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La nave scuola Cristoforo Colombo

di Roberta – Ammiraglia88
www.mondovepucci.com
www.ammiraglia88.it


Le navi scuola a vela della Regia Marina Militare erano due: Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci (la foto del sig. Giorgio mostra l’ormeggio a Lisbona nel 1931-33).
Il Cristoforo Colombo fu costruito nel Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia (NA). Il progetto è del Tenente Colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi. Le fasce colorate bianche e nere dello scafo ricordano i portelli dietro i quali erano posizionati i cannoni dei vascelli di fine Settecento/Ottocento. Fu impostato il 15 aprile 1926 e venne varato il 4 aprile 1928. Il suo primo nome fu “Patria”, cambiato però quando era ancora in costruzione. Entrò in servizio il 1° luglio 1928 e svolse la sua attività fino al 1943. Ha il primato di essere stata la 100° costruzione dell’allora Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia! Dal luglio 1931 navigò assieme al “fratello” Amerigo Vespucci. Effettuarono 9 Campagne di Istruzione assieme.
Particolare fu la Campagna Addestrativa del 1946. In quell’anno il Comandante fu il C.F. Giovanni Adalberto e l’itinerario: Taranto – Catania – Cagliari. Quando il 10 novembre il veliero salpò per Cagliari incontrò una grossa tempesta che durò tre giorni; fu talmente forte che il Capo di Stato Maggiore, al loro rientro, fece una lettera di “Elogio” per come erano riusciti a superarla. Ma non fu l’unica. Nel 1947, durante la navigazione da Napoli a Genova dal 20 al 29 gennaio, la burrasca fu talmente forte da portare addirittura la nave fuori rotta oltre a causarle ingenti danni.
Nel 1948, in base alle clausole navali del Trattato di pace firmato a Parigi, il Colombo dovette essere ceduto all’ex Unione Sovietica. Venne chiamato Dunay (Danubio). Nel 1955 venne impiegato durante le riprese del film Otello. Dall’ 8 gennaio 1959 passò all’Istituto Nautico di Odessa, che lo utilizzò come nave scuola militare. Navigò per cinque mesi nel Mar Nero, e poi fu trasferito in cantiere per lavori di manutenzione. Sei mesi dopo proseguì la sua navigazione sotto il comando del capitano Ivan Alexander Man.
Durante i suoi ultimi anni di vita fu utilizzato come nave da carico. Subì danni a causa di un incendio. Nel 1961 tornò in cantiere per lavori di manutenzione, che non furono eseguiti perché ritenuti troppo onerosi. Con lettera ufficiale, del ministro della marina mercantile sovietica, il 19 ottobre 1963 venne radiato. Fu successivamente demolito nel cantiere di Glavvtorcement a Leningrado.
Due quadri ad olio, rappresentanti lo sbarco di Colombo a San Salvador e il suo rientro in Spagna, che si trovavano a bordo, ora fanno bella mostra nella Sala Consiglio del Vespucci. La polena, realizzata da Domenico Amici un esperto artigiano, è custodita al museo navale di La Spezia. Si ispirò al ritratto fatto dal pittore Pedro Berruguete. Il grande navigatore è rappresentato con il braccio destro teso nell’atto di indicare il nuovo mondo. Il figlio dell’artista, Boris Amici, contribuì alla realizzazione sgrossando il legno di cipresso della polena.
Anche se ad una prima occhiata sembrano identici, il Colombo e il Vespucci non lo erano. Le più evidenti differenze erano nel bompresso, inclinato diversamente, l’attacco delle sartie, a filo della murata per il Vespucci ed esterno per il Colombo, e l’assenza delle imbarcazioni maggiori (al centro nave). Anche gli alberi non erano uguali, il Colombo li aveva più bassi. Solcando i mari assieme, arrivati al Canale di Corinto il Vespucci toccò con l’albero sotto il ponte, mentre il Colombo passò tranquillamente. Sul Colombo inoltre non era previsto che ci fosse la plancia in coperta, fu costruito con due eliche, mentre nel successivo veliero ne fu lasciata una sola. Il Colombo aveva due occhi di Cubia, anziché uno, e il fumaiolo era più basso di quello del Vespucci.
Il progetto del Vespucci venne modificato rispetto a quello del Colombo anche per migliorare le condizioni di sicurezza. Nell’anno del varo del Colombo infatti morirono 60 marinai della nave scuola danese Kobenhavn, un veliero a cinque alberi che affondò.

