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Velella da oltre 60 anni a 60 metri di profondità

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Da oltre 60 anni a 60 metri di profondità, il sommergibile Velella attende di essere recuperato al largo di Punta Licosa. Lo sanno i 50 marinai dell’equipaggio che invano si sono immolati per la Patria prestandone servizio e giacciono nelle profondità e nel silenzio del mare, lo sanno i loro parenti e familiari che invano hanno chiesto, lo sanno i pescatori di Santa Marina di Castellabate che impigliano le loro reti di pesca, lo sanno i subacquei che puntualmente ripropongono foto e filmati sull’ottimo stato di conservazione dello scafo. lo sanno gli storici e gli alleati, lo sa lo Stato Italiano che malgrado  le proposte per recuperarlo sembra rimuovere invece solamente la sua storia recente.
L’armistizio era stato già firmato e il 7 settembre, all’oscuro di tutto, il comando dei sommergibili. nella certezza di un ormai imminente sbarco alleato, rese esecutivo il piano “Zeta”, disponendo lo schieramento nel basso Tirreno di 11 battelli (tra cui il Velella) a copertura delle coste dal golfo di Gaeta a quello di Paola ed altri 9 più a sud. Alle ore 15 di quel 7 settembre il Velella, al comando del Ten.Vasc. Mariò Patanè, lasciò Napoli. Mentre si andava completando lo schieramento antisbarco dei nostri sommergibili, radio Algeri alle ore 18.38 del successivo 8 settembre annunciava l’avvenuto armistizio, costringendo poco dopo il maresciallo Badoglio, ancora tergiversante, a confermarlo da Radio Roma con un proclama che cadde come un fulmine a ciel sereno su una nazione ancora in guerra. Alle 21.10 Maricosom diramava a tutte le unità il messaggio di cessare le ostilità, ma il Velella non poteva riceverlo. Era già immobile sul fondo da ventiquattro ore colpito dai siluri del smg britannico Shakespeare. Da allora per quei cinquanta morti, per quegli ultimi caduti di una lunga guerra, è sceso l’oblio. Mentre si consumava l’onta della resa della nostra Flotta sotto i cannoni della fortezza di Malta, nessuno ha voluto mai ricordare il sacrificio sostanzialmente inutile di quell’ultimo sommergibile.
Aspettano risposta:
– Ten. Vasc. Mario PATANE’, Comandante
– S.Ten. Vasc. Roberto VITTORI, Uff.le in 2ª
– Ten. GN Pietro SERRAT, Direttore di Macchina
– Guardiamarina Enzo BAZZANI
– S.Ten. GN Ildebrando BANDINI
– Asp. Guardiam. Raffaele NOVELLINI
– C°2^cl. Andrea SESSA
– C°3^cl. Giuseppe ALUNNI
– C°3^cl. Eudecchio FELEPPA
– 2°C° Giovanni CAMPITO
– 2°C° Vittorio CASTELLANO
– 2°C° Antonino GIACALONE
– 2°C° Luigi MENIN
– 2°C° Marino MEONI
– 2°C° Giorgio SORRENTINO
– Sgt. Giuseppe CARUSO
– Sgt. Giovanni CHIAVEGATO
– Sgt. Carmelo RENZONI
– Sgt. Aldo SPINA
– Sc. Loris CIONI
– Sc. Ermenegildo FACCHINETTI
– Sc. Saverio FESTA
– Sc. Carlo GUALCO
– Sc. Armando MAFFEI
– Sc. Orlando PIRODDI
– Sc. Pietro SCHIAVONE
– Sc. Angelo SEVERINI
– Sc. Giannino ZAMBRINI
– Com. Achille ANTONINI
– Com. Giuseppe BIONDINI
– Com. Carlo CAIELLI
– Com. Saverio CAZZORLA
– Com. Francesco CERETTO
– Com. Renzo CILIO
– Com. Giovanni D’ASTA
– Com. Aurelio FABRIS
– Com. Cristoforo FULMISI
– Com. Duilio FURLAN
– Com. Salvatore INGRASSIA
– Com. Smilace LEONCINI
– Com. Ugo PARDETTI
– Com. Pietro RIZZI
– Com. Antonio RIZZA
– Com. Giuseppe SESTA
– Com. Eolo SIMONETTI
– Com. Giuseppe SIRUGO
– Com. Doroteo SPISANI
– Com. Salvatore TRAPANI
– Com. Luigi VENUTO
– Com. Aldo VESPUCCI

Onore a Loro!


40 commenti

  • Antonio Cimmino

    Grazie Ezio per avercelo ricordato. Una strage che si poteva e doveva evitare se chi di dovere non avesse pensato ad organizzare la fuga all’atto della proclamazione dell’armistizio. Li hanno fatto morire due volte!

  • Ottaviano De Biase

    Carissimo, come te la passi?
    Bella questa iniziativa di un giornale aperto a tutti e dove tutti possono portare il loro contributo di esperienza e di idee. Non sono intervenuto un poco per problemi fisici che conosci (tra l’altro, appena ieri sono stato operato di cornia e cataratta; un problema che mi trascinavo da anni) e un poco anche per capire il meccanismo da te creato che trovo interessante ed originale.
    Brevemente. Leggo dei tuoi successi. E mi compiaccio. Leggo pure di alcuni incontri, come quello dei reduci del Castore (ricordo che quella mia breve esperienza la racconto nel romanzo “Notti di veglia in guerra fredda), ultimo del Velella.
    Domenica prossima si commemora l’anniversario dei caduti del Velella. A Santa Maria di Castellabate (SA) saranno presenti varie associazioni ANMI, compresa quella di Avellino di cui mi onore di farne parte. Per la prima volta, dopo anni, non potrò esserci. Ma il mio primo pensiero sarà quello di tutti i Soci. Pensa un po’. Il mariano, o un turista qualsiasi, che si trovi a passare davanti alla lapide dei caduti la sensazione che avverte è quella di leggere i nomi di quei poveri sfortunati, ed è come ascoltare la voce di quei poveri ragazzi, il loro ultimo pensiero rivolto ai loro cari, alla Bandiera. A tal riguardo scrissi, per il Corriere dell’Irpinia, un articolo che tu hai ripreso e ti ringrazio, meno il giornale dei Marinai d’Italia, il cui Presidente continua a snobbare la categoria dei Sottufficiali.
    Ti saluto, Ottaviano

  • mikele tocci

    Ciao ezio, io sono del parere di lasciarli riposare li dove sono oramai da 60 anni, perchè riportare il smg in superficie e disturbare la loro pace e la silenziosità degli abissi dove chi ha vissuto sotto il livello del mare è giusto che vi riposa per l’eternità anche se contro la loro volontà, ma il destino degli uomini non lo si fà ma è gia stato scritto per noi. Poi ognuno la pensi come vuole, grazie a risentirci . Come sempre gran bel articolo, 6 unico. mikele tocci

  • Marino Miccoli

    Grazie per aver rammentato i Marinai del Velella.
    E’ giusto onorare la memoria dei valorosi Sommergibilisti della Regia Marina, perchè fedeli al giuramento prestato, sono coloro che si sono sacrificati in massa durante la II Guerra Mondiale.
    Voglio ricordare che nell’agosto 1941, esattamente nella notte fra il 24 e il 25 il VELELLA proveniente dall’oceano Atlantico attraversò (affrontando i notevoli rischi che tutti possiamo immaginare) lo stretto di GIBILTERRA in superficie per rientrare in Mediterraneo (doveva raggiungere Cagliari).
    Solo un equipaggio fatto di persone straordinarie e dal coraggio smisurato poteva fare quella traversata “allo scoperto”.
    Onore ai Sommergibilisti.

  • Nicola Faino

    Ezio, sara’ forse troppo semplicistica, ma perche’ non cercare sponsor x il suo recupero. A similitudine del restauro del Colosseo da parte dei Della Valle.

  • Sergio Cardia

    secondo il mio modesto parere, ritengo che per questi eroi gli abissi del mare siano il posto più indicato per il riposo eterno di un marinaio.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ci sono storie che forse per “qualcuno” è più facile sotterrare o far cadere nell’oblio come quella del “Castore” ecc. e invece altre, forse più altisonanti perché amplificate dalla stampa (compreso il sottoscritto e mi riferisco alla Regia Nave Roma). In tutti i casi ci sono storie di marinai che hanno “servito” la Patria con onore. Ed allora ogni volta cerco di non farli cadere nell’oblio.
    Carissimo, pregiatissimo e preziosissimi amici, proprio oggi ho ricevuto una telefonata (per me importante e significativa) di un ammiraglio, signore dei mari, signore d’altri tempi che mi faceva notare quello che voi avete sintetizzato benissimo.
    Per nostra fortuna c’è gente come noi, marinai di una volta e quindi marinai per sempre che, ostinatamente, ricordiamo il passato e quindi la storia: perché la nostra storia!
    Un altro carissimo amico, appena dopo la pubblicazione degli articoli, si è precipitato a telefonarmi per dirmi semplicemente:
    – “Grazie Ezio, a nome di mio Padre che da lassù ti ascolta e comprende anche la “pigrizia” di quelli che oggi si fanno chiamare “Superiori”.
    Per ovvie ragioni non dico i loro nomi ma posso tranquillamente pubblicare la risposta che gli ho fornito:
    – E’ la “pigrizia” di quelli che non arrossiscono più alla vergogna e per questo motivo forse siamo un popolo destinato a soccombere. Mi sono permesso di aggiungere anche:
    – questo è il lavoro che desideravo svolgere quando ero in servizio attivo ma non me lo avete permesso!

