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Buon compleanno signora dei mari (1^ parte)

di Roberta – Ammiraglia 88
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…22 febbraio nave Vespucci  compie 80 anni.

Il varo
La nave scuola Amerigo Vespucci fu varata il 22 febbraio 1931.
Il varo di una nave, nel 1931 in particolare, è sempre un avvenimento molto importante, che rispetta rigorosamente tutta una sua ritualità. Oltre ad essere un fatto economicamente rilevante, e che rende orgogliosi gli uomini del cantiere (qui si mostra la loro bravura), era anche motivo di festeggiamento di tutta la popolazione locale, un evento a cui tutta la città partecipa e che è strettamente collegato alla religiosità, alle superstizioni, alle tradizioni. Ad esempio è molto importante che ci sia una Madrina della cerimonia, che la bottiglia di spumante si rompa contro lo scafo, che venga celebrata una Santa Messa propiziatoria, che lo scafo venga benedetto, ecc..
La data del varo del Vespucci è significativa. Il 22 febbraio 1522 morì il navigatore Amerigo Vespucci, dal quale prende il nome.
Le pagine di cronaca di quel giorno (del 1931) raccontano che alla importante e festosa cerimonia erano presenti diverse autorità e, naturalmente, tutta la cittadinanza di Castellammare di Stabia.
Alle 8.00 del mattino si trovavano già in cantiere il comandante marittimo Oscar Cerio ed il direttore ing. Odoardo Giannelli e nella cappella del cantiere si celebrò una Santa Messa.
Un’ora e mezza più tardi attraccò la nave Brenta, dalla quale sbarcarono più di cento giovani marinai che provenivano, appositamente per l’evento, da Napoli. Sulla stessa nave erano stati imbarcati, sempre a Napoli, anche il Comandante Roberto Filangieri di Candida, Presidente della Sezione napoletana della Lega Navale, unitamente ad un folto gruppo di soci della stessa.
Subito dopo arrivò anche S. E. Ragosta, il vescovo della città, era suo compito impartire la benedizione. Tutta la popolazione aveva preso posizione per assistere all’avvenimento. La folla era impaziente, ed ammirava la sagoma svelta e potente della nave Vespucci, maestosa sullo scalo e palpitante di bandiere.
Il vescovo, dopo aver benedetto la nave dal palco appositamente posizionato, fece il giro intero della nave e per finire rivolse la benedizione anche a tutta la folla presente alla cerimonia.
La Madrina del varo fu la signorina Elena Cerio, figlia del Comandante Cerio, che infranse la bottiglia di spumante seguita dai forti applausi di tutti gli spettatori.
Prima che fosse ultimata la rimozione degli scontri, il col. Giannelli fece un commosso discorso, a cui seguì l’atteso grido: “In nome di Dio, taglia!”.
La scure si abbatté sulle trinche e la nave, per qualche istante, fu circondata da un assoluto silenzio. Mentre sventolavano festose le bandiere, si innalzarono il suono delle bande e delle sirene delle navi in porto, che la accompagnarono nei suoi “primi passi”, nella sua discesa verso il mare e … la vita.
Tra le autorità c’erano anche l’Alto Commissario di Napoli sen. Castelli, il comandante del Basso Tirreno S.E. Nicastro, il delegato provinciale dell’O.N.B. conte Filangieri, il segretario federale avv. Schiassi, il Preside della Provincia S.E. Foschini in rappresentanza di S.E. Albricci, e molte altre personalità di prestigio locali.
La nave scuola Amerigo Vespucci venne impostata il 12 maggio 1930 e venne ultimata in soli dieci mesi. La direzione fu quella del colonnello Odoardo Giannelli, che si avvalse della collaborazione dei due tenenti colonnelli del Genio Navale ing. D’Esposito ed ing. Di Nola.