49 commenti

  • Mario Billardello

    Non è IL “PALINURO” ma è come dice giustamente Ezio IL “Cristoforo Colombo”. ……Non esattamente la gemella, ma molto molto simili.

  • MAZZINI GIANLUIGI

    ha fatto una brutta fine…..e’ finita in mano ad incapaci di apprezzarne la bellezza ed incapaci ad usarla.

  • Pier Paolo Scatigna

    Per te che ami il mare mio caro amico. Ti presento i Delfini di Taranto e ti consiglio la visione di questo sito.

  • Antonio Girardi

    Oggi giorno puoi scegliere se buttare via o conservare, riparare….un tempo eri “costretta” a tenere anche cio’ che non ti andava bene !

  • Marino Miccoli

    Grazie mille a Roberta Ammiraglia88… finalmente ci regala un articolo che tratta del meraviglioso gemello del Vespucci: il Cristoforo Colombo.Questo superbo vascello, su cui era imbarcato il compianto signor Lorenzo Donadeo che era un mio carissimo conoscente, ha fatto una fine ingloriosa: fu ceduto ai russi per risarcimento danni di guerra a seguito del trattato di pace al termine della II G.M.
    Congratulazioni e ancora grazie, Roberta. Il tuo articolo contribuisce a non farci dimenticare una delle più belle navi-scuola che la nostra Marina abbia mai posseduto.

  • Roberta Ammiraglia88

    Grazie mille! Non ho parole … per le tue parole!
    Ho visto anche il bellissimo messaggio nel guestbook … grazie.
    Se non ci fosse il nostro grande marinaio … bisognerebbe inventarlo! Come la Nutella (mitica!).

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Ammiraglia,
    ho gradito tantissimo il tuo articolo su nave Colombo e sono sulla stessa lunghezza d’onda del fratello Marino Miccoli.
    Mi è piaciuto anche il racconto della tua navigazione in terra spagnola che spero regalerai anche ai lettori del blog…sembrava di essere a bordo insieme a te. Riesci, sempre, ad emozionare chi ti legge e chi ti segue. Questa è una dote innata, così come è innata in te la “vespuccite”.
    Continuiamo la “navigazione” verso altri porti, per attraccare po in questa affollatissima piscina denominata “vita”…ne vale la pena, sempre!
    Ti abbraccio e ti stringo forte forte al cuore

  • Antonio Girardi

    Bellissima testimonianza a ricordo di veri eroi che sono deceduti nell’adempimento del loro dovere.

  • Antonio Girardi

    fu interessata da un grave incendio nel 1963 e nel 1971 i sovietici la demolirono definitivamente.

  • Riccardo Chen Lazzeri

    confermo: faceva da chiatta su e giu’ per la parte finale del Volga. Comunque altre nostre, belle, navi finirono come topi da cavia a Bikini… in questo russi e americani si equivalgono

  • Rosario Presti

    e adesso a che serve? ormai l’era della vela è finita da un pezzo.. è come a scuola dove ancora come linguaggio di programmazione insegnano il Pascal….

  • EZIO VINCIGUERRA

    Carissimi tutti, ormai se ne contano pochissime di queste belle signore.
    Penso, purtroppo, che con il Falcon Maltese (carbonio + tecnologia) siamo entrati, da qualche anno, in un nuovo tipo di clipper ecc. Per adesso i costi sono altissimi (almeno per le mie tasche) e aspetto il prossimo salone di Genova e Francoforte per sapere se anche i piccoli diportisti potranno usufruire di “agevolazioni”. Per quel che mi riguarda spero solamente che il Vespucci al suo meritato riposo sia adagiato e ben ancorato nel porto di Castellammare di Stabia (anche se ci credo poco perché alcune città pretendono la paternità …persino di Cristoforo Colombo che, in tempi non sospetti, emigrò verso altri lidi).

  • Antonio Girardi

    Sai com’è, ognuno tira l’acqua al suo mulino, in particolare quelli che non c’entrano per niente.

  • Roberta - ammiraglia88

    No, non posso sentir dire che il Vespucci non serve ed è sorpassato! No, questo no!

    La bellezza non lascia indifferenti e non passa mai per certe belle signore, ma non è solo quello il motivo per cui naviga ancora!
    Anche se non si può nascondere che è una bella rappresentante per Marina Militare Italiana.

