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L’assistenza domiciliare … ma in realtà

di Roberta Sibaud (prefazione a cura di Superabile)


Poiché in tanti non conoscono questo servizio e ci chiedono come fare per accedervi oppure ci sono casi in cui di punto in bianco la Asl riduce le ore giornaliere in virtù di non si sa quale “nuova legge interna” mi sembra utile copiare e incollare questo…

Il Servizio di assistenza domiciliare è uno dei principali interventi dei servizi alla persona. La gestione del Servizio è stabilita con Regolamento Comunale, quindi, anche i requisiti per accedervi. La Giunta Comunale, comunque, nel deliberare il Regolamento, deve far riferimento alla Legge n. 328/2000, la quale, all’art. 2 comma 3 e 4 ribadisce la priorità di accesso al Servizio e alle prestazioni per tutti i soggetti che si trovano in condizioni di povertà, o con limitato reddito, o con incapacità totale o parziale di provvedere alle proprie esigenze per inabilità di ordine fisico e psichico, con difficoltà di inserimento nella vita sociale attiva e nel mercato del lavoro, nonché i soggetti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria che rendono necessari interventi assistenziali. È la legge stessa che poi, al comma 4, rimanda al Comune la definizione dei parametri per la valutazione delle condizioni sopra citate. Il Servizio di assistenza domiciliare diretta prevede la fornitura di un Servizio di assistenza personale (igiene personale, governo e pulizia della casa, attività socializzazione, etc.), anche mediante organismi del privato sociale forniti di figure professionali di assistenza domiciliare. Le modalità di erogazione del Servizio, come per i requisiti di accesso, vengono stabilite all’interno dei Regolamenti Comunali. Il Servizio è gestito dalle Circoscrizioni comunali, in concerto con la ASL territoriale, attraverso convenzioni con Organismi del privato sociale. Gli interessati o i loro familiari devono rivolgersi presso il Servizio Sociale del Municipio di residenza, per fissare un colloquio con l’Assistente Sociale. Il piano di assistenza domiciliare, per quanto attiene la frequenza degli interventi, la durata, la tipologia delle prestazioni, viene concordato con l’Assistente Sociale stesso. La procedura per presentare la domanda, le modalità per accedere al Servizio e i requisiti necessari variano a seconda di ciò che è previsto dal Regolamento Comunale, che disciplina i servizi domiciliari.

Il Servizio di assistenza domiciliare indiretta è un tipo di servizio che viene erogato dai Comuni. Può accedervi ogni utente, già in carico presso il Servizio di assistenza domiciliare diretta offerto dal Servizio Sociale del Municipio di residenza. Il Servizio di assistenza domiciliare indiretta prevede l’erogazione di un contributo economico per l’autogestione dell’aiuto personale, mediante l’instaurazione di un rapporto di lavoro con un operatore di fiducia dell’utente, ovviamente nel rispetto della normativa vigente (Legge 21 Maggio 1998, n. 162). Il contributo economico erogato ha un tetto massimo, stabilito in base alle possibilità finanziarie del Comune di residenza. L’utente che desidera trasformare, in modo totale o parziale, l’assistenza domiciliare di cui usufruisce in assistenza domiciliare indiretta, deve presentare la domanda presso il Municipio a cui è in carico. A seguito dell’esame della richiesta, il Servizio Sociale invita l’utente a presentare il proprio piano d’intervento, in cui vengono indicate le necessità, le modalità di impiego e la quantificazione del contributo richiesto. Nella maggior parte dei casi, per l’avvio effettivo del Servizio, l’utente dovrà presentare: – il contratto di lavoro stipulato con gli operatori – una polizza assicurativa RCT in favore degli operatori impiegati. L’utente poi sottoscrive un atto di impegno, in cui dichiara di rispettare le regole previste per il Servizio. A questo punto, si avvia la procedura di autorizzazione all’erogazione del contributo. Si ricorda, comunque, che essendo il Servizio gestito dai Comuni, l’iter burocratico potrebbe variare a seconda del Municipio in cui viene presentata la domanda. Il Servizio Sociale, in accordo con l’utente e la ASL competente sottoscrive il piano individuale.