Il cantiere dove è nata: Castellammare di Stabia
Il comune di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, è stato costruito sopra la storica Stabia, la città che rimase sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Il Regio Cantiere dove fu costruita la Regia Nave Scuola Amerigo Vespucci è situato a Castellammare di Stabia (Na) ed è un cantiere navale storico.
In quella zona precedentemente sembra ci sia stato un convento, trasformato poi in bagno penale ed infine, in quello stesso luogo, fu costruito un moderno scalo per costruzioni navali.
Nel 1783 venne varata la nave da guerra napoletana “Minerva”; la nave sulla quale, nel 1799, venne impiccato, ad uno dei suoi alberi, l’ammiraglio Caracciolo.
Negli anni successivi al 1780 vennero intrapresi, per volere di Ferdinando I, i lavori di costruzione del cantiere navale, gli stessi furono poi seguiti da Giovanni Edoardo Acton, ministro di Ferdinando IV di Borbone, con l’aiuto dell’ing. Bianchini.
Il cantiere venne fondato il 20 giugno 1783 e diventò il maggiore stabilimento navale d’Italia e del Mediterraneo. Si trovava nelle vicinanze dei boschi che gli garantivano la continua fornitura di legname pregiato, ed inoltre aveva un buon rifornimento di acqua minerale, grazie alle sue 28 sorgenti, senza con questo dimenticare la competenza e l’esperienza del personale che ci lavorava! Pensate che, addirittura, sarebbe stato possibile, all’occorrenza, costruire tre vascelli in contemporanea.
Il 13 maggio 1786 venne varata la prima nave, una corvetta che prese il nome di “Stabia” in onore dell’antica città. Nello stesso anno furono varate altre due navi: la corvetta “Flora” e il vascello “Partenope”.
Dieci anni dopo fu costruito lo Stabilimento Produzione Cordami nei pressi del cantiere, tutt’oggi esistente, e fu creata la Scuola di Applicazione del Genio Navale. Da questa scuola uscirono i maggiori artefici dell’architettura navale della marina borbonica.
Navi varate fino al 1795:
– 1787 corvetta Galatea;
– 1788 fregata Sibilla, corvette Aurora e Fortuna, vascello Ruggero;
– 1789 fregate Sirena e Aretusa, vascelli Tancredi e Guiscardo, corvetta Fama
– 1792 vascello Sannita;
– 1795 vascello Archimede.
L’attività cantieristica fu sospesa poi fino al 1810.
In quegli anni, a seguito dell’occupazione francese di Napoli, e dell’esilio dei Borboni in Sicilia e della Repubblica Partenopea, lo scalo non fu più frequentato da navi. Ma nel 1810, con il regno di Murat, vennero riprese, anche se limitatamente, le costruzioni.
Le nuove unità furono i due vascelli Capri e Gioacchino.
Dal 1824 al 1860 ricominciarono e vennero intensificate le costruzioni, che proseguirono quasi senza lunghe interruzioni e che si integravano con quelle previste nella darsena di Napoli.
Vennero così varati i brigantini Aquila (1824), Zeffiro (1832), la fregata Urania (1833) e la goletta a vapore Flavio Gioia (1841).
Nel 1824 vennero riprese le lavorazioni, e il varo del Vesuvio costituì un esempio di celerità in quanto lo stesso avvenne nel giro di pochi minuti, per merito dell’ing. Mugnai.
Un altro varo particolare fu quello della fregata Isabella (1827) effettuato con la presenza del re Francesco I e di tutta la Corte.
Si ebbero poi anche:

– 1828 brigantino Principe Carlo e della nave Francesco I (destinata ad eventuali imbarchi della famiglia reale);
– 1830 scorridora Etna;
– 1834 fregata Partenope;
– 1835 goletta Venefrido (la prima nave a vapore uscita da questo cantiere);
– 1837 brigantini Intrepido e Valoroso.
Napoli era un porto importante: il primo battello a vapore, il Ferdinando I, fu costruito qui (1839) ed anche il primo tronco ferroviario d’Italia raggiungeva questa città (Napoli – Portici). Ma non era l’unico, infatti tale scalo ferroviario fu ben presto prolungato fino a Castellammare, proprio per l’importanza che questo cantiere rivestiva, che nel frattempo era anche stato ampliato e migliorato.
Tra il 1840 e 1846 vennero varate ben 11 navi a vapore: la goletta Sfinge, il brigantino Generoso, le fregate Ercole, Archimede, Carlo III, Sannita, il bastimento Delfino, la goletta Argonauta e le draghe e cavafondi Finanza, Erebo, Tantalo. Le ultime tre furono anche le prime costruite di quel genere.
Tra il 1850 e 1860 furono costruite:
– 1850 il vascello Monarca, la fregata a vapore Ettore e il brigantino Maria Teresa
– 1855 le draghe Finanza (una seconda nave) e Vulcano;
– 1856 fregata a vapore Torquato Tasso e brigantino Aquila;
– 1859 brigantino a vapore Sirena;
– 1860 corvetta a vapore Borbone e fregata a vapore Farnese.
Nel 1860, dopo l’entrata a Napoli di Garibaldi, venne emesso un decreto provvisorio inerente il passaggio degli stabilimenti militari e marittimi e dei Bastimenti del Regno delle Due Sicilie all’ammiraglio Persano, capo della squadra sarda. Il decreto definitivo ha la data del 17 novembre 1860.
Vennero quindi cambiati i nomi ad alcune navi borboniche: il Monarca diventò Re Galantuomo, la Borbone divenne la Garibaldi. La nave che a quella data si trovava ancora in cantiere, la Farnese, venne completata e varata, con il nome Italia, nel 1861.
Il cantiere di Castellammare di Stabia si avvaleva della collaborazione di quello di Napoli; il primo provvedeva alla costruzione, mentre il secondo si occupava dell’attrezzamento e delle riparazioni delle navi.
Questo cantiere aveva annessa una grande corderia unica nel suo genere. Ha continuato intensamente ed eccellentemente la sua attività, tanto che dal 1861 al marzo del 1931 ha messo a mare una sessantina di navi di ogni tipo e grandezza. Tra queste ci sono 17 scafi di corazzate (Messina, Principe, Amedeo, Duilio, Italia, Lauria, Re Umberto, Marco Polo, Pisani, Filiberto, Brin, Napoli, Vittorio Emanuele, San Marco, San Giorgio, Dante, Duilio (seconda) e Caracciolo), il Miseno (1886) e il Palinuro (1887), oltre ad incrociatori, cannoniere, navi scuola, navi reali, torpediniere, esploratori, piroscafi e trasporti.
La sua centesima costruzione è stata la nave scuola Cristoforo Colombo (1928), il veliero simile all’Amerigo Vespucci.
E’ considerato un cantiere navale storico, perché qui si sono sviluppate, durante la sua lunga esistenza, le principali iniziative e fasi tecniche del moderno sviluppo della marineria militare italiana. Nel 1876 ad esempio scende in mare la corazzata Duilio (dodicimila tonnellate), su progetto di Benedetto Brin, una novità per questo cantiere, il maggiore degli scafi interamente metallico costruito fino a quel momento, era quasi tre volte più grande delle normali stazze. Quattro anni dopo vengono varati i primi due esemplari di grandiose corazzate, quattordicimila tonnellate di stazza, del tipo Italia. Altre costruzioni importanti furono:
– 1850 Monarca (prima unità borbonica con propulsione ad elica);
– 1871 Audace (prima nave costruita interamente in ferro);
– 1876 corazzata Duilio (la nave più grande dell’epoca);
– 1880 – 1884 corazzate Italia e Lauria (prime del gruppo);
– 1885 incrociatore protetto Etna (primo del gruppo);
– 1886/1887 Tripoli, Goito, Folgore e Saetta (primi incrociatori e avvisi torpedinieri, da cui derivarono le cacciatorpediniere);
– 1888 corazzata Re Umberto (prima del gruppo);
– 1892 Marco Polo (primo incrociatore corazzato);
– 1895 incrociatore corazzato Vettor Pisani;
– 1899 Agorda e Coatit (primi esploratori della Marina Militare);
– 1908/1909 incrociatori San Giorgio e San Marco;
– 1910 Dante (prima corazzata da quasi ventimila tonnellate).
A causa della Prima Guerra Mondiale la produzione del cantiere si fermò, ma riprese nel 1928 con il varo della nave scuola Cristoforo Colombo, a cui seguì, nel 1931, l’Amerigo Vespucci.
Ai tempi del varo della nave Vespucci lavoravano in questo cantiere 1.200 persone ed un altro migliaio avrebbero poi partecipato poi all’allestimento del veliero.
Nel 1939 il Regio Cantiere fu assorbito dalla Navalmeccanica S.p.a..
Durante la Seconda Guerra Mondiale furono varati l’incrociatore Giulio Germanico (nel 1941) e numerose corvette antisommergibile.
A seguito della distruzione da parte dei tedeschi, avvenuta l’8 settembre 1943, venne ricostruito. Riprese la produzione con la Salernum, una nave posacavi, e con il batiscafo Trieste (1953) dello scienziato Auguste Piccard. Seguirono il varo degli incrociatori Caio Duilio e Vittorio Veneto (rispettivamente nel 1962 e 1967) per la Marina Militare e numerose altre unità mercantili e passeggeri.

Vi do appuntamento alla prossima puntata per le notizie relative all’Arsenale dove ora vive: l’Arsenale Militare Marittimo di La Spezia. Si tratta di uno storico arsenale, nel quale vengono ancora eseguite antiche lavorazioni, lavori molto particolari svolti da personale specializzato che si trovano ormai solamente qui.

Ho appena letto nel sito della nostra Marina Militare che c’è un importante appuntamento televisivo: martedì 22 febbraio 2011 alle 08.00.

“Il veliero Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina Militare dove si sono formate tante generazioni di Ufficiali, compie 80 anni. Sull’emittente Rai Uno un servizio giornalistico ci parlerà di quest’evento.”

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