Attualità,  Marinai,  Racconti,  Storia

Gino Birindelli

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Quest’articolo è dedicato nel centenario dalla nascita a colui che verrà ricordato dagli equipaggi per aver difeso, in ogni occasione, il personale della Marina Militare. Racconteremo ai posteri di quando, nel 1970, in qualità di Comandante in Capo della Squadra, in occasione della visita a bordo di Nave Garibaldi dei parlamentari dell’allora Commissione Difesa, dopo averli ricevuti con i dovuti onori li suddividesti per le varie navi (alla fonda nel porto di Cagliari) impartendo l’ordine ai Comandanti di tenerli prevalentemente nei locali macchine e caldaie.

Questi “…signori” dopo quattro ore di navigazione con mare forza 2/3 furono riportati su nave Garibaldi per la conferenza stampa di rito. All’arrivo dell’Ammiraglio Birindelli si inalberarono tutti per il trattamento ricevuto. L’Ammiraglio, di rimando, rispose: “queste sono le migliori condizioni in cui voi Parlamentari fate vivere i Militari in particolare i Marinai.” Da quel momento ci furono una serie di adeguamenti economici e, soprattutto, il riconoscimento di un lavoro particolare a cui bisognava e bisogna riconoscere un trattamento diverso dai pubblici dipendenti (…intelligenti pauca!).

GINO BIRINDELLI
Nasce a Pescia (Pistoia) il 19 gennaio 1911. Nel 1925, appena quattordicenne, lascia il Collegio degli Scolopi di Firenze ed entra nella Regia Accademia Navale di Livorno, da cui esce con il grado di Guardiamarina del Corpo di Stato Maggiore nel 1930. Inizia così una lunga e brillante carriera che lo porta ad essere imbarcato su varie unità di superficie e sommergibili della Regia Marina, tra cui si ricordano l’incrociatore “Ancona”, la corazzata “Andrea Doria”, i cacciatorpedinieri “Quintino Sella”, “Confienza”, “Monzambano” e “Giovanni Nicotera” e i sommergibili “Santarosa”, “Naiade”, “Foca” e “Domenico Millelire”. Promosso Sottotenente di Vascello nel 1931 e Tenente di Vascello nel 1935 assunse successivamente, nel 1939, il comando dei sommergibili “Dessié” prima e “Rubino” poi. L’intensa attività conseguente ai propri impegni marinari non gli impedisce di dedicarsi comunque allo studio: nel 1937, infatti, si laurea in Ingegneria Civile presso l’Università di Pisa. Nel settembre 1939 viene destinato a La Spezia alla Squadriglia MAS per iniziare l’addestramento sui mezzi d’assalto insieme ad altri famosi personaggi quali Teseo Tesei, Elios Toschi e Luigi Durand de la Penne, tanto per citarne alcuni. Inizia così a manifestarsi quella tempra eccezionale di uomo e combattente che lo ha contraddistinto per l’intero arco della sua vita fino a fargli assumere i contorni dell’eroe. L’intensa attività portata avanti alla Bocca del Serchio, luogo deputato a tale tipo di operazioni, gli causa anche problemi fisici: l’ossiggeno dei respiratori gli brucia infatti un polmone nel corso degli allenamenti, ragion per cui viene ricoverato nell’ospedale di Massa, da dove peraltro scappa per rientrare subito a Bocca del Serchio, riuscendo a convincere il Comandante, Ajmone di Savoia, a mantenerlo in servizio. Prende parte attivamente alla prima spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Alessandria (Operazione G.A.B1) nella quale viene decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare “sul campo” per il comportamento dimostrato a bordo del sommergibile “Iride” sottoposto ad attacco aereo nel Golfo di Bomba.
Nell’occasione si tuffava per cinque volte consecutive per portare in salvo un marinaio di leva dell’equipaggio del sommergibile intrappolato nel battello in fase di affondamento. Rientrato in Patria prende parte alla prima e alla seconda spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Gibilterra (Operazioni B.G. 1 e B.G. 2); nel corso della seconda spedizione, a causa dell’avaria al proprio mezzo, è costretto ad affondarlo, venendo successivamente catturato e fatto prigioniero dagli inglesi. Per questa azione viene decorato Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nei venti mesi successivi rimane prigioniero negli ospedali inglesi ed americani finché, alla fine del 1943, dopo l’armistizio, il Governo Italiano di Badoglio lo fa rimpatriare. Nel 1944 viene promosso Capitano di Fregata ed assume l’incarico di Sottocapo di Stato Maggiore dell’Ispettorato Generale MAS, partecipando alla Guerra di Liberazione con mezzi di superficie lungo le coste albanesi ed jugoslave. Le proprie condizioni di salute, però, lo costringono nuovamente ad un lungo ricovero in ospedale. Al termine delle ostilità assume il Comando del Battaglione San Marco e, successivamente, gli viene assegnato l’incarico di Comandante in Seconda della corazzata “Italia”, durante il periodo di internamento ai Laghi Amari in Egitto. Successivamente viene assegnato al Centro Subacquei, gruppo composto per la massima parte da sommozzatori già facenti parte dei mezzi d’assalto, con l’incarico di procedere allo sminamento dell’Alto Adriatico. Proseguendo in carriera frequenta l’Istituto di Guerra Marittima e successivamente assume il Comando prima della 3^ Squadriglia Corvette poi della 3^ Squadriglia Torpediniere. Promosso Capitano di Vascello nel 1952 assume incarichi prestigiosi, tra i quali si ricordano il Comando del Centro Subacquei ed Incursori del Varignano a La Spezia ed il Comando dell’incrociatore Raimondo Montecuccoli con il quale, dal settembre 1956 al marzo 1957, effettua una crociera di circumnavigazione del globo che lo porta a toccare 34 porti di quattro continenti. Viene promosso Contrammiraglio nel 1959, nel cui grado viene prima destinato presso il Centro Alti Studi Militari, assumendo poi nel tempo gli incarichi di Capo di Stato Maggiore Aggiunto del Comando della Squadra Navale e di rappresentante del Comando delle Forze Alleate del Mediterraneo presso il Comando delle Forze Aeree Terrestri del Sud Europa, venendo infine destinato presso lo Stato Maggiore della Difesa. Nel 1962 viene promosso Ammiraglio di Divisione, nel cui grado comanda la 1^ Divisione Navale, nel 1966, promosso Ammiraglio di Squadra, viene chiamato a ricoprire i prestigiosi incarichi di Direttore Generale del Personale della Marina, di Comandante in Capo della Squadra Navale ed infine di Comandante Navale Alleato del Sud Europa, prima a Malta e poi a Napoli. Viene eletto Deputato al Parlamento nella VI Legislatura, dal 1972 al 1976, ed il 15 dicembre 1973 si congeda dalla Marina, circondato dall’affetto e dall’ammirazione di tanta gente, ma soprattutto di coloro, in Marina, per i quali si è sempre battuto. Gli vengono attribuiti riconoscimenti prestigiosi tra i quali, recentemente, l’intitolazione alla sua persona di un padiglione al Museo di Eden Camp, in Inghilterra, ove è posto un esemplare di “Siluro a lenta corsa”, quel maiale con il quale aveva tanto combattuto e tanto si era distinto proprio contro gli inglesi nella Seconda Guerra Mondiale. E’ Morto al policlinico militare del Celio, a  Roma, il 2 agosto 2008. I funerali si sono svolti, presso la caserma Grazioli Lante, il  5 agosto 2008.

ONORIFICENZE
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al “Merito della Repubblica Italiana”;
Medaglia d’Oro al Valor Militare;
Medaglia d’Argento al Valor Militare;
Croce al merito di Guerra;
Campagna di Guerra 1940-44 e 1945;
Medaglia Commemorativa per i volontari della seconda guerra mondiale;
Nastrino di Guerra 1940/43 con numero uno stelletta;
Nastrino di Guerra 1943/45 con numero due stellette;
Ufficiale dell’Ordine della “Corona d’Italia”;
Medaglia Mauriziana al “Merito di dieci lustri di carriera militare”;
Medaglia d’Oro per “Lunga Navigazione nella Marina Militare” (20 anni);
Croce d’Oro con stelletta per “Anzianità di servizio” (40 anni);
Commandeur dell’Ordine di Dannebrog conferitagli da S.M. il Re di Danimarca;
Distintivo per il personale dei Reparti d’Assalto;
Distintivo d’Onore per il personale già destinato presso COMSUBIN;
Distintivo d’onore di ferito in Guerra.