    A bordo si “vive” la navigazione, si fa “scuola di mare”.
    Non capisco chi crede ciecamente nella tecnologia (che ti può anche abbandonare) … lì a bordo si impara a navigare conducendo la nave “a mano”, alla “vecchia” e non con la tecnologia. Si fa proprio scuola!

  • Marino Miccoli

    Come non concordare con Roberta quando afferma che la bellezza non passa mai? Ciò che è bello (proprio come il veliero Amerigo Vespucci) tale rimane sempre, soprattutto se è frutto delle mani,dell’ingegno e dell’arte umana.
    Lunga vita al Vespucci, dunque!

  • Riccardo Chen Lazzeri

    Se la MMI disarma la Vespucci, allora anche lo Stato Maggiore si e’ ricotto il cervello. D’accordo che siamo nell’era dei guerrieri tecnologici ed elettronici, ma la crociera sulla Vespucci serviva, e potrebbe ancora servire a fare , prima che degli spingibottoni, degli uomini e degli ufficiali.

  • Mario Billardello

    Se proprio vogliamo paragonare l’era della vela a quella del linguaggio Pascal della programmazione, un moderno programmatore, senza aver mai studiato il sistema Pascal, senza il suo computer é fermo, non riesce più a fare nulla. Così è la vela ed in particolare il VESPUCCI, in qualità di nave scuola, ad insegnare come non stare fermi con i propulsori rotti e soprattutto saper dire dove si é se si rompe il GPS. ….. cosa, quest’ultima, che accade molto di frequente in particolare tra i diportisti. Infine, a parte queste “sciocchezze moderne”, la VELA é la MAESTRA per eccellenza nell’insegnare L’ARTE MARINARESCA, ausilio fondamentale per chi naviga e CAPACE DI SALVARE MOLTE VITE UMANE.

  • EZIO VINCIGUERRA

    ‎:-) Capitano oh mio Capitano Mario Billardello, nel concordare pienamente l’analisi (per la marineria italiana anno orribilis docet…senza polemica) ho come l’impressione che corriamo troppo nel senso che le “scuole globalizzate”, nessuna esclusa (anche quelle di pensiero), vogliono arrivare subito al dunque (lavoro = profitto e non vocazione = lavoro e poi il profitto). Cerco di farmi comprendere meglio. In quest’epoca molti bidelli sono professori e molti professori faticano a diventare bidelli. La tua generazione ha impiegato oltre 12 anni (correggimi se sbaglio) di cui 5 sui libri e sulle navi e via dicendo, prima di fregiarsi della parola Comandante.
    Molti di Voi, di noi, erano figli di pescatori e marinai altri, hanno dovuto faticare di più per mettere in pratica gli insegnamenti.
    Così è per la vela, ci siamo dimenticati di quando l’uomo navigava sopra un tronco d’albero, seguendo il primordiale istinto di sopravvivenza e la corrente favorevole per spostarsi.
    Ho avuto l’onore di salire a bordo del Falcon Maltese a Genova con l’ammiraglio salentino De Donno (quello della Trafalgar celebration per intenderci). Dopo avere seguito tutte le spiegazioni tecniche del Caronte preposto (molte in inglese ma per fortuna mia ero supportato da un “Signore dei Mari”) il brav’uomo disse:
    – ci sono domande?
    Mi sono girato verso il mio superiore è gli detto:
    “Mink ammiraglio se questo è il futuro penso che il gruppo SAL rimarrà senza lavoro”
    Lui mi ha sorriso e mi ha risposto proprio come le parole del tuo post Capitano oh mio Capitano. Era l’anno 2005 o 2006 non ricordo bene ma ricordo ancora il sorriso di un “Signore dei Mari”.
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2011/03/maltese-falcon/

  • Giuseppe Messina

    Ciao Ezio. Apprezzo queste tue poche parole scolpite sopra sassi lanciati con forza sulla coscienza degli indifferenti. Complimenti.

  • Marina Strano

    Per passione si fanno altri mille mestieri. Nessuno dei quali, salvo quello vostro, richiede altrettanta freddezza applicata ad un’infinità umanità.

  • Riccardo Chen Lazzeri

    Il mio pensiero e’ molto piu’ semplice dei vostri commenti che in toto o in parte comunque condivido. La vela, la Vespucci, la Palinuro o qualsiasi altra barca che si rispetti, insegnera’ sempre una qualita’ che oggi si e’ persa: la capaci
    ta’ di soffrire, di portare il proprio corpo oltre il limite ed andare avanti solo grazie alla volonta’. Per questo, se e quando, gli allievi del primo anno dell’Accademia Navale non andranno piu’ in crociera sulla Vespucci, avremo degli ufficiali meno ufficiali, meno uomini e piu’ bamboccioni.

  • EZIO VINCIGUERRA

    …o qualsiasi altra barca che si rispetti, insegnera’ sempre una qualita’ che oggi si e’ persa: la capaci
    ta’ di soffrire, di portare il proprio corpo oltre il limite ed andare avanti solo grazie alla volonta’. Mi piace, tantissimo

  • Rosario Presti

    non so che esperienze avete, io ho solo una medaglia al valore per lungo Comando nella Marina Militare… e ribadisco che le navi a vela sono solo un inutile spreco, vi posso assicurare che ci sono navi anche più impegnative ma operative, es. i Cacciamine o i pattugliatori.

  • Riccardo Chen Lazzeri

    Caro comandante, rispetto te e la tua Medaglia di Lungo Comando (a proposito che corso sei e quando eri in A.N. ?). La mia esperienza e’ diversa, sicuramente meno prestigiosa, ma forse piu’ dura. Io ho iniziato a navigare a 15 anni, da mozz
    o su una nave di Lauro, l’Edera, continuato altre due estati, mentre studiavo imbarcando su una barca tedesca e poi come pescatore fino al diploma. Da diplomato ho navigato con la Texaco fino alle “porte del Patentino” quando ho deciso che “in mare non ci sono osterie” e preferito cambiare mestiere, vincendo prima il concorso in A.N. come baule, venendo poi, solo per meriti, assegnato al Gruppo Insegnamento Scienze Nautiche, per poi lasciare la Marina ed emigrare in Arabia Saudita. Bene, lasciando perdere la mia esperienza, ti assicuro che in A.N. vedevo partire pivoli per imbarcare sul la Vespucci e rientrare uomini. Certo, chi cio e’ stato per davvero, puo darsi abbia un’esperienza diversa, oppure ancora oggi ricordi con dispiacere la crociera… ma ti assicuro che la differenza era palpabile. Qualunque esperienza di mare, specie la vela dove non hai la meccanica e l’ingegneria ad aiutarti, non puo’ altro che essere formativa, avvicinare il giovane al mare, e attraverso le difficolta’, il dolore ed i pericoli, farne un uomo ed un leader migliore. Anche se non sono completamente d’accordo, sappi che l’industria privata, oggi crea i propri dirigenti attraverso ardalie simili, anche se piu’ leggere, facendo fare agli aspiranti manager corsi di sopravvivenza. Volendo passare alla filosofia, leggendo ‘L’arte della guerra” scritta oltre 2,500 anni fa da Sun Tzu, ritroviamo concetti molto simili..

  • Corrado Pomato

    Mitico Chen, come non si fa a non essere concorde con te? ciao un salutone!!!!!!!!!!!!!

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Riccardo Chen Lazzeri bellissimo ritratto della tua carriera …penso di ricamarci su e scrivere anche qualcosa su quel piccolo tesoro scritto 2.500 anni fa ma attualissimo.

  • Antonio Caputo

    When a boy goes to sea he returns a man! potremo fare anche le campagne d’istruzione su navi tipo il Maltese Falcon ma queste non potranno mai sostituire le campagne d’istruzione del Vespucci per il semplice motivo che solo
    con le navi a vele quadre, quelle di tela olona, l’allievo si imbarca per compiere un viaggio nello spazio e nel tempo. Il viaggio nel tempo lo carica di emozioni che nessuna nave moderna gli potrà mai dare. Il viaggio nello spazio gli permette di aumentare le sue conoscenze e le sue competenze che tutte le navi sono in grado di dargli (anche la Costa Concordia tanto per fare un esempio). Del resto è risaputo che la cultura classica è in grado di aumentare le capacità decisionali quando la si affianca al giusto bagaglio culturale tecnico-scientifico.

  • Mario Billardello

    Antonio, hai perfettamente ragione. L’esperienza e la conoscenza che ti regala una nave a vela come il Vespucci non credo che ci siano eguali al mondo. A rosario, invece, rispondo sul fatto che le unità a vele sono un inutile spreco. Io rib
    adisco e non solo perchè abbia avuto l’onore di comandare il Vespucci ma principalmente perchè la navigazione su di esso è stata la mia prima esperienza quale allievo Ufficiale della MM, che la “VELA” è la base per costruire le fondamenta di una solida preparazione nautica e marinaresca. La vela ti costringe ad essere un buon marinaio. Informarti sulle previsioni meteo. A saperti destreggiare con le manovre di forza. Ad allenare la mente per le risoluzioni veloci su tutte le problematiche che puoi incontrare in mare durante la navigazione. Poi, puoi essere il migliore artigliere, il migliore AS o il migliore operativo in assoluto e in Marina a bordo delle unità navali esistono i Servizi o Reparti con i loro bravi Capi di essi, ma il Comandante, anch’esso un bravo operativo, deve essere sicuramente un BRAVO MARINAIO per il semplice motivo che sulle sue spalle grava la responsabilità della Nave e DELLE VITE DEL SUO EQUIPAGGIO.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buongiorno a tutti…oggi a Civitavecchia ci sono ormeggiate le navi scuola delle marine sudamericane. Si tratta della “Gloria” e della “Brasil”. Nel corso della loro campagna addestrativa, le due navi scuola riprenderanno il largo per proseguire la loro “lunga” crociera addestrativa a beneficio dei loro futuri Ufficiali di Marina….
    Beati i loro governi che li fanno addestrare per varcare nuovi orizzonti.
    La birra era ottima!

  • EZIO VINCIGUERRA

    Si Antonio Caputo, soprattutto!
    Questo mozzo pensa che bisogna assolutamente rimboccarsi le maniche nel paese dei bidelli che sono diventati professori e dei professori che faticano a diventare bidelli.

  • Antonio Caputo

    Caro Ezio, hai svelato il mio sogno nel cassetto: diventare bidello nella scuola dove insegno, anzi , troppo lontano, nella scuola sotto casa.

  • EZIO VINCIGUERRA

    😉 mi avete messo di buonumore. Gli occhi tristi di questo “emigrante di poppa” sono tornati a brillare grazie ai vostri interventi che mi tengono compagnia in questo momento di non facile “navigazione”. Grazie a tutti.
    Penso che mi fermo nel mio “eremo” per una settimana a fantasticare come mi hanno insegnato i miei “professori e predecessori” (vanno da Verga a Straulino, da Verne a Nelson, da Salgari a Birindelli passando per i vostri preziosissimi ed utilissimi commenti). Mi ero ancorato sulla parola “giuramento” il mio, il nostro, ed il libro non andava avanti (…chissà perché?).
    Adesso mi concentro sugli anni bellissimi passati alla Squadra Navale consapevole più che mai che per mia e nostra fortuna ci sono marinai di una volta e quindi marinai per sempre!

  • Antonio Girardi

    Ho letto con vivo interesse tutti questi commenti bellissimi che mi hanno riportato, solo per un attimo, alla Marina Militare di una volta (quella vera) che era fatta di “marinai esperti, capaci, dotati di altissimo senso di responsabilità,
    di un enorme spirito di sacrificio e orgogliosi e fieri di appartenere alla Forza Armata ed al servizio della Patria”. Oggi (ma già da anni) le cose non sono proprio così, la nostra Marina Militare è diventata una normale struttura pubblica, con normali dipendenti pubblici e sottoposta a drastici riduzioni di risorse, mezzi etc. etc. e, in dipendenza di ciò, vengono salvaguardate di massima (per scelta politica e di alta dirigenza Difesa) solo quelle attività di rappresentanza e/o cerimoniale che servono a velocizzare le carriere di coloro che, a quel livello, sono sponsorizzati da correnti politiche al potere e che, agli occhi di larga parte del popolo italiano chiamato ad enormi sacrifici data la disastrata situazione economica della nazione, appaiono solo come inutili sprechi e mantenimento di privilegi inaccettabili. Le navi a vela (Vespucci, Palinuro, Italia etc. etc.) non assolvono più alla funzione per la quale erano nate ma svolgono solo ed esclusivamente attività di rappresentanza e non di addestramento effettivo del personale peraltro non più motivato dal mancato riconoscimento della “condizione militare” essendo stati equiparati a “normali impiegati dello stato”. Ai marinai che si sono qui espressi dico che mi piacerebbe sentire storie di una di queste navi che affrontano e/o solcano i mari in tempesta e gioire delle gesta degli equipaggi e dei Comandanti e non sentire/vedere solo chiacchiere nel corso di costose ed inutili manifestazioni e cerimonie.

  • Antonio Caputo

    Da alcuni anni, oramai, le varie amministrazioni dello stato sono ridotte all’osso e non è detto che il lavoro che si riesce a portare a termine sia quello giusto, quello che serve al Paese. Il livello della scuola italiana, così come quello dell’università, è notevolmente calato. Il cancro delle raccomandazioni ha completato l’opera visto che, soprattutto in determinati posti, e relativi stipendi, se non hai l’amico degli amici, non ci arrivi. Se in questi posti, che sono spesso determinanti, non ci metti la persona con le giuste competenze, tutto va all’aria. Il Comandante Schettino, prima di ricevere il comando dalla sua compagnia, ha fatto di tutto per non meritarselo, ha pure mentito a chi lo doveva valutare, eppure gli hanno dato il comando anche perchè nulla risultava nel suo fascicolo nonostante le carte dicevano il contrario. Tornando alle navi scuole a vela ribadisco la necessità di queste anziane signore. Nella marina mercantile, ricordo che gli allievi, durante un periodo d’imbarco di dodici mesi, devono essere sottoposti ad un addestramento pratico visto che quello teorico lo ottengono frequentando il nautico. A bordo, c’è un grosso problema, soprattutto su quelle navi che toccano molti porti, uno più o meno ogni 24 ore di navigazione. Con questi tempi, a bordo tutti sono stanchi e così non è detto che l’ufficiale riesca a spiegare all’allievo quell’argomento, argomento stabilito dalla normativa internazionale. E così rimangono le lacune. Ho visto le immagini del radar tratte dalla scatola nera della Costa Concordia e, almeno quelle che girano in rete, fanno capire che non c’è stato il giusto impiego di questo prezioso strumento. Quello che colpisce è che a guardare quel radar erano in molti ma nessuno ha pensato opportuno settare il radar per controllare la famosa accostata. A questo punto, ma posso essere smentito, anzi, gradirei essere smentito, quegli ufficiali o non conoscevano le giuste tecniche radar o erano cotti per la stanchezza. Attenzione, ho parlato della Costa Concordia solo per fare un esempio, quello noto ai più ma potrei farne di numerosi. Tornando alle navi scuola a vela, è chiaro che queste, visti i lunghi tempi di navigazione che hanno da un porto all’altro, possono consentire agli allievi di imparare e agli ufficiali d’insegnare loro le competenze necessarie a saper navigare.

  • Mario Billardello

    “Antonio Girardi” mi piacerebbe tanto raccontarti le mie di storie vissute sul Vespucci sia da allievo che da comandante, proprio quelle che chiedi e che non hanno a che fare con rappresentanze e cerimonie varie, ma sono sicuro che le giudicheresti di parte e quindi scarse di veridicità. E’ vero che le navi a vela come il Vespucci fanno rappresentanza, ma questo accade nei porti e normalmente tra un porto e l’altro si naviga con navigazioni della durata continua anche di 30 giorni (la media durante la campagna di istruzione degli allievi prima classe è di 10 – 12 gg. tra un porto e l’altro) e credi che il personale che è passato a far parte dell’equipaggio del Vespucci, con i suoi ………….. 82 anni di vita non abbia nulla da raccontare circa le tue “curiosità”? Forse, se ascoltassi tutti, scopriresti che le tue curiosità sono solo un granello di sabbia in una spiaggia. Credo, e ti prego di non ritenerla una offesa perchè offesa non vuole essere, che te e molti altri non avete idea di quella che possa essere la storia di una nave come il Vespucci.

  • Michele Di Liberto

    scusate ma lanave scuola cristofalo colombo nn e stata data alla russia per fare trasporto legna che dopo a preso fuoco

  • Antonio Girardi

    ‎”Mario Billardello” lei mi stà dando ragione! Appunto perchè conosco bene la storia del Vespucci e dei sacrifici del personale che ha avuto l’onore di far parte dei suoi equipaggi vorrei che si parlasse di più di queste navigazioni tra un porto e l’altro e non solo delle manifestazioni e cerimonie varie. Ma in 35 anni di Marina io non ho mai letto articoli sui quotidiani o visto tg, canali televisivi etc. raccontare di queste verità che lei conosce (la gente comune no). In definitiva vorrei sentire/vedere meno chiacchiere e più sostanza. Non si preoccupi io non mi offendo mai e per le opinioni degli altri nutro il massimo rispetto.

  • Michele Di Liberto

    io nn ho letto il libro ma sentendo in sede che sie rivolto con tutti e poi sie messo in politica e mi sembra che li a messo fiamma e fuoco per cose giuste martedi pomeriggio che vado in sede lo inizio a leggere le avventure del comand.billardello

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