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Chi non vorrà spendere una lira?

di Emilio Salgari

…per la tombola della Lega.


Sono la più alta novità della giornata, l’attrattiva più potente per la pubblica curiosità.
Si tratta di trenta selvaggi, indiani adorati da Buddha provenienti dall’isola di Ceylan – che la tradizione vuole fosse sede del paradiso terrestre d’Eva peccatrice – e che costruiscono fra noi capanne nelle quali hanno l’abitudine di vivere di quelle splendide regioni, fanno agire i loro elefanti, i loro Zebù, danno saggi della loro coltura e dei loro costumi.
E’ una vera e propria esposizione etnografica, in una parola, del più alto interesse per le persone colte, della più viva sorpresa per tutti.
Ebbene la Leda d’Insegnamento ebbe la felicissima idea di entrare con essi in trattative, e ieri il signor Wibus, rappresentante dell’impresario signor CarloHagembeck, ha stretto con la Lega stessa regolare contratto per l’occupazione dell’Arena durante la settimana da Pasqua all’ottava, dando alla Lega – che ne ha bisogno come del pane che si mangia – un compenso.
La Lega – come si sa – deve estrarre, la seconda festa di Pasqua, la propria “Tombola telegrafica” con oltre duemila lire di premi – e i Singhalesi saranno il migliore ornamento delle feste organizzande.
Ricordarsi dunque che con “una sola lira”, prezzo d’una cartella della Tombola, si possono vincere tre premi: la tombola, di 1.200 lire; la quaterna di 500; e la terna di 300.
Chi non vorrà spendere una lira
(L’Arena, 11 -12 aprile 1989)

Emilio Salgari
di Pancrazio Ezio Vinciguerra

Emilio Salgari quando morì non ancora cinquantenne aveva pubblicato più di ottanta romanzi. Nacque a Verona nel 1862 da una famiglia di modesti commercianti, nel 1878 si iscrisse al Regio Istituto Tecnico Nautico “T. Sarpi” di Venezia, ma senza ottenere la licenza.
Come “uomo di mare” compì solo alcuni viaggi di addestramento a bordo di una nave scuola e successivamente un viaggio sul mercantile “Italia Una”, che per tre mesi navigò su e giù per l’Adriatico, ma Salgari non smise mai di credere nelle sue avventure e narrarle con maestria. Nel 1883 iniziò a collaborare con  “La Nuova Arena” sulle cui pagine apparve a puntate il suo primo romanzo “Tay-See”, stampato poi con il titolo “La rosa del Dong-Giang”; in ottobre uscirono le prime puntate de “La tigre della Malesia”. Iniziò così la sua fortunata e tormentata carriera di scrittore che annovera al suo attivo oltre i romanzi, un numero ancora imprecisato di racconti. Nel 1892 si sposò con Ida Peruzzi e più tardi la coppia si trasferì a Torino dove lavorò per l’editore Speirani, casa editrice per ragazzi. Nel 1898 Salgari conobbe a Genova Giuseppe “Pipein” Gamba che sarà il suo primo grande illustratore. Il successo non bastò a fargli superare la morte della moglie in manicomio. Salgari allora scrisse tre lettere d’addio, ai figli, agli editori, ai direttori dei giornali torinesi e si tolse la vita il 25 aprile 1911.

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