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Viva i Camiciotti!

di Marino Miccoli

…ovvero come si lottava e si moriva a Messina per il Tricolore.

Correva il mese di settembre del 1848 quando a Messina si verificarono i moti insurrezionali anti-borbonici. Protagonisti della lotta contro l’esercito di Ferdinando II (soprannominato “re Bomba” a seguito dell’uso spregiudicato e senza scrupoli delle artiglierie che la guarnigione dell’esercito borbonico fece nella repressione dei moti del popolo messinese che chiedeva a gran voce una Costituzione liberale) furono i Camiciotti, giovani uomini combattenti che vestivano una casacca corta “a camiciotto” appunto. Questi coraggiosi Patrioti, riunitisi in un battaglione, innalzavano una bandiera tricolore recante l’emblema della Trinacria sulla fascia bianca. La lotta, sin da principio, era assai ardua e impari contro le più numerose, militarmente organizzate e meglio armate truppe borboniche comandate dal temuto generale Filangeri.
Il 7 settembre 1848 i valorosi Camiciotti messinesi resistettero con determinazione, lottando via per via, piazza per piazza, sostenendo assalti ravvicinati con combattimenti corpo a corpo contro i soldati di Ferdinando II di Borbone dando più volte prova del loro grande coraggio. Il loro ultimo baluardo di resistenza fu una chiesa dei monaci benedettini, Santa Maria Maddalena; qui si batterono ancora come dei leoni, riuscendo a infliggere gravi perdite ai borbonici, sempre preponderanti in numero ed armamenti. Ad un certo momento i tamburi dei plotoni borbonici batterono la carica e simultaneamente il convento fu attaccato dai soldati da tutte le parti ed espugnato.
I Camiciotti continuarono a lottare, su per le scale, negli androni e per i corridoi dell’edificio. La chiesa e il convento bruciavano quando i pochi Camiciotti messinesi rimasti in vita, stremati dal lungo combattimento, furono accerchiati e stretti attorno ad un pozzo. Proprio in quel luogo, piuttosto che arrendersi, i Patrioti rimasti in vita preferirono gettarsi a capofitto nel pozzo senza abbandonare la loro bandiera: il Tricolore. Per Essi divenne il loro glorioso sudario.
Antonio Bagnato, Giovanni Bombara, Diego Maugeli, Pasquale Danisi, Giovanni Sollima, Giuseppe Piamonte, Nicolò Ruggeri sono alcuni dei nomi di questi valorosi Patrioti messinesi che con questo mio modesto scritto ho voluto ricordare in occasione del 150° dell’Unità d’Italia.
Onore a tutti loro.

8 commenti

  • ezio vinciguerra

    Grazie Antonio contiamo su di voi e su tutti i guerrieri.
    Per adesso ti / vi abbraccio e stringo forte al cuore.
    Ps. mi piacerebbe abbracciarvi per il prossimo raduno nazionale.
    Ezio

  • Filippo Bassanelli

    Caro Marino ti ringrazio di cuore per il magnifico scritto. I tuoi sono un po differenti…
    Di nuovo ti ringrazio e ti abbraccio. Filippo

  • Marino Miccoli

    Carissimo Filippo,mi fa piacere sapere che i miei scritti siano apprezzati da persone come te.
    Nel nostro caso i giovani Camiciotti messinesi ci hanno dimostrato quanto fosse grande il loro valore e coraggio nell’affrontare un nemico organizzato come era l’esercito borbonico. C’è da temere le genti del nostro Meridione quando, disperate, si sollevano.
    Ti saluto cordialmente.
    Marino.

  • ezio vinciguerra

    Ciao Lino è di un amico, figlio di marinaio, ma è meglio definirlo Marinaio con la M maiuscola, che ci sa fare tanto con la scrittura. Un abbraccio

  • Marino Miccoli

    Lino grazie mille per i graditi complimenti che ricambio per la tua attenzione nei confronti dei miei modesti contributi scritti per LA VOCE DEL MARINAIO.Per me, collaborare con il maresciallo Vionciguerra è un vero piacere.
    I Camiciotti nel 1848 con il loro coraggio hanno dimostrato quanto vale il sangue dei Meridionali quando si muovono mossi dalla disperazione e sete di giustizia.
    Cordiali e marinareschi saluti.

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