  • Salvatore Spoto

    Onore ai Marinai e alla Bandiera del sommergibile Velella, un grazie di cuore a Ezio Pancrazio Vinciguerra

  • Lello Caro

    Che si aspetta a recuperarlo? Diamo i giusti onori all’equipaggio che si è sacrificato per la patria.

  • Roberto Laganaro

    sono D’accordo meglio in fondo al mare per il quale hanno dato la vita uniti nell’estremo sacrificio ,che recuparali e disperderli per vari cimiteri ….onore a tutti loro e a chi ce li fà ricordare …….

  • Pierre Nicoleti

    perchè pancrazio non spieghi bene i retroscena: affondato il 7 settembre 1943, ad armistizio già firmato il 2/3 settembre 1943: 1) i nostri capi di allora che sapevamo del “salto del campo” non hanno avvisato il SMG Velella (bastava non ord
    inagli di uscire x il piano di pattugliamento delle coste campano-calabre )2) gli inglesi che sapevano del voltafaccia italiano non hanno impedito al smg. Shakespeare di affondare il Velella 3) la verità ufficiale è che nessuno ha detto, fatto nulla per non fare capire il passaggio di campo ai tedeschi, quindi quelli del Velella sono stati sacrificati cinicamente…il Com.te Patanè qualche giorno prima aveva detto al Sig. Fabbricini di Portici :” mi piacerebbe essere seppellito in un campo di grano” ….come quello del Gladiatore !!!!

  • Maurizio Redi

    Il Velella detiene il triste primato di essere stato l’ultimo sommergibile italiano perduto nella guerra contro gli Alleati: nell’ambito del «Piano Zeta», di contrasto al previsto sbarco anglo-americano in Calabria o Campania, lasciò Napoli il 7 settembre 1943, e da quel giorno non diede più notizie di sé.
    Nel dopoguerra si poterono apprendere le circostanze della perdita: verso le otto di sera del 7 settembre il sommergibile britannico Shakespeare, in navigazione al largo di Punta Licosa, aveva avvistato due sommergibili italiani – il Velella ed il Benedetto Brin – che procedevano con rotte parallele alla sua, ai suoi due lati; aveva quindi scelto di attaccare il Velella perché, essendo il tramonto e trovandosi il Velella verso il mare aperto, questo era chiaramente visibile in controluce (il Brin navigava invece nei pressi della costa e con essa si confondeva per via della sopraggiungente oscurità) e gli aveva lanciato sei siluri: quattro andarono a segno, provocando l’immediato affondamento del sommergibile in posizione 40° 15’ N e 14° 30’ E. Dal Brin fu avvertita anche un’esplosione subacquea.

  • claudio marulli

    Credo che qualcuno di voi ricordi i primi sbarchi albanesi in puglia a Brindisi,io ero giovanissimo e vivevo a Brindisi ancora con i miei,ebbene arrivò la notizia che una nave della Marina Italiana di cui non ricordo il nome,nel tentativo di soccorso accostò questo battello che subito affondò.Ci furono molte discussioni e se non vado errato l’allora comandante fu obbligato a lasciare l’Arma,ebbene tale unità albanese che si chiamava Zavtat,fu recuperata dall’Italia con un piano di recupero eccezionale con filmati subacquei raccapriccianti gente con le facce spiccicate contro i finestrini e i pesci che già erano pronti al pranzo.La Zavtat arrivò in porto a Brindisi e si attraccò all’allora pontile inglese al porto esterno dove l’imponente servizio di sicurezza non facevano avvicinare nessuno.L’odore nauseante della decomposizione all’interno,dopo non sò quanti giorni dalla disgrazia,erano le parole dei primi ad entrare a recuperare le salme.Non ricordo l’anno esatto della disgrazia ma tuttora lo scafo della zavtat ,che poi era un piccolo rimorchiatore o motopesca,è stato tratto a terra e nascosto dietro il castello aragonese,in zona militare,e il suo colore arrugginito si nasconde tra le erbacce cresciute fà paura e mette addosso un senso di terrore ad avvicinarsi.Morale,lasciamo riposare i morti nella loro tomba,evitiamo di sprecare risorse in recuperi megalomani e se costituiscono pericolo per la navigazione e /o la pesca,esistono le boe segnaletiche che indicano la presenza di un ostacolo.Onore ai caduti ricordali magari con delle cerimonie e fiori in acqua legando una pietra per arrivare sul fondo,fidatevi è il miglior riposo.

