Racconti,  Recensioni

La nave e l’aereo

di Roberta – Ammiraglia88 (*)

Andare in nave, un accostarsi lento alla meta, senza finirci catapultata, con il tempo di leggere qualcosa, di immaginarlo, di scoprirlo con la lentezza dei grandi viaggi di una volta.

Tempo fa ho letto, più o meno, questa frase e mi è piaciuta subito.
E’ innegabile che la nave e l’aereo sono due utili mezzi di trasporto. Io adoro il primo e sono scettica riguardo al secondo.
Ho sempre odiato l’aereo. I motivi sono molteplici: ti ritrovi rinchiuso, con la temperatura decisa da chissà chi, non puoi aprire il finestrino ed ovviamente non puoi scendere quando vuoi. Non puoi alzarti dal tuo posto, anche se gli amici, quando dico così, mi ripetono che non si è bloccati al proprio posto. E’ vero, non si è incollati al sedile, ma è come se lo fossi. Pensa se tutti si alzano per fare due passi, e dove vanno a fare due passi? Logico, in quello stretto corridoio, che ci si sta appena in uno! E poi cosa fai? Vai su e giù per il corridoio? Ma immaginati la scena se tutti i passeggeri facessero così. Perciò, dai, non nascondiamolo, in aereo si è fermi al proprio piccolo e stretto sedile. E non dirmi che non si è limitati nella vista. Se guardi fuori cosa vedi? Nuvole, nuvole e a volte nemmeno quelle! Non c’è una bella veduta, un qualcosa di nuovo da conoscere e che varia. No, lì vedi solo il cielo! Non dico che non sia una bella visione, ma … o vedi il cielo, o vedi le nuvole, e se viaggi di notte né quelli, né le stelle!
Ho viaggiato spesso anche in pullman, proprio perché quando mi sposto mi piace molto osservare il paesaggio che cambia di regione in regione, di nazione in nazione. Mi diletto a cercare di capire cosa mi circonda, come può essere la vita lì, fuori da quell’immenso finestrino panoramico. Si vedono le varie case, la natura, le città, insomma ti puoi fare una piccola idea dei luoghi che stai attraversando.

Ma quando voli invece non sai nemmeno dove sei! In nave come minimo hai le notizie di navigazione tutti i giorni, o puoi chiedere ad un ufficiale o a qualcuno dell’equipaggio. E poi, se succede qualcosa, tipo un’avaria? Se sei in aereo ovviamente sei in aria e non puoi far altro che cadere e da quell’altezza … non ci voglio nemmeno pensare!
In nave, con un simile imprevisto, invece ci si ferma lì, e si attendono i soccorsi, o il “meccanico esperto”, sempre considerando che comunque l’equipaggio è composto da persone competenti ed è autonoma in tutto.
Quindi, fin da bambina, ho sempre pensato che mai sarei salita su quel mezzo così anomalo, orripilante e metallico che è l’aereo!
Il mio desiderio è sempre stato invece quello di navigare. Provare l’emozione di una crociera. Non dico di fare come i grandi navigatori del passato, che mi hanno sempre attratta, e nemmeno di imbarcarsi su un affascinante veliero, mi sarebbe bastato fare un tranquillo viaggio in nave.
Per vari motivi non ho potuto fare le ferie così, perciò mi sono sempre accontentata di un giro in battello al “mare” più vicino a me, il grande lago di Garda. Il viaggio si limita ovviamente a raggiungere le varie località da una sponda all’altra. Di conseguenza il tragitto è abbastanza breve, ma è veramente bello avvicinarsi pian piano alle cittadine, ammirarle nel loro insieme, con i loro colori e i variopinti fiori, e vederle da lontano, dal centro del lago.
Nell’estate del 2003, ostinata come ero, ho deciso di partire per la mia prima crociera. Sarei partita anche da sola, tanto per dirti quanto ero decisa, e soprattutto curiosa di provare questa nuova esperienza che avevo sognato da anni. Della nave, e di come sono diventata una affezionata anomala crocierista, però ti parlerò dopo.
Per non dilungarmi troppo, cosa che riesco sempre a fare bene quando le cose belle che vorrei raccontare sono tante, ti dico solo che per raggiungere la città di Lisbona via mare, ho dovuto scegliere una crociera in cui era previsto il ritorno in aereo da Amsterdam. Questo è stato il mio primo viaggio in aereo. I dettagli te li risparmio, magari te li racconterò un‘altra volta in un nuovo racconto!
A tutt’oggi ho fatto, anzi ho dovuto fare, tre viaggi in aereo. La mia idea iniziale è rimasta: questo non è un bel viaggiare! Se ci dovrò andare … forse ci salirò nuovamente, ma di sicuro non è il mezzo di trasporto che metto al primo posto per un bel viaggio!
A parte appunto gli inconvenienti già accennati sopra, un’altra cosa poco piacevole è la sensazione di venir catapultati da un posto all’altro. Un momento prima ti trovi per esempio in Spagna, parli spagnolo e assaggi cibi spagnoli e due ore dopo sei in Italia, devi “ricordarti” di tornare a parlare italiano e mangi una pizza italiana. Questo è quello che ho provato e che succede con i viaggi in aereo. In nave no!
In nave ti avvicini gradatamente ad un posto (la velocità massima spesso non supera i 23 nodi), hai il tempo di guardarti intorno, di prepararti, magari leggendo qualcosa di quei luoghi. Ti sposti da un porto all’altro con la lentezza che ricorda i viaggi di una volta, ogni giorno in un porto differente, con una civiltà diversa. In otto giorni di nave in genere tocchi sette città mai uguali, vedi paesaggi differenti e li vedi dal mare, che in genere è il lato migliore di questi luoghi, e li vedi nel loro insieme. Sono città nate grazie al mare, al commercio del mare, sviluppate proprio a partire dal mare.
Quando ti avvicini alle coste, o alle località, ci sono sempre i gabbiani che ti vengono incontro, sembra che ti diano il benvenuto. Stessa cosa succede alla partenza, ti seguono per un po’ salutandoti con il loro forte grido.
Spesso incontri altre navi (sia passeggeri, sia da carico), alcuni pescherecci, un gruppo di delfini, insomma quello della nave e del mare è tutto un mondo particolare e vivo.
Se incroci un’altra nave ci saranno gli scambi di saluti; sui mercantili verrà abbassata ed alzata la bandiera (un saluto che ricorda quello degli uomini di una volta, ormai in disuso, di “alzarsi” (togliersi) un attimo ed abbassarsi il cappello).

Collegato alla nave inoltre c’è il discorso ferie. Una settimana di vacanza in nave è il massimo del relax! Una volta a bordo la prima ed unica preoccupazione è quella di sistemare gli abiti di una settimana nell’armadio; non pensi ad altro. I soli obblighi sono: rilassarsi, farsi coccolare, guardarsi intorno ed apprezzare un bel panorama. I ristoranti sono molto curati sia nella qualità dei cibi, che nella presentazione delle portate; la stanza è sempre pulita. La sera puoi andare a teatro e/o in uno dei numerosi piano bar (senza obbligo di consumazione) e pensi solo a divertirti e/o a riposarti. Puoi camminare liberamente dove, quando e quanto vuoi; se hai caldo, o sei hai freddo, ti puoi spostare in un altro luogo del ponte. Dopo teatro, o in qualunque momento, puoi andare sul ponte esterno. Lì puoi ammirare il mare e i suoi “inquilini”, e di notte anche le stelle, o le luci della costa e vivi in un contesto rilassante. Sei proprio immerso nel silenzio, nella pace, nella distensione e nella tranquillità. Non so tu, ma io, sicuramente l’hai capito, prediligo il lento navigare verso la continua scoperta di nuovi porti!

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