Riferimenti Legislativi
Legge 8 Novembre 2000, n. 328, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 13 novembre 2000, n. 265 – art. 5 e 24

Legge 27 Dicembre 1997, n. 449, pubblicata nel Supplemento Ordinario n. 255 alla Gazzetta Ufficiale 30 Dicembre 1997, n. 302 – art. 59

Legge 5 Febbraio 1992, n. 104, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 17 Febbraio 1992, n. 39 – Supplemento Ordinario – art. 39

Decreto Presidente Consiglio Ministri 30 Marzo 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 14 Agosto 2001, n. 188

Legge 23 Dicembre 2000, n. 388, pubblicata nel Supplemento Ordinario n. 302 alla Gazzetta Ufficiale 29 Dicembre 2000, n. 302 – art. 81

Legge 21 Maggio 1998, n. 162, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 29 maggio 1998, n. 123

Ma in realtà …
di Roberta Sibaud

Il Servizio di assistenza domiciliare è uno dei principali interventi dei servizi alla persona disabile.
Il servizio di assistenza domiciliare nella forma indiretta o autogestita è in atto nel Comune di Roma da più di 10 anni. Nei municipi, tuttavia, anno dopo anno permangono lunghe liste d’attesa.
Questa situazione non è giustificata né giustificabile. Se la legge quadro 104/1992 e 328/2000 fanno dipendere l’erogazione dei servizi sociali dalla disponibilità delle risorse economiche, la legge 162/1998, che modifica la Legge-Quadro 104/1992, sancisce che è compito degli Enti locali “realizzare programmi di aiuto alla persona, gestiti in forma indiretta”, e all’art. 1, lettera c) l-ter) obbliga gli stessi a “GARANTIRE il diritto ad una vita indipendente alle persone con disabilità permanente e grave limitazione dell’autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni essenziali della vita”.
L’uso della parola impegnativa “GARANTIRE” al posto dei termini eufemistici e dilatori “facilitare- promuovere”, adoperati antecedentemente nelle L.104/92 e 328/2000, rende evidente come la sensibilità del legislatore sia divenuta sempre più consapevole che i servizi alle persone con disabilità non autosufficienti o sono garantiti o la loro efficacia è irrisoria, e a una persona non autosufficiente non gli si può chiedere di attendere o di gravare sulla famiglia … quando c’è!
Si ravvisa l’inottemperanza della Regione Lazio e del Comune di Roma riguardo alla Legge 162/998 perché non garantisce l’assistenza adeguata alle necessità degli utenti.
Inoltre la delibera comunale n.137/2001 stabilisce che il budget di tutti i servizi socio assistenziali sia residenziali che domiciliari a partire dal 2002 dovevano essere rivalutati obbligatoriamente ogni anno all’incremento del costo della vita accertato dall’ISTAT.
Anche questa norma è stata completamente disattesa dal Comune di Roma e la giustificazione addotta è stata l’insufficienza dello stanziamento delle risorse a bilancio.
Si richiede da parte della Regione e del Comune di Roma di ottemperare alla due normative (la 162/998 e la 137/2001) con somme adeguate all’erogazione di entrambi gli interventi.
Sottolineo con forza che si tratta di assistenza a persone non autosufficienti e in situazione di gravità che senza un adeguato servizio assistenziale non possono fruire di pari opportunità di vita come gli altri cittadini e soprattutto vanno incontro a un progressivo peggioramento delle proprie condizioni di salute. (c’è gente che muore per le piaghe da decubito perché ha un’assistenza inadeguata che li costringe ad assumere le stesse posizioni per ore e ore; chi vive solo e vive di pensione di invalidità (Euro 256,67 per 13 mensilità) e di assegno di accompagnamento ( Euro 472,04 per 12 mensilità) , ha spesso anche carenza alimentare, soprattutto chi è senza famiglia o con famiglia a basso reddito. In tal caso la persona e’ costretta ad entrare in una RSA o in una casa famiglia, in pratica un ritorno all’istituzionalizzazione con costi enormi per l’amministrazione pubblica!).
Un modo concreto per affrontare il problema sarebbe applicare un criterio di “priorità” nella ripartizione delle risorse economiche al momento della predisposizione del bilancio annuale regionale e comunale: prima i servizi ai cittadini più svantaggiati e in base alle effettive necessità del disabile grave (24 ore su 24, solo di notte, solo di giorno etc. etc.) poi quelli ai normodotati in modo tale da garantire risorse adeguate per la realizzazione di ogni tipo di assistenza, in particolare il servizio di assistenza domiciliare diretta (cooperative sociali) e indiretta (autogestita), per non costringere i disabili all’emarginazione sociale.
Perché alle cooperative sociali monopolizzatrici del servizio di assistenza domiciliare vengono assicurati dal Comune di Roma 19,30 euro/ora e al disabile che sceglie l’assistenza autogestita non viene erogato un importo che gli consenta di poter assumere una o più assistenti domiciliari a seconda delle sue esigenze per poter sopravvivere?
Di conseguenza se la Regione Lazio e il Comune di Roma non stanziano risorse economiche adeguate per eliminare le liste di attesa, al cittadino non resta che un’unica via per raggiungere la propria autonomia di vita, presentare un esposto denuncia alla Procura della Repubblica per inottemperanza alla legge 162/998 da parte del comune. Solo così si può sperare di ottenere un po’ di giustizia.


TESTO LEGGE QUADRO DI RIFERIMENTO 162/98
http://www.handylex.org/stato/l210598.shtml

http://www.corriere.it/cronache/10_luglio_17/malati-sla_14d3255c-918d-11df-8c13-00144f02aabe.shtml

5 commenti

  • ezio

    da facebook

    Maurizio Bisanti
    (10 dicembre alle ore 16.07)

    CARO EZIO, COME AL SOLITO SEI RIUSCITO A COMMUOVERMI , IL TUO PENSIERO PROFONDO E SENTITO, TRAVALICA QUALSIASI DISTANZA E BARRIERA. LA TUA GRANDE ANIMA BUONA E SINCERA E’ UN ESEMPIO PER TUTTI SEI GRANDE E TI RINGRAZIO DI AVER AVUTO L’OPPORTUNITA’ DI CONOSCERTI ….UN ABBRACCIO CARO FRATELLO UNA VOLTA MARINAI E’ COSI’…MARINAI PER SEMPRE…..MA TI DICO DI FIU’…..LEONI PER SEMPRE…..AD MAJORA!!!!!!

  • ezio

    da facebook

    Luisa E Lillo
    (11 dicembre alle ore 7.17)

    Nulla e niente mai è per caso Ezio, io ne sono fermamente convinta…Don Pino è il portone che si apre…dopo che si è chiusa la prima porta

  • ezio

    da facebook

    Mary Lybera
    (11 dicembre alle ore 3.49)

    Dolce notte anche a te Ezio e famiglia,,,,,,,,,sapevo che la mettevi sul sito…ahahhah——-un abbraccio…..

  • Luisa e Lillo

    In realtà ogni comune ha una gestione diversa…in base ai fondi che hanno a disposizione, a Lillo gli concedono 1 ora al giorno fino al venerdi’…in altri comuni sempre della provincia di Brindisi…le ore concesse sono almeno 3 giornaliere. Dico e penso spesso i poveri diversamente abili che non hanno parenti, come fanno a tirare avanti…visto che la pensione è cosi’ misera.
    Grazie Ezio!

  • manuela

    salve qualcuno sa dirmi cosa si tratta il progetto ritorno a casa e quali sono i requisiti???grazie

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