  • Nicola Faino

    Ciao Ezio, mi sono “molto” piaciute le ultime 2 righe, che si adattano molto al mio caso.Un abbraccio.Marinaio una volta, marinaio x sempre.

  • Sergio Cardia

    chiedo scusa, forse tardo a comprendere, l’esposizione dell’attaccamento alla Marina Militare è a dir poco esemplare, quello che non riesco a capire è la frase iniziale “che forse per “qualcuno” è più facile sotterrare”, nel caso sia indilrzzata allo scrivente, chiarisco senza tanti giri di parole, ma in modo molto chiaro, che il riposo eterno nei silenziosi abissi del mare è il luogo ogni vero MARINAIO desidererebbe, non è inteso a voler dimenticare vicende ed atti di eroismo della nostra marineria, anzi questi andrebbero ricordati più spesso, affinchè nella mente di noi posteri rimanga alto l’onore di appartenere a questa Nazione.

  • Claudio Marulli

    perchè recuperare uno scafo apparentemente in buono stato? cosa ci aspettiamo di trovare i resti intatti?chiedelo a Enzo Maiorca cosa ha visto vicino ad un sommergibile in una sua immersione,io l’ho sentito con le mie orecchie ad un suo congresso a Torino.Morale onore ai caduti ma riposo eterno!

  • EZIO VINCIGUERRA

    ‎Sergio Cardia carissimo la frase non è naturalmente indirizzata a te ma agli “illuminati di niente” che in questi 60 credono e sperano che la gente dimentichi. Il silenzio degli abissi ha già dato il suo verdetto non il frastuono in superficie. Un abbraccio

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Marulli Claudio non pensi che questo sia un buon motivo (mi riferisco alle risposte degli amici) per far visitare agli amici di ciò che resta di un sommergibile come il vostro che avete sapientemente recuperato a Torino?

  • Gianluca Miconi

    uhm, io tendenzialmente penso che sia sempre meglio lasciarli in pace dove si trovano, gli abissi del mare sono la tomba perfetta per tutti i marinai. Anzi io interdirei la zona….

  • Pierre Nicoletti

    ‎..perchè in Marina si ha paura di dire la Verità, si predilige il Silenzio, il silenzio che copre, che fa dimenticare; chi non accetta questo e parla, scrive, riparla e riscrive viene sonoramente e tragicamente stroncato, isolato e messo a
    ll’indice: vi posso fare tanti Nomi di gente molto valida che si è vista passare davanti da ignavi, servi e Vili ! Però questi “persi” hanno il Coraggio e rimangono sempre in piedi da Uomini Liberi !!! e come diceva Churchill il Coraggio è la principale virtù, perchè senza di quello tutte le altre virtù non potrebbero emergere !!!!!

  • ottaviano de biase

    Sul Velella leggo pareri discordanti. Ebbene.
    Dietro esplicita richiesta dei familiari, il Velella con tutto il suo equipaggio rimane in fondo al mare di Punta Licosa.
    Laggiù hanno tutto il tempo di scoprirsi amici. Per vivere ognuno la propria storia. Fino in fondo. Insieme. Fin dove mai comincerà davvero la vita.
    Ottaviano

  • Claudio Marulli

    ciao Ezio, facciamo quindi un confronto, far visitare un regio sommergibile come il nostro 1° Provana, e/o far visitare un regio sommergibile recuperato sapendo che quindi ha conservato dei corpi? non sò vedete voi se volete venire a Torino il nostro Provana si conserva da 100 anni ed è lì visitabile,restiamo in attesa di un valido restauro ed una sala multimediale interna,mancano i fondi altrimenti avremmo trovato anche un motore originale che abbiamo visto in una fabbrica che alimentava un gruppo elettrogeno,il resto non mi convince è solo una questione di fondi purtroppo.ciao a tutti.

