Marinai,  Naviglio,  Storia

I valorosi della nave Calatafimi

di Marino Miccoli


…14 giugno 1940.

Erano passati appena tre giorni dalla dichiarazione di guerra al Regno Unito e alla Francia quando alle ore 4,26 di quel giorno, il 14 giugno 1940, la III Squadra Navale Francese, composta da 4 incrociatori pesanti (10.000 tonn. stazza e 8 pezzi da 103 mm. ciascuno), 11 cacciatorpediniere ( 2.700 tonn.) apriva il fuoco contro Vado Ligure, Savona e Genova. Nove bombardieri erano di copertura aerea all’operazione che rappresentava una ritorsione a seguito dell’incursione aerea italiana sulla città di Tolone. Da 15 mila metri di distanza, l’incrociatore “Algerie” fa cantare i suo pezzi da 203 mm. e gli insediamenti industriali di Vado Ligure ne fanno le spese. L’incrociatore “Foch” fa sentire la sua micidiale potenza di fuoco su Savona.
In circa venti terribili e lunghissimi minuti, ben 400 (ripeto:quattrocento) granate degli incrociatori francesi cadranno su quella parte della costa ligure. Anche sul porto di Genova e sugli stabilimenti Ansaldo giungono i colpi delle navi francesi, ma ecco che non tutto va per il verso giusto in questo ben pianificato attacco dal mare: una piccola nave italiana, la “Calatafimi” una torpediniera da 1.000 tonn. armata con 4 pezzi da 102 mm. e 6 lancia-siluri, che fino a quel momento aveva effettuato la scorta di una nave posa-mine, senza alcuna esitazione si lancia contro i colossi della squadra navale francese!
Sembra di assistere allo scontro di Davide e Golia.
La Regia Torpediniera Calatafimi coraggiosamente apre il fuoco con i suoi cannoni, intrepida lancia i suoi siluri, semina in tal modo lo scompiglio nella flotta francese che rimane sorpresa dall’improvviso e inaspettato attacco dell’unità italiana che poi inverte la rotta in direzione della costa.
Anche le batterie di difesa costiera, nel frattempo, si erano fatte sentire.
Si distingue per la sua reazione energica e per il volume di fuoco (64 colpi da 152 mm. sparati in circa 20 minuti) la “Batteria Mameli”, che si rende assai pericolosa per la squadra navale nemica. Infatti un colpo riesce a centrare il cacciatorpediniere francese “Albatros”, le altre granate, sempre più vicine, inquadrano la Squadra Navale Francese che, incalzata anche da alcuni “MAS”, decide di ritirarsi facendo rientro nel porto di Tolone.

 

 

 

Desidero concludere questo mio ricordo (che porto all’attenzione dei visitatori del blog proprio oggi, in occasione del 70° anniversario dei fatti) dei coraggiosi marinai della Regia Torpediniera Calatafimi riportando la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare conferita il 19 luglio 1940 al suo Comandante: il Tenente di Vascello Giuseppe Brignole, nato a Noli (Savona) il 6 ottobre 1906, deceduto a Genova il 30 luglio 1992.

“Comandante di torpediniera di scorta ad un posamine, avvistata una formazione di numerosi incrociatori e siluranti nemici che si dirigevano per azione di bombardamento di importanti centri costieri, ordinava al posamine di prendere il ridosso della costa ed attaccava l’avversario affrontando decisamente la palese impari lotta. Fatto segno ad intensa reazione, manovrava con serenità e perizia attaccando fino a breve distanza con il siluro e con il cannone le unità nemiche. La sua azione decisa ed i danni subiti dalle forze navali avversarie costringevano queste a ritirarsi. Esempio di sereno ardimento, di sprezzo del pericolo, di consapevole spirito di assoluta dedizione alla Patria. Mare Ligure, 14 giugno 1940”.

… al compianto signor Amedeo Zacheo e ne onoro la memoria quale valoroso marinaio della Regia Torpediniera Calatafimi onché concittadino, collega e stimato amico di mio padre Antonio

(1)
https://www.lavocedelmarinaio.com/blog/2010/04/28-marzo-1941-matapan/

https://www.lavocedelmarinaio.com/blog/2010/05/1932-la-regia-marina-sfila-per-le-vie-di-atene/

https://www.lavocedelmarinaio.com/blog/2010/04/eco-netto-eco-netto/

https://www.lavocedelmarinaio.com/blog/2010/05/eco-netto-eco-netto-l%E2%80%99epilogo/

 

 

Per saperne di più
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Giuseppe Brignole (Tenente di vascello)
Nacque a Noli (Savona) il 6 ottobre 1906. Arruolato nella Regia Marina per obbligo di leva ed ammesso,dal 1° gennaio 1928, alla frequenza del Corso Ufficiali di complemento conseguì,nel novembre dello stesso anno, la nomina a Guardiamarina. Imbarcò prima sull’incrociatore QUARTO e poi su nave appoggio aerei “Miraglia” e nell’agosto 1933, promosso Sottotenente di Vascello, fu posto in congedo per fine di ferma. Dopo aver ripreso gli studi,nel 1935 conseguì la laurea in Scienze Economiche presso l’Università di Genova e nel settembre dello stesso anno,per esigenze di carattere eccezionale,fu richiamato in servizio ed assegnato alla Squadriglia MAS di La Spezia con la quale poi partecipò ad alcune missioni durante il conflitto italo-etiopico e nella guerra di Spagna. Nel 1937 conseguì la nomina a Tenente di Vascello e nel gennaio dello stesso anno fu destinato a Massaua, presso il Comando Superiore in Africa orientale. Il 24 aprile 1940 ebbe il comando della torpediniera “Calatafimi” con sede a La Spezia. Il 14 giugno dello stesso anno contrastava efficacemente con quel mezzo una forte formazione navale francese diretta a colpire importanti obiettivi militari ed industriali nel Golfo Ligure.
Insignito della massima decorazione militare per l’audace azione, mantenne il comando del Calatafimi fino all’8 settembre 1943 quando,rifiutando ogni forma di collaborazione con il Governo della R:S.I.,venne internato in Germania.
Rimpatriato nel settembre 1945 e conseguita la promozione a Capitano di Corvetta con anzianità 1.1.1944,nel febbraio 1947,a domanda,fu collocato in ausiliaria, passando poi nella riserva nel 1955 nel grado di Capitano di Fregata.
E’ morto a Genova il 30 luglio 1992.

Altre decorazioni e riconoscimenti per merito di guerra
Medaglia di Bronzo al valore Militare sul Campo
(Mediterraneo orientale,ottobre 1942) – (1^ concessione)
Comandante di torpediniera ,di scorta ad una pirocisterna, colpita con due siluri e incendiata da aerosiluranti nemici,impartiva rapidamente efficaci disposizioni al fine di arrecare soccorso ai naufraghi dell’unità sinistrata. Nonostante l’opera di salvataggio fosse resa estremamente difficile a causa della benzina in fiamme,riversatasi nella zona di mare circostante,riusciva in breve tempo a trarre in salvo tutti i naufraghi,dimostrando serena noncuranza del pericolo ed elevato spirito di abnegazione“.
(Mediterraneo Orientale,notte sul 26 ottobre 1942)
(Determinazione del 22 marzo 1943)
(R.D.10 maggio 1943)

Medaglia di Bronzo al Valore Militare sul Campo
(Mediterraneo,giugno 1942-settembre 1943) – (2^ concessione)
Comandante di torpediniera,ha compiuto numerose missioni di guerra e scorte a convogli in acque insidiate dal nemico. Animato da elevato sentimento del dovere,ha dimostrato in ogni circostanza sereno coraggio,capacità professionali ed elevato spirito combattivo“.
(Mediterraneo,22 giugno 1942-8 settembre 1943)
(Determinazione del 20 marzo 1946)
(D.L.12 aprile 1946).

Trasferimento in s.p.e. nel grado di Tenente di Vascello(1943)


La Regia Torpediniera Calatafimi
(classe “Curtatone” – 4 unità)

La storia
Il primo Cacciatorpediniere della classe “Curtatone (formata dalle quattro Unità Curtatone, Castelfidardo, Calatafimi e Monzambano) venne impostato nel gennaio 1920 apportando alcune modifiche al progetto dello scafo dei CC.TT. della classe “Palestro“. Infatti, un allungamento dello scafo, avrebbe permesso ai “Curtatone” di raggiungere velocità più elevate. Con queste modifiche il dislocamento risultò decisamente superiore, a tutto vantaggio della velocità che alle prove raggiunse i 33,6 nodi, sia pure a scapito delle qualità evolutive e manovriere.
I “Curtatone“, inoltre, si differenziarono notevolmente dai predecessori per l’armamento. Su queste unità vennero infatti, per la prima volta, sistemati impianti binati di artiglieria ed impianti trinati di lanciasiluri disposti sull’asse longitudinale; queste innovazioni vennero successivamente adottate sui cacciatorpediniere che li seguirono nel tempo, diventando tipiche per questo tipo di unità. Negli anni successivi vennero apportate modifiche al fumaiolo prodiero ed i “Curtatone” vennero anche dotati di apparecchiature per il dragaggio e la posa delle mine. Altre modifiche all’armamento vennero eseguite nel corso della Seconda Guerra Mondiale. I Cacciatorpediniere della classe “Curtatone” dal 1° ottobre 1938 furono declassati a Torpediniere.

 

Attività
Il R.CT. Calatafimi, il 1° luglio 1924 fu assegnato alla 3a. Squadriglia CC.TT. dell’Armata Navale, ed esplicò intensa attività nel Tirreno.
Nel dicembre 1925 passò alle dipendenze della 4a. Squadriglia CC.TT. della Divisione Siluranti (poi, nel 1927, incorporata nella 2a. Squadra) partecipando a tutte le esercitazioni di quegli anni.
Il 4 novembre 1927 ebbe a bordo il Re di Spagna ed altre personalità in occasione della visita in Italia dei Reali ispanici; nell’aprile 1928 trasportò a Corinto materiale sanitario e personale della Croce Rossa per soccorrere le popolazioni locali colpite da un terremoto.
Negli anni dal 1929 al 1932 seguì la Squadra in Crociere a Costantinopoli, nel Dodecanneso, in Libia, in Grecia, in Cirenaica, in Egitto, in Libano e poi di nuovo nel Dodecanneso ed in Grecia.
Nel 1933 rimase fermo a Brindisi per grandi lavori e nel 1934 – 1935 fu stazionario nel Dodecanneso, esplicando notevole attività nelle acque di quel possedimento.
Dopo il rientro in Italia, entrò a far parte della 6a. Squadriglia CC.TT. di Messina ma fu anche distaccato per un certo tempo in Cirenaica.
Raggiunse poi la nuova sede della Squadriglia a La Spezia da dove fu spesso distaccato a Livorno per servizio dell’Accademia Navale. Nell’aprile 1937, uscendo da Livorno, entrò in collisione con il piroscafo Marzameni, riportando seri danni alla prora.
Dopo il declassamento a Torpediniera (1/10/1938) entrò a far parte della 16a. Squadriglia Dipartimentale della Spezia fino all’entrata in guerra dell’Italia.
Pochi giorni dopo l’inizio delle ostilità, all’alba del 14 giugno 1940, di scorta ad un posamine, avvistò una grossa formazione navale francese costituita da quattro incrociatori pesanti scortati da ben undici cacciatorpediniere. Questa formazione, era uscita la sera prima da Tolone e dirigeva per azioni di bombardamento contro Genova ed altri centri costieri. Il comandante dell’unità, T.V. Giuseppe Brignole, ordinava al posamine di prendere il ridosso della costa ed attaccava decisamente il nemico, affrontando l’impari lotta.
Fatta segno ad intensa reazione, la Calatafimi manovrava attaccando, fino a breve distanza con siluri e con il cannone, le unità nemiche; queste, per disimpegnarsi, dovettero desistere dal fuoco contro la costa, anche per l’intervento di un treno armato, delle batterie costiere e di quattro MAS della 13a. Squadriglia.
Per l’ardita azione compiuta, il T.V. Giuseppe Brignole fu decorato con Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Successivamente l’unità fu inviata a Brindisi (6° Gruppo torpediniere) per la difesa del traffico nel Basso Adriatico; dopo l’occupazione della Grecia fu in quelle acque fino alla data dell’armistizio.
Il 9 settembre 1943 si trovava nel porto del Pireo dove venne catturata dai Tedeschi che la denominarono TA 19.
La R. Torpediniera Calatafimi andò definitivamente perduta il 9 agosto 1944, al largo di Samos, affondata probabilmente dai siluri del sommergibile greco Pipinos.
Aveva effettuato intensa attività bellica consistente in 202 servizi di scorta, 8 missioni di posa di sbarramenti di mine, 2 azioni di caccia antisom, oltre a 15 missioni di vario genere. Nell’esplicare tale attività percorse oltre 55.000 miglia.
Era stata impostata nei Cantieri Orlando di Livorno il 01/12/1920.
Varata il 17/03/1923, era stata consegnata alla Regia Marina il 24/05/1924.
Perduta per cause belliche, fu ufficialmente radiata dai ruoli del Naviglio Militare il 27/02/1947.


Caratteristiche tecniche
Lunghezza:
84,94 m
Larghezza: 8,02 m
Immersione: 2,48 m. (scar.) – 2,9 m. (car.norm) 3,06 m. (pieno car.)
Dislocamento: 967 t. (scar.) – 1170 t. (car.norm) – 1214 t. (pieno car.)
Appar. Motore: 4 caldaie Thornycroft , 2 turbine Zoelly e 2 eliche
Potenza: 22.000 hp
Velocità: 32 nodi
Combustibile: 200 t. nafta
Autonomia: 1395 miglia a 10 nodi e 390 miglia a 28 nodi
Armamento:
4 cannoni da 102/45 mm (in complessi binati)
2 cannoni da 76/40 mm a.a. singoli (sostituiti nel 1940 con 4 mitragliere da 20 mm. e 2 da 8 mm.)
6 lanciasiluri da 450 mm
Sistemazione per la posa delle mine e 10 – 40 mine
Equipaggio: 108 (6 ufficiali)

Sigla: CM

Motto: “Con una nuova fede e con lo stesso ardire

26 commenti

  • Franco Patricelli

    Onore al suo Comandante ed anche al suo Equipaggio tra cui il mio concittadino Marino Martello.

  • Stefano Piemontese

    In quella Nave “Calatafimi fu imbarcato il Stafano Piemontese classe1920 Nocchiere con il Grado di sottocapo di Fuscaldo Marina (CS) oggi novantenne.
    Vorrei Più notizie perchè è anche Medaglia di Bronzo per i suoi salvataggi con una lancia nel recupero di Alpini affondati .

  • ezio

    Carissimo Stefano, carissimi associati A.N.M.I.
    per doverosa e opportuna informazione mi pregio volervi comunicare che Marino Miccoli, uomo di grande solidarietà e bontà e soprattutto profondo conoscitore della Marina e dei Marinai, è a nostra disposizione per rispondere ai quesiti sul Calatifimi e sui valorosi marinai che presero parte a quella spedizione.

    Vi abbraccio e vi stringo forte forte al cuore
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

  • ezio

    Per opportuna e doverosa informazione rilancio la mail pervenutami da Marino Miccoli.

    Ezio,
    il signor Amedeo Zacheo abitava a Spongano, in provincia di Lecce, è purtroppo deceduto da diversi anni. Egli era imbarcato sulla regia torpediniera CALATAFIMI.
    Ho voluto ricordarlo nel mio scritto I VALOROSI DELLA NAVE CALATAFIMI anche perché era un amico (nonché collega Marinaio) di mio padre.
    Al signor Stefano Piemontese giungono i miei più cordiali e marinareschi saluti con il saluto alla voce: W la Regia Marina!
    W la Regia Torpediniera Calatafimi e i suoi valorosi uomini!

    f.to Marino Miccoli

  • mariapia piemontese

    Salve. Sono la figlia di Stefano Piemontese, marinaio della Calatafimi. Volevo innanzitutto ringraziarvi per l’impegno con cui mantenete viva la memoria per quanto fatto dai nostri marinai. A proposito dell’episodio per cui a mio padre e ad altri mariani è stata assegnata la Medaglia di Bronzo, vorrei sapere se ci sono notizie degli Alpini della pirocisterna Scileno che sono stati salvati. Immagino che a mio padre farebbe un piacere immenso poterli ancora salutare. Grazie infinite. Mariapia Piemontese

  • ezio

    Carissima Mariapia, Carissimo Marino,
    il nostro piccolo diario ha lasciato una “scia di poppa” sui nostri valorosi del Calatafimi.
    Innanzitutto Grazie Mariapia per il messaggio e grazie Marino Miccoli che ne è l’autore nonché
    insostituibile collaboratore storico, e non solo, de https://www.lavocedelmarinaio.com.
    Ebbene Mariapia qualora Marino non avesse sufficienti notizie in merito al tuo quesito (Marino ti
    prego di rispondere direttamente a Maria e darmi conoscenza stesso mezzo), ti invio, di seguito,
    l’indirizzo (link) a cui rivolgerti per chiedere notizie dettagliate degli Alpini ed eventuali foto della Pirocisterna
    Scileno, evidenziando il nome del tuo carissimo padre, della medaglia di bronzo e del mio nome.
    Colgo l’occasione per augurare a te Mariapia e a Marino Buon Anno 2011.

    http://www.marina.difesa.it/storiacultura/ufficiostorico/Pagine/default.aspx

  • ezio

    Gentile signora Mariapia Piemontese,
    quando nello scorso mese di giugno ho inviato l’articolo sui valorosi Marinai della Regia Torpediniera CALATAFIMI a Ezio, non immaginavo che quel mio modesto scritto (che avevo appositamente composto in occasione del 70° anniversario dei fatti del 14-06-1940, ovvero del coraggio e dal valore non comuni, dell’eroismo direi, dimostrato dall’equipaggio e dal comandante Brignole della CALATAFIMI in occasione del bombardamento di Genova da parte della flotta francese) avesse poi riscosso tanta attenzione.Dell’equipaggio ho avuto l’onore di conoscere il signor Amedeo Zacheo che era imbarcato sul quella Torpediniera, il quale era un amico e collega di mio padre.Il compianto signor Amedeo si distingueva per i suoi modi pacati e la sua innata cortesia, di persona educata e con la quale era assai gradevole intrattenersi a discorrere.Essendo una nave di piccola stazza (quasi 1000 T. e circa 100 uomini di equipaggio) credo che il signor Stefano Piemontese conoscesse il signor Amedeo Zacheo, nativo e residente a Spongano, alla via Pio XII. A queste brevi notizie altro non so e non posso aggiungere.
    Un sincero augurio a Lei, signora Piemontese, per un felice anno nuovo e un riverente saluto giunge da parte mia a suo padre Stefano.
    Un cordiale saluto accompagnato da una calorosa stretta di mano al mio stimato amico Ezio, con il quale collaborare su LA VOCE DEL MARINAIO è e sarà sempre per me motivo di profonda soddisfazione.
    Buona fine e miglior principio!
    Marino Miccoli.

  • Santino Correnti

    amico ezio è per me grande privilegio parlarti ..desidero raccontarti tanti e tanti episodi in parte forse inediti,che mio padre mi ha sempre raccontato in merito al suo imbarco sulla Calatafimi ho tante belle
    foto di suoi compagni marinai che hanno reso gloriosa questa nave.
    A risentirci.

    Santino

  • giuseppe zamberoni

    Ci sono imbarcato subito dopo l’azione di Genova come radiotelegrafista a La Spezia, dopo
    andammo di base a Brindisi, facevamo scorta convogli… Valona, Durazzo… poi nel marzo del 1941 mi imbarcarono sul mas 555 andammo di base ad Argostoli …. ecc. ecc. saluto ed abbraccio tutti quelli che …. la sorte a loro permesso di invecchiare come me… giuseppe

  • giuseppe zamberoni

    non capisco cosa devo moderare… sarà perchè mi
    considerate vecchio e rincoglionito? giusppe

  • Alessandro Cudia

    Salve. Sono il figlio di Cudia Natale 2^ capo della Calatafimi. Volevo innanzitutto ringraziarvi per l’impegno con cui mantenete viva la memoria per quanto fatto dai nostri marinai. A proposito vorrei avere quell’articolo di cui parla dei valorosi marinari del Calatafimi se possibile.
    Grazie infinite. Alessandro Cudia

  • Giuseppe

    Buona sera a tutti io sono un ex m.m. rd 9/87 L/2.
    Colgo l’occasione per il commento facendo presente che sono il nipote acquisito del Marinaio Nocchiere VINCENZO AIELLO che sbarcò dalla Nave Calatafimi per malattia dopo aver ricevuto anche Lui la medaglia d’oro al valor militare ricevuta a Roma anni fà. Mio nonno mi racconta sempre di quel periodo e delle imprese svolte con tutti i suoi grandi commilitoni ricordando sempre Il Comandante Brignole. Un episodio al quale fà riferimento la medaglia è quello di aver con una repentina manovra evasiva nei pressi di un porto greco, forse pireo, schivando un passeggero in attraversameto, accostava evitando il peggio per le persone e cose. Spero che questo mio indizio possa servire a far incontrare quelli che ancor oggi possono ricordarsi di quell’evento o dei familiari che ricordino di quel periodo e della Nave Calatafimi.

  • alex

    ciao a tutti mio nonno era a bordo del calatafimi poi dopo l’armistizio fu internato a berlino dopo la guerra si fermo’ a berlino !

  • Giuseppe Gristina

    Salve, ho letto quanto pubblicato sulla R.CT. Calatafimi perchè mio padre, Gaspare Gristina, era imbarcato nel Calatafimi e durante la “campagna di Grecia” fu fatto prigioniero ed internato in Germania.
    A causa di una grave malattia, nel 1972, ci ha lasciati…….io conservo il nastrino nero del cappello dove tra due stelle è scritto R.CT. CALATAFIMI……..
    Un caro saluto a tutti quelli che sono stati compagni d’armi di mio padre.

  • bruno simoncelli

    grazie di ricodare il grande Calatafimi . mio papa durante la gloriosa azione contro la flotta francese era imbarcato sul calatafimi cn il grado di sottocapo radiotelegrafista. qualcuno sa dirmi e/o raccontarmi qualcosa, dal momento che ormai da due anni mio papa non c’e piu. grazie bruno simoncelli

  • alex

    Mio nonno era un membro dell’equipaggio ,e’ scomparso da tre anni .Fu fatto prigioniero in germania durante l’armistizio ,ci sara’ ancora qualche reduce in vita?Un saluto .

  • Roberto Oneto

    Salve sono il figlio del nocchiere Oneto Emanuele da Portofino classe 1917. Era a bordo della Calatafimi nella battaglia contro i francesi. Custodiscono gelosamente la sua croce di guerra al valore militare con la pergamena su scritto la motivazione. Onore a questi marinai e al comandante Brignole per non aver esitato contro il nemico.

  • Giuseppe C

    Salve sono Giuseppe, mio nonno ( Eduardo Gregalli) era sul CT Calatafimi quando nel 1944 fu fatto prigioniero dai tedeschi…so solo che era un sottufficiale specialista al tiro ma non so null’altro e non ho nulla poichè quando morì i miei zii fecero scomparire tutto….mentre io mi trovavo alla scuola AS…se qualcuno può notiziarmi….vi sarei grato

  • bruno simoncelli

    sono bruno simoncelli figlio del sotto capo r.t. renato simoncelli che nn c’e piuormai da molti anni.
    c’e qualc uno che ha foto del calatafimi da inviarmi?
    ne sarei veramente riconoscente.

  • Antonella Bontae

    Anch’io sono la figlia di un valoroso del Calatafimi. Mio papà Ivo Bontae era radiotelegrafista e anch’io conservo con gratitudine la sua medaglia e la lettera del Comandante Brignole.
    Mio padre morì 64enne e tutto ciò che mi parla della sua storia mi crea commozione.
    Antonella
    P.S.: anche a me farebbe molto piacere ricevere foto dei “valorosi”

  • Antonio Ncolì

    Mio padre fu imbarcato sulla Calatafimi dal 1940 fino al suo affondamento nel 1944, in seguito all’affondamento fu fatto prigioniero e deportato in campo di concentramento, dove per miracolo dopo pochi mesi insieme a 4 suoi conoscenti riuscì a scappare. Sono coscente che ormai i reduci sono centenari e ultra e purtroppo come mio padre non ci sono più, ma se qualche figlio/a o nipote di chi era imbarcato mi potesse dare notizie o elenco nominativi degli imbarcati sarei infinitamente grato. Mio padre si chiamava Nicolì Nicolino.
    Grazie

  • danilo slokar

    Buonasera a tutti ,

    leggendo queste brevi memorie , vi abbraccio affettuosamente tutti voi eredi e quelli ancora in vita.
    Sono figlio di Stanislao Slokar anche lui imbarcato sulla Calatafimi. Nel 1943 durante l’armistizio fu catturata con tutto l’equipaggio in Grecia, se non sbaglio nel porto del Pireo.
    Da lì mio padre, come tanti altri commilitoni, fu mandato in un campo di concentramento in Germania precisamente a Kenisberg fino alla fine della guerra.
    Liberato dall’Armata Rossa rientro con 1000 peripezie e con 38 kg a Trieste.

    Spesso mi raccontava le sue storie di mare e dopo di terra, mi ha lasciato tante foto della Calatafimi e di tante foto in posa con tanti ragazzi come lui imbarcati durante la loro gioventù.

    Approfitto di questo posto per salutarlo ovunque lui sia in questo momento, ciao papà.

    Un caro saluto a voi e a chi a ha voluto ricordare tutti i nostri cari

    Danilo Slokar

  • mariapia Piemontese

    Buonasera,

    ho appena riletto con mio padre, Stefano Piemontese, gli ultimi interventi sperando potesse ricordare il nome di qualcuno dei marinai imbarcati sulla Calatafimi, ma purtroppo non è stato così. Sono passati tantissimi anni e mio padre, e tutti noi con lui, ha avuto il grande privilegio di festeggiare i 100 anni nello scorso novembre! Un nome però gli è stato familiare, quello di Vinceno Aiello, con il quale per lungo tempo è riuscito a mantenere i rapporti con graditissimi scambi di visite. Un caloroso abbraccio alla sua famiglia, se ci legge e un saluto a tutti voi, famiglie dei valorosi della Calatafimi!

  • Amedeo

    Anche io sono cresciuto con i racconti di mio nonno che e scomparso ormai dal 94 e proprio per le gravissime condizioni a cui sono stati sottoposti durante la prigionia in Germania la sua salute anche dopo la guerra ha avuto sempre dei problemi. Il suo nome era Amedeo Cauteruccio e da anni sono alla ricerca di fotografie che mi possano dare ancora di più l’immagine dell’eroe che era per me. Il mio eroe.

  • Antonio Nicolì

    Anche mio padre Nicolì Nicolino il 22 novembre del 2020 avrebbe compiuto 100 anni. MARIAPIA PIEMONTESE, essendo coetanei non è da escludere sia mio padre che il tuo papà Stefano non siano stati imbarcati poraneamente sulla Calatafimi, mio padre nacque il 22 11 1920. Cordiali saluti Antonio Nicolì

  • Domenico micalizzi

    Salve mio padre è stato inbaricato sulla calatafimi dal 15.10.36 al 15.12.37 io avrei una cartolina che mio padre mio inviò a mia madre potrebbe interessare?

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *