C'era una volta un arsenale che costruiva navi,  Storia

Le confessioni di un italiano (1861 – 2011)

di Ippolito Nievo

“O primo ed unico amore della mia vita, o mia Pisana, tu pensi ancora, tu palpiti, tu respiri in me e intorno a me! Io ti veggo quando tramonta il sole, vestita del tuo purpureo manto d’eroina, scomparir fra le fiamme dell’occidente, e una folgore di luce della tua fronte purificata lascia un lungo solco per l’aria, quasi a disegnarmi il cammino. Ti intravedo azzurrina e compassionevole al raggio morente della luna, ti parlo come a donna viva e spirante nelle ore meridiane del giorno. Oh tu sei ancora con me, tu sarai sempre con me, perché la tua morte ebbe affatto la sembianza d’un sublime ridestarsi a vita più alta e serena. Sperammo ed amammo insieme; insieme dovremo trovarci là dove si raccolgono gli amori dell’umanità passata, e le speranze della futura. Senza di te, che sarei mai io?… Per te, per te sola, o divina, il cuore dimentica ogni suo affanno, e una dolce malinconia, suscitata dalla speranza, lo occupa soavemente”.

Ippolito Nievo
Scrittore italiano, nacque a Padova nel 1831, figlio di un magistrato mantovano e di una nobile friulana.
Nel 1855, dopo la laurea, poiché si era sottratto all’atteggiamento di ossequio verso le autorità austriache, secondo le usanze che venivano praticate nell’ambiente dell’avvocatura, venne spiccato un ordine di cattura nei suoi confronti, e così lui scappò a Milano.
Nel 1859 partì con Garibaldi e I Cacciatori a Cavallo, e l’ anno dopo partecipò alla Spedizione dei Mille dove venne nominato colonnello da Garibaldi.
Morì in guerra nel 1861 nel Mar Tirreno.
La sua più grande opera è “Le confessioni di un Italiano”.

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