  • EZIO VINCIGUERRA

    ‎:-) si Claudio Marulli Claudio la storia non si può cancellare e quindi neanche il “sacrificio” di chi non c’è più ma che ancora vive nei ricordi di parenti e amici. Ricordare a volte è doloroso, lo ammetto. Ma dimenticare è disumano. Quando si vanno a visitare musei, mausolei, tombe, cippi ecc. c’è qualcosa su cui poter piangere. In questo caso specifico, a parte un monumento a ed alcuni amici ANMI per lo più campani che si incontrano, i familiari non nulla su cui piangere. Si doveva e si può fare di più. NIL DIFFICILE VOLENTI

  • oscar

    Ho già avuto modo di commentare in merito al Smg Velella. Sono un ex-Sommerghibilista ed ex-del Comsubin, quindi parlo con cognizione di causa e di Sentimento. Se fossi a bordo di un Sommergibile/sinistrato/affondato, vorrei rimanere a bordo del sommergibile, sul fondo, insieme ai miei fratelli Sommergibilisti. Per un marinaio, per di più sommergibilista, la Tomba migliore è sempre il Mare, da dove siamo nati …
    <>: sulla tomba del marinaio, non fioriscono le rose! Questo recita un motto/poesia che spesso si trova sui monumenti ai sommergibilisti Tedeschi caduti (più di 40.000!) nell’ultima guerra. Bene ha fatto la Marina Italiana a opporsi al recupero delle Salme dei Caduti: molti del Velella sono i dispersi ‘in mare’ e non sarebbe giusto che venissero raccolti solo una parte dei poveri resti! E poi riposano in acque Italiane! Andrebbero più spesso onorati con cerimonie SUL MARE, invece di dare fiato alle trombe politico/inconcludenti, da bar o da incompetenti. Diversa sorte ha avuto lo Scirè, affondato nelle acque di Haifa, a scarsa profondità (ca 30mt), visitato (e depredato) da sommozzatori dilettanti e cialtroni; Il Comsubin (Nave Anteo, 1984) ha provveduto alla rimozione dei poveri Resti ed a saldare, sigillando!!, tutti i possibili ingressi, garantendone la futura inviolabilità! Così fanno i Tedeschi, che onorano i propri Caduti Sommergibilisti, ma non solo!, con frequenti cerimonie nel mar Baltico (Ostsee), Mare del Nord e lo stesso Oceano Atlantico!

  • Sergio Cardia

    Chiedo scusa Ezio avevo frainteso e ti chiedo scusa , quel qualcuno era troppo indeterminato, io purtroppo sono uno a cui piace chiarire le cose senza naturalmente inalberarmi. Se posso continuare il mio commento: si è un desiderio sacrosanto e del tutto rispettabile da parte deii parenti delle vittime ottenere i resti di questi poveri eroi per poterli onorare attraverso un loculo. Io naturalmente parlo a nome di quei valorosi marinai che se potessero scegliere preferirebbero il silenzio delle profondità marine. Per quanto riguarda noi altri abbiamo mille modi di onorarli, attraverso lapidi, insegne,nomi di vie ecc ecc, ma soprattutto mai dimenticarli. Auguro una buona serata a tutti i cari colleghi ed amici

  • Claudio Marulli

    certamente se fosse possibile il recupero dei poveri resti magari si potrebbero restituire i corpi ai parenti,ma credo che dopo 60 anni cosa si trova?saluti a tutti gli amici

  • EZIO VINCIGUERRA

    Carissimi “Frà” i nostri commenti sono certo essere stati accolti da Loro tutti, nell’immensità del profondo blu…e sapete perchè?
    Perché nessuno potrà mai inquinarci quel mare che portiamo dentro.
    Lo sappiamo noi e lo sanno anche Loro: Marinai per sempre!

  • comune di 1'classe Russo Gaspare

    Caduti in un momento di difficile della nostra storia.Onore a loro e’ a tutti quelli che hanno combattuto per la patria.

  • BRUNO DALTO

    Innanzi tutto “ONORI E GLORIA A TUTTI I MARINAI CADUTI PER LA PATRIA” Sono un ex sottufficiale MM
    e ogni anno vada a S.Maria di Castellabate per trascorrere un periodo di vacanze, e puntualmente presenzio alla ricorrenza del SMG Velella ed ogni anno mi vengono le lacrime per l’emozione. Ho perso mio padre 2°capo motorista sul Smg Topazio affondato esattamente il 12 Settembre 1943! avevo sei anni. Ti ringrazio in anticipo per quello che fai auguri

  • Claudia Acone

    salve! Sono Claudia Acone, sto facendo delle ricerche per il 70° anniversario dell’ operazione”Avalanche” svoltosi nel golfo di Salerno nel 1943. Ho letto il suo articolo sull’affondamento del sommergibile” Melella’ di cui mi congratolo per la sua efficentissima bravura e cultura. Siccome ha citato i nomi di questi sventurati connazionali, vorrei sapere se per caso ne conosce anche la provenienza e se nella lista c’era qualche cilentano. Grazie.

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