IL SUO TESTAMENTO SPIRITUALE

Prima e più che da un volo in altri cieli. L’immortalità dell’anima è costituita dalla risonanza che, a somiglianza delle onde create dalla pietra gettata nell’acqua ferma del lago, “l’elevato sentire” genera e che, a differenza di quelle, dura sempre. A me che fui il primo diretto comandante di quel pugno di uomini, e che presi parte alle tante discussioni, non risulta difficile indicarne i punti salienti:

– Lo scopo della vita è creare, fare, dare. L’azione è gioia dello spirito.

– Non chiedere mai alcunché ad alcuno se non a te stesso. Chiedi al tuo Dio solo e sempre la forza di “non chiedere”, ma ringrazialo continuamente per ciò che sei stato capace di fare.

– La forza più grande dell’uomo è la volontà, quella che permette di “strappare le stelle dal cielo”, di porre “il cielo come solo limite alle proprie capacità ed aspirazioni”, quella che spinge l’handicappato a cimentarsi nell’agone sportivo, a rendersi autosufficiente con il lavoro.

– Assisiti senza fine chi si impegna con perseverante sacrificio all’elevazione materiale e spirituale propria ed altrui. Ogni atto di solidarietà che proponi sia, prima di tutto ed in buona misura, a tuo carico.

-Una più grande Famiglia donataci da Dio. Questa è la patria e ad essa – come tale – si devono dedizione e devozione assolute.

– La Civiltà è il rispetto si se stessi, degli altri, delle altrui opinioni. La Cultura ha lo scopo precipuo di incrementare il grado di Civiltà degli individui.

– La Libertà e la Pace sono – solo e sempre – il prodotto dell’impegno duro, indefesso, doloroso degli uomini di buona volontà. La costruzione umana su cui si poggia la Pace ha, come chiave di volta, la Giustizia; quella su cui poggia la Libertà ha il Coraggio.

– Il coraggio vero, quello che conta, è il Coraggio Morale. Esso deriva dall’onestà, dal senso del dovere, dall’impegno con se stesso a tutelare i diritti umani di tutti.

– La forza dell’Amore è immensa ed immensamente benefica se ogni suo atto è ispirato e strettamente legato al rispetto della Legge degli uomini onde esso non degeneri in mollezza o, addirittura, in acquiescenza alla sua violazione. Tutto ciò  che, nell’empito di Amore, viene dato a qualcuno in termini di tolleranza o perdono è, infatti, sottratto surrettiziamente e definitivamente alla cogenza della norma su cui si basa l’ordinata convivenza della società civile.

– “In medio stat virtus” è saggia norma di vita ma la realizzazione della  “medianità virtuosa” si deve ottenere solo e sempre attraverso la pratica del precetto si-si/no-no, del confronto con l’opposto, della competizione, mai con il compromesso. La competizione leale consente infatti di evitare lo scontro crudele; impedisce che la Pace degradi nel nirvana.

Solo là dove ogni atto è ispirato a vivo senso di responsabilità ci può essere ordine e democrazia.

41 commenti

  • Salvatore Chiffi

    A Cagliari, nel 1970, c’ero. Quell’episodio è ancora vivo im me e lo ricorderò sempre.
    Gli dedico un pensiero affettuoso.

  • rosario rizzuto

    Un grande uomo che ha reso onore ai ruoli che la Patria gli ha di volta in volta assegnato.
    I marinai che hanno servito sotto il suo Comando lo ricorderanno sempre onorandone la memoria !

  • Eduardo MARTONE

    GRANDE UOMO

    Ero imbarcato su Nave Etna ho vissuto tutta la vicenda, alcuni parlamentari erano a bordo.

  • Paolo

    Gino in te non si è mai smentita la tua origine Pesciatina che tanto ti ha dato e che tu tanto hai dato. Anche per questo Pescia ti sarà sempre grata e ti onorerà sempre. Mai dover sempre subire ed essere dei lacchè difronte alle autorità politiche, Bravo Gino sei sempre con tutti noi.

  • Giuseppe Orlando

    ONORE ALL’EROE E ALL’UOMO Gino BIRINDELLI CHE SARA’ SEMPRE NEI CUORI DI CHI HA AVUTO LA FORTUNA DI LAVORARCI E CONOSCERLO.
    AI MARINAI DI IERI,DI OGGI E DI DOMANI
    il soldato, in quanto tale,si trova al servizio della Nazione ed è estraneo a ideologie ed impegni di parte: i sentimenti che lo muovono sono l’amor di Patria, l’attaccamento alla bandiera,il culto della tradizione,lo spirito di corpo,la dignità personale……..di Gino Birindelli.
    Quello che noi Marinai e i militari in genere sentiamo per la nostra bandiera e per la nostra Patria a differenza di chi ci rappresentano che parlano di unità d’Italia ma sono latitanti nel nominare PATRIA E ONORE,grazie Ezio nel ricordarci sempre i grandi avvenimenti, un caro saluto.

  • Guglielmo ADILETTA

    onori alla memoria di un grande che con la sua semplicità e la sua tenacia ha fatto grande la Marina Militare- Sono un C.F. in pensione che non ho avuto il piacere di servirlo ma le sue gesti sono impresse nella memoria dei marinai.

  • coppola

    i vecchi marinai ricordano tutti gino birindelli e’ stato un grande e restera’ per sempre nei nostri cuori e nella nostra memoria onore alla sua grandezza

  • Giacinto Del Bianco

    ..ho già espresso il mio modesto pensiero in una precedente occasione per questo UOMO, MARINAIO, EROE.
    E’ stato ricordato “Cagliari” 1970. Ebbene, se non fisicamente per ovvi motivi, spiritualmente c’eravamo tutti,e tutti per LUI, che era li per noi tutti.
    Quei due passi occasionali in banchina, a poppa delle sue e nostre navi: Buona notte Ammiraglio,- buona notte, a domani.

  • Alfredo Foco

    Onore alla memoria di un grande UOMO, che ho avuto l’onore di frequentare negli ultimi anni della Sua vita e che mi ha onorato della Sua amicizia. A.Foco

  • PARISI Luigi Simeone

    A Cagliari, nel 1970, c’ero,ero il Capo centrali elettriche del GARIBALDI. Quell’episodio è ancora vivo im me e lo ricorderò sempre x la sua presa di posizione e nel solo interesse di tutti i marinai.
    Oltre che un eroe un grand’uomo che sarà sempre ricordato da coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo da vicino,come me.

  • Vittorio Quattrocchi

    Onore alla memoria dell’Amm. Birindelli.
    Se ci fosse stato Lui i nostri Sottufficiali del San Marco sarebbero stati difesi in maniera completamente differente !

  • Gennaro Valentini

    in quel periodo frequentavo l’Accademia Navale, noi giovani del corso 70-74 lo ricordiamo sempre come un esempio indimenticabile. Oggi con uomini come lui, la M.M.I non sarebbe in queste condizioni, gli attuali vertici non hanno certamente tali capacità e coraggio di affrontare i politici……..

  • Salvatore LEPRE

    non ho avuto l’onore di conoscerlo di persona, sono del corso 71, ma ne ho sentito parlare, un mito nella storia della Marina.

    Salvatore LEPRE

    –Viva l’Italia–

  • Pier Luigi B

    Ho avuto il grande onore di stringergli la mano nel lontano 1970.
    Onori Grande Ammiraglio.

  • Leonardo CALAMONICI

    che bellissimi ricordi che ho dell’Ammiraglio Gino Birindelli Lavorando alla Presidenza dell’ANMI A Roma ho lavorato come segretario anche per la sua associazione Amici Bocca del Serchio, andavo spesso a Casa sua in Via Nepi a Roma Grandissimo Uomo in tutti i sensi che il Signore lo abbi in gloria

  • giovanni BRANDANO

    Ero a S.Rosa quando giunse la notizia degli eventi della sosta a Cagliari:espressione di solidariata’ e di gioia per la Squadra Navale e per i Suoi equipaggi, con telegrammi da parte di tutti.Poi, qualche giorno dopo, Lui, il Grande Ammiraglio, fu notato con stupore e meraviglia mentre attraversava il corridoio del piano nobile del MDM (terzo piano). Subito vi fu come una “assemblea generale a poppa”, e sempre Lui, l’Eroe , si involo’ tra due ali di ammiratori in un tripudio di acclamazioni dei militari e dei civili. Questo fu il tributo d’onore per Gino Birindelli,
    di quel giorno dei primi di marzo del 1970 a Roma.-

  • Giulio sepe

    Io c’ero (glorioso 507)ad averne oggi di questi personaggi come dimenticare, giammai…..

  • Francesco RINI

    Quel giorno di marzo del 1970 , io ero imbarcato sulla Fregata Luigi RIZZO che in quel periodo era a La Spezia ai grandi lavori di trasformazione del ponte di volo. Fu un giorno memorabile. Grande uomo. Grande Uomo di Mare. Non ricordo che in tempi moderni(io sono andato in pensione al max di carriera per età) ci sia stato un uomo così di prestigio, umano, onesto e premuroso dei suoi dipendenti. Onori all’Amm. Gino Birindelli.

  • Franco Polimeno

    Clamoroso l’anedoto del 1970 a Cagliari; meno conosciuto quello dell’anno precedente, quando la squadra navale (o meglio la 2^ Div.) rientrando nella mattinata (circa le 0900) in mar grande a Taranto, dopo un’assenza di circa tre mesi ed al termine di un’esercitazione interalleata (Dawn Patrol), ci si trovo il famoso ponte girevole chiuso e con l’ordine di dover attendere alla fonda per l’apertura delle 24. L’Ammiraglio BIRINDELLI era a bordo del Garibaldi (per noi don peppino) in qualità di CINCNAV, fece schierare l’unità di fronte al ponte avvisando l’ammiragliato di Taranto che se da lì a breve non avessero aperto il ponte lo avrebbe buttato giù a cannonate. Alle 1200 tutte le unità in attesa erano in mar piccolo. Io c’ero, imbarcato su nave Impavido.

  • giovanni

    Ero appena arruolato da qualche anno quando l’Ammiraglio ha lasciato il servizio attivo e non ho avuto la fortuna di conoscerlo. In compenso ho sempre ascoltato con molta attenzione ogni commeto che nel nostro ambito veniva riservato a questo personaggio straordinario. Mai sentito parlarne in maniera men che positiva ed io pur non conoscendolo affatto mi sentivo affascinato dall’alto valore morale che circondava la Sua persona.

  • Giuseppe Sciannamea

    Essendo imbarcato dal giugno 1966 al settembre 70 su Nave Intrepido, oltre a Cagliari ricordo anche la sosta a Gaeta nei giorni che a Roma si discuteva l’approvazione dell’indennità d’imbarco, sosta non prevista ma fatta per fare pressione.
    E pensare che era imbarcato con me anche l’STV Di Paola l’ex non rimpianto ministro della Difesa.

  • Franco NINI

    Ero al Ministero e i sottufficiali scrissero una lettera al Capo di Stato Maggiore dicendo che erano d’accordo con l’Amm. Birindelli per una frase che aveva detto ai parlamentari … Onore alla memoria dell’Amm. Birindelli.

  • remo manfredi

    Ho un solo rimpianto relativo all’ Ammiraglio Birindelli: aver scoperto solo di recente la sua grande figura di Uomo e di Incursore. Avrei fatto carte false pur di conoscere e parlare con questo splendido e superiore esempio di Italianità. Patria e Onore

  • franz

    Ho avuto l’onore di partecipare alla sua mensa su Nave Montecuccoli una sera di navigazione nel Pacifico. Un uomo grande.

  • enrico p.

    Di uomini di tale valore ne nascono pochi. Di tale coraggio ancora meno. Schierandosi contro i politici ha messo a repentaglio la propria prestigiosa carriera per la tutela del personale: altri, invece, si comportano esattamente all’opposto.
    Il suo ricordo sarà sempre vivo nelle menti e nei cuori di chi ha rispetto del prossimo.

  • Luigi Massagli Romani

    Sono Luigi Massagli Romani figlio di Renzo Massagli cugino dell’Ammiraglio Gino Birindelli onorato di essere un lontano parente di uno dei più’ Grandi Marinai d’Italia. Firmato luigi massagli romani Capitano Superiore Di Lungo Corso 32 anni di Comando su grosse navi commerciali oceaniche in tutto il mondo

  • mario

    nel 1969 imbarcai su nave stromboli era la nave d’appoggio alla nave Garibaldi ho vissuto questo episodio dell’ammiraglio Birindelli non ricordo il mese ma l’anno 1970. stavamo alla boa nel golfo dell’Asinare dopo se non sbaglio siamo andati a napoli. NON ricordo molto
    ma una si dopo quella bufera dell’ammiraglio abbamo avuto una aumento nella busta paga sono un volontario del corso 68vo elettricista-

  • Luigi

    Benchè sono passati parecchi anni quel giorno mi è rimasto nitido nella mia mente. Era domenica 14 febbraio 1970, la 1^ Squadra Navale comandata dall’Amm. di Sq Gino Birindelli era alla fonda davanti alla Maddalena, io ero imbarcato come sottocapo Mc su Nave Stromboli, il tempo non era per niente buono, ricordo che poco dopo aver pranzato giunse l’ordine di salpare le ancore e di prendere il mare diretti a Cagliari. Ricordo bene quanto “ballammo” fino a Cagliari. Il discorso di Cagliari tenuto dall’ Ammiraglio sul “Garibaldi” ai giornalisti e Parlamentari è storia scritta sul giornale “L’Unione Sarda” che io lessi in quei giorni.

  • VINCENZO 43

    HO AVUTO L’ONORE DI ESSE ALLE DIPENDENZE DELL’AMMIRAGLIO GINO BIRINDELLI A COMNAVSOUTH-MALTA. GRANDE UOMO SEMPLICE MA MOLTO DELICATO NEI COMFRONTI DEI SUBALTERNI. ERO L’UNICO SOTTUFFICIALE ITALIANO ADDETTO CIFRA, E DURANTE IL NOTO AVVENIMENTO DI DISPUTE FRA LUI E IL CANDIDATO LABURISTA DON MINTOFF, MI MANDAVA L’AUTISTA CON LA MACCHINA QUANDO C’ERA BISOGNO DI TRADURRE MESSAGGI CHE PROVENIVANO DA ROMA O CHE ERANO DIRETTI AL CSMM. POI MI RINGRAZIAVA E SI SCUSAVA DEL DISTURNO CAUSATOMI. IO ERO UN GIOVANE CAPO DI III° CL. E LUI UN GRANDE. ONORE E GLORIA NEL REGNO DEI MARINAI.

  • angelo ungaro

    grazie a questo COMANDANTE noi militari eravamo stati rivalutati(anche economicamente)acquisendo la stima e la considerazione degli italiani.Dopo di Lui la regressione continua grazie all’asservimento delle carriere ai vari carri politici( alla faccia del personale dipendente)., sino a farmi vergognare in alcuni casi di indossare la divisa.Grazie COMANDANTE…UNICO!

  • Giovanni Galeazzi

    Grande amm, grande patriota non aveva peli sulla lingua, ha difeso il comandante Borghese come nessuno e onorato il mitico Tesei. Ero a Roma nel 71, ha riabilitato la nostra marina, gloria a te, degno di patria e di onore. Ne navi ne poltrone ……!

  • Anna

    Mio padre moscato Donato è stato sul primo lanciamissili Giuseppe Garibaldi 551 ed era il primo aiutante SO .
    Mio padre è del 30 novembre 1918

  • Giovanni Berardi

    Ho avuto il privilegio è l’onore di avere l’ammiraglio Birindelli , come comandante della squadra navale nel 1970 , ricordo che per suo ordine la licenza per la Pasqua del 1970 fu di 7 +2, contro i soliti 5+2 , uno dei tanti segnali della grande attenzione e vicinanza dell’ammiraglio Birindelli verso i suoi Marinai.ONORI ALLA MEMORIA AMMIRAGLIO BIRINDELLI

  • Alfio Bellumori

    Onorato di averlo avuto comandante del Montecuccoli nel giro del mondo 56/57. Ero sottocapo ed ho avuto modo di conoscerlo da vicino perche in navigazione e manovra ero in plancia al telegrafo di macchina sn. Spesso di notte saliva in plancia si accomodava sul seggiolone e conversava con noi., Ho avuto il piacere di incontrarlo nuovamente in occasione di due raduni del Montecuccoli ed era sempre brillante conversatore.Grande Comandante, grande uomo. ONORE A LUI. Grande ricordo.

  • Alfio Bellumori

    Ho avuto il privilegio di averlo avuto comandante del Montecuccoli durante il giro del mondo del 56/57 . Grande uomo oltre che grande Comandante. ONORE A LUI. Ricordo indelebile

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *