staccò le sue labbra dalla bottiglia dalla bocca, constatammo che il contenuto rimasto, era meno della metà. Cane aveva vinto la scommessa!
Mentre gli parlavo, notavo il cambiamento: da uomo sano, sobrio e robusto, passò a ubriaco “perso”, nel giro di 3 minuti.
Cane  svenne. Avevamo paura che fosse entrato in coma etilico. Tentammo di rianimarlo con l’infermiere di bordo ma non si svegliava, aveva la bava alla bocca…
Decidemmo di chiamare l’ambulanza e di ricoverarlo all’ospedale di Messina.
Venimmo messi a conoscenza che al Pronto Soccorso gli fu somministrata una energica lavanda gastrica e dopo due giorni Cane rientrò a bordo.
Quando aprì il suo stipetto, la prima cosa che fece fu quella di  regalare all’equipaggio le sue 20 bottiglie di whisky più le altre 20 vinte con la scommessa, per un totale di 40 bottiglie.
Avevamo compreso di averla fatta grossa e la settimana successiva, con il ricavato della vendita delle 40 bottiglie, ci recammo “da Nunnari” per festeggiare all’amicizia.
Penso che Cane, dopo quell’episodio, non abbia più toccato un liquore in vita sua.

15 commenti

  • Bruno V. Bardelli

    Carissimo, pregiatissimo e preziosissimo Bruno quando pubblico le vostre emozioni è come se pubblicassi le mie. E’ vero, credimi. Oggi, in queste condizioni in cui siamo ridotti, è inevitabile che si perda il senso di appartenenza ad una comunità conscia dei propri valori.
    Noi siamo marinai di una volta e siamo attenti a non disperderli queste emozioni ma a concentrarle su quanto è necessario per realizzare la vita in osservanza al principio fondamentale posto a base della nostro credo istituzionale fatto attraverso un Giuramento alla Costituzione Repubblicana e cioè a noi che ancora ci ostiniamo a credere.

  • Sandro Macchia

    le debolezze dell’uomo quando emergono e le si combattono rafforzano lo stesso e lo rendono più colto.

  • Elena Spirito Pirrone

    Ridi di te stesso e della vita. Non con lo spirito di derisione o di lamentosa autocommiserazione ma come se fosse un rimedio, una medicina miracolosa che allevia il dolore, cura la depressione e ti aiuta a vedere in prospettiva la sconfitta del momento apparentemente terribile….

  • Piero Giunchiglia

    ……negli anni 1965/66 vi era a bordo un Marinaio proveniente dalla Marina Mercantile…era proveniente dalla zona della Costiera…gente dura che navigava dalla piu’ tenera eta’…..un giorno il Capo Cannone….informa il Com/te in 2° di qualche cosa e dopo un po’ ci troviamo tutti in gruppo per andare nelle doccie dei marinai…a vedere non si sa’ che’…il Capo Cannoniere sogghignava….In effetti sotto la doccia vi era il marinaio in questione….nudo come un verme…aveva tatuato un serpente …la coda partiva dalla gola e la testa finiva sulla punta della pelle della …minch….!!!!!! Incredibile..lo aveva fatto a S ingapore….dicevano gli altri Marinai..che era molto ricercato dalle donne non mi ricordo come si chiamava……….

  • Fanzo Osvaldo

    sicuramente è stata dura, lo stesso è successo anche a me, una sera a cagliari dopo il rientro in porto con l’altair siamo andati in franchigia, e si andava a cena in una trattoria in corso vittorio emanuele, eravamo clienti fissi e quella sera si aveva voglia di fare i pazzi, scommisi con un frà su chi avrebbe bevuto più grappa, io veneto e lui del sud, alla fine vinsi io con una bottiglia di grappa ibarna ( da allora non l’ho più bevuta quella), mi portarono a bordo e non so come abbiano fatto a farmi passare dal boccaporto, mi sono svegliato dopo un paio di giorni, non racconto altro sarebbe indegno per chi mi legge.

  • Bruno Corti

    ehmmm capitò anche a me al dragaggio , il giorno dopo mi svegliai all’ospedale militare di La Spezia

  • EZIO VINCIGUERRA

    Un abbraccio a Bruno V. Bardelli per questa testimonianza che, a giudicare dai commenti, accomuna parecchi di noi

  • Bruno V

    Quello che succedeva tutti noi nel periodo militare viene raccontato ……esattamente come si è svolto con la semplicità di chi l’ha vissuto. Scriveremo altre cose il Comandante Piero Giunchiglia ed io. Ma di una cosa state certi è solo la pura sacrosanta verità. Se l’amico Ezio vorrà pubblicarle sarà solo per me un grande onore. Grazie Fratelli di Mare per le vostre testimonianze…bruno v.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *