Marinai,  Recensioni,  Sociale e Solidarietà

Il risveglio del re – I 4 elementi

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Il risveglio del re è il titolo dell’opera prima di Alessandro Cadelano (edizioni Tracce).
Alessandro è un marinaio e, come tutti i marinai, sa che è il bene più prezioso che l’Onnipotente ci ha donato, il primo in assoluto, è la vita.
Come tutti i marinai girovaghi sa che ad attenderlo, nella sua amata isola di Sardegna, c’è Patrizia.
Con lei ha deciso di proseguire “il cammino della vita”, dare un senso tangibile del nostro passaggio: la creazione.
Patrizia le annuncia che fra nove mesi ci sarà il lieto evento, che presto diventeranno papà e mamma di una creatura e Alessandro, appassionato della lettura, per la felicità inizia a scrivere il suo romanzo.
E’  il 2010, Alessandro ha appena sei mesi per scrivere il suo capolavoro a uso familiare, farlo pubblicare in coincidenza della nascita del suo primogenito. Ci riesce, termina in tempo il suo fantasy. La gioia per aver raggiunto il suo scopo e l’imminenza della nascita di Gian Marco sono incommensurabili. Il destino, però, gli riserva la più brutta delle sorprese.
Un giorno, quel tragico giorno, Alessandro porterà la moglie in ospedale che partorirà un bellissima creatura  purtroppo priva di vita.
Tanta è ora la disperazione,  poche le parole per poterla esprimere, troppa l’impotenza di fronte al desiderio di voler raccontare chi è Gian Marco. Ma la mattina dopo Alessandro e Patrizia capiscono che forse un modo c’è per far sapere a tutti chi era e chi sarebbe stato loro figlio Gian Marco:
il romanzo “Il risveglio del re – I 4 elementi”.

Non ho avuto la possibilità di regalarti nemmeno un sorriso, ma voglio che tu sappia che se avessi la certezza che facendo volare un palloncino in cielo ti raggiungesse, sarebbe di mille colori. Questa storia è dedicata a te. Sarebbe stata la mia favola per farti addormentare. Così come la immaginavo, ho deciso di scriverla. Avresti avuto una tua storia, da raccontare ai tuoi amici. Ti immagino mentre ascolti il mio racconto: lentamente chiudi gli occhi e ti addormenti, ed è cosi che ti voglio ricordare per sempre. Mi hai dato il dono più prezioso: mi hai fatto diventare Papà. Sai, Gian Marco, l’impotenza di un genitore davanti al dolore del figlio è il dolore più grande. Ed è così che mi sento io, impotente. Ti ho visto per un secondo e con il tuo silenzio fiabesco mi hai insegnato più di quanto io abbia potuto imparare in tutta la mia vita. Sei arrivato in silenzio, e allo stesso modo sei andato via, senza disturbare. Volevi solo dirci che ci sei e che ci sarai per sempre. A noi spetta stare sereni, perché anche tu lo sia. Credi nelle stelle, le sogni, cerchi di sfiorarle con le dita, ma vorresti che nessuna mai ti appartenesse veramente. Ora spero di poter sfiorare anch’io la mia Stella.
Ogni notte leggerò le pagine di questo libro e concluderò dicendo “Buona notte, Gian Marco”


Ognuno di noi marinai sa che in fondo al proprio cuore c’è sempre una “Penelope” ad aspettarlo: la propria amata. La donna del nostro destino; la tessitrice di quel filo che, come Penelope, non finisce mai di raggomitolare, di quel filo, simbolo del legame e della continuità dell’amore eterno, che genera la vita (Pancrazio “Ezio” Vinciguerra).

2 commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *