Racconti

Roberta e il Vespucci ovvero ammiraglia88.

di Roberta ammiraglia88

La mia passione per la nave scuola Amerigo Vespucci è nata diversi anni fa. Ho cominciato a “conoscere” ed avvisare un certo interesse per le navi e la storia della nave già alle scuole elementari, quando mi era stato insegnato che l’imbarcazione, e poi la nave, sono stati i primi mezzi di comunicazione, oltre che di trasporto, tra i vari popoli. A questo si aggiunge il mio interesse per la storia dei grandi navigatori, delle loro vere e proprie avventure (visti i tempi), e delle loro scoperte. Le navi che mi affascinano di più sono i velieri; quelle maestose navi che scivolavano silenziose, a vele spiegate, leggere sull’acqua, con la loro bella polena che guardava avanti e con la prora che fendeva l’acqua, tagliando l’onda che tentava di porsi davanti e di ostacolare il loro incedere sicuro. Che bella immagine! Era un mondo senza tempo, non frenetico proprio perché vincolato ai “capricci” del vento … peccato che ormai sia così raro poter ammirare un veliero. Uno però, per fortuna, è ancora in attività, è il Vespucci.

Diversi anni fa l’ho visto un giorno in televisione, una piccola apparizione, bello, con quelle vele spiegate, con quella signorilità, e mi si è impresso nella mente, mi ha subito colpito. E’ utile dire anche che io, ammiraglia88 (ammiraglia perché è un termine che riguarda la Marina ed 88 perché è un numero che mi piace), sono nata, ed ho sempre vissuto, in Trentino Alto-Adige, una delle poche regioni non baciate dal mare. Nonostante ciò, pur essendo cresciuta in un ambiente montanaro, ho sempre avuto un occhio di riguardo verso le navi, la Marina Militare e la navigazione in generale. Forse tale interesse deriva proprio dal fatto che è un qualcosa di così lontano, così diverso. Mi ha sempre colpito quella terminologia così particolare ed unica che si usa una volta a bordo di una nave e che distingue gli uomini di mare da tutti gli altri.

Uno dei miei sogni è sempre stato, oltre a quello (al primo posto) di vedere dal vero il Vespucci, anche provare l’effetto che fa navigare. Di conseguenza mi hanno sempre attirato le navi da crociera ed ho sempre avuto il desiderio di imbarcarmi almeno una volta. Certo, non è la stessa esperienza di navigazione; qui si è in ferie, coccolati e serviti, e non si pensa ad altro. Però era ugualmente una cosa che mi interessava ed anche l’unica che avrei potuto fare come civile (almeno così pensavo!). Ecco allora che ho provato l’emozione di una prima crociera. E’ stato talmente fantastico che, quando ne ho avuto la possibilità, ne ho fatta un’altra, poi un’altra; attualmente sono arrivata a quota cinque! Che belle ferie, che relax, ma soprattutto che belle esperienze. Ho potuto infatti vedere, e capire un po’ di più riguardo alla navigazione e alle navi. Certo, non c’è paragone con il Vespucci, o con un antico veliero, però … mi dovevo accontentare.

Non mi sono accontentata invece riguardo al fatto di conoscere la nave scuola Amerigo Vespucci, che, come già detto, avevo visto un giorno in televisione quando ero ancora bambina. Mi aveva colpita a tal punto che avevo raccolto, di volta in volta, qualche articolo e qualche foto, purtroppo rari qui tra le mie belle montagne, ma che ogni tanto trovavo pubblicate su qualche giornale. E così, pian piano, stava accrescendo il mio interesse verso questa fantastica Unità. Ad un certo punto non mi sono più accontentata, ho iniziato a desiderare di vederla dal vero, mi sarebbe stato sufficiente ammirarla anche solo dal molo, dato che sapevo benissimo che era una nave militare e quindi con limitato accesso ai civili!
Ho scritto allora a diversi Enti, ed Uffici, per capire se era ormeggiata in porto, o se mi sapevano dire in quale altra città era ormeggiata, se sarebbe arrivata, se era visitabile, chiedevo tutte le notizie indispensabili per ammirarla in porto e magari, se possibile, visitarla. Insomma … ho dato lavoro ad un bel po’ di segreterie! Alcune lettere non hanno avuto risposta, altre sì, anche se purtroppo senza potermi essere d’aiuto, ma non mi sono arresa fino all’arrivo di una ultima comunicazione, quella che diceva di rivolgermi alla Marina Militare Italiana. Che cosa ovvia, eppure non l’avevo mai considerato; d’altronde pensavo: “Ma come si fa a scrivere “ai militari”? A quelle persone così serie, che vivono in quel mondo così impregnato di disciplina”. Mi sembrava proprio una cosa troppo “azzardata”.

Eppure proprio dalla Marina ho avuto le risposte che volevo e soprattutto ho trovato molta cortesia e molta disponibilità. Chi l’avrebbe mai detto! Così, dopo essermi sfuggita per alcune Campagne Addestrative, dopo il rispetto di alcuni impegni istituzionali, finalmente nel giro di qualche anno, la “mia” nave era finalmente visitabile. Non era in piena forma, ma era comunque in parte “calpestabile”: bastava recarsi a La Spezia, in concomitanza dei festeggiamenti del patrono della città, e così ho fatto nel marzo del 2000. Non me lo sono fatto certo ripetere due volte. Un’occasione così non potevo sprecarla, dopo tutta quella attesa; tra l’altro era previsto che, l’anno successivo, la nave facesse un itinerario particolare e che salpasse per effettuare il giro del mondo, per stare lontana da casa per circa un anno, pertanto non era il caso di cedere proprio adesso.

Eccomi così a La Spezia per qualche giorno. L’Arsenale Militare Marittimo, in quella occasione, era aperto al pubblico ed erano anche visitabili due navi: la fregata Maestrale e la nave scuola Vespucci. La mia lunga attesa veniva perciò ampiamente ripagata da questa cosa eccezionale, quindi ne è valsa proprio la pena di attendere fino al 2000. Naturalmente non mi sono fatta scappare né la visita ad entrambe le navi, né quella all’Arsenale. Ovviamente una volta entrata dal maestoso ingresso dell’Arsenale, per prima cosa mi sono diretta al “mio” veliero. Con il cuore in gola, non so se a causa del passo veloce con cui ho percorso il lungo viale per raggiungere il molo dove era attraccato il Vespucci, o …

Ad ogni modo ricordo benissimo che man mano che diminuiva la distanza tra di noi, aumentava il battito del mio cuore, e poi … Eccolo! … Maestoso! … Che apparizione! Anche se era ancora ai lavori, in parte disalberato, faceva comunque la sua bella figura. L’emozione aumentava man mano che la fila della gente in attesa diminuiva e io mi avvicinavo sempre più allo scalandrone, e poi soprattutto che sensazione essere a bordo, respirare quell’aria di antico, di perfezione, di eleganza, di signorilità, ammirare la cura che le viene giustamente dedicata, e che strano sentirsi così piccoli sotto quegli immensi alberi e pennoni. Quanti particolari da osservare: cime, bozzelli, ottoni, la campana, le sartie, ecc., che incrocio incredibile di cime, quanta attenzione nei suoi riguardi, quanta dedizione, quanta accuratezza, quanta … non avrei mai immaginato che fosse così maestosa e così affascinante.

Purtroppo essendo ancora ai lavori era visitabile solo una parte del ponte esterno. Sono però ugualmente rimasta molto colpita da quel nostro primo incontro, ammaliata dalla bella Regina dei Mari. Il mio sogno si era avverato. In realtà sono ancora oggi vittima di quell’incantesimo, perché da quel giorno non sono più riuscita a staccarmi da questo fantastico veliero.

Passo dopo passo, tassello dopo tassello, sono riuscita a conoscerlo sempre di più e a comporre un magnifico puzzle. Conseguentemente, quasi per gioco, ho creato un piccolo sito web amatoriale, nel quale ovviamente parlavo soprattutto del Vespucci. Di pagina, in pagina, con il trascorrere del tempo i contatti e le notizie sono aumentate sempre più e così anche la necessità di spazio. Sono così passata ad un nuovo sito web ( www.ammiraglia88.it ) e poi ultimamente ne ho attivato un altro. Il www.ammiraglia88.it è rimasto il mio “quaderno degli appunti”, dove parlo di navi, di velieri e di navigazione, oltre ad essere un piccolo album da sfogliare, mentre nel nuovo, http://www.mondovespucci.com , ho distinto tutte le notizie e le particolarità, che aggiorno costantemente, di questo affascinante mondo che lo circonda, ed in cui vive.

Grazie al sito ho conosciuto molte persone semplici ma speciali, alcune anche generose e solidali, e molti appassionati di questo splendido veliero. Persone che si aggiungono alle numerose qualità uniche e alle singolarità che questo veliero già ha.

Solo per fare qualche esempio: i lavori a bordo, tutte le manovre alle vele, vengono ancora fatti a mano (e solo per serrare il trevo di maestra sono necessari 30 uomini!); gli Allievi dormono ancora sulle amache che, oserei dire, quasi li cullano nelle poche ore di sonno concesse loro; i grandi lavori di manutenzione che vengono eseguiti ogni inverno presso l’Arsenale, sono talmente “antichi” che devono ancora esser fatti a mano dagli esperti arsenalotti; il clima di solidarietà che nasce a bordo, che fa sì che si creino spontanee delle “squadre di lavoro” per affrontare tutti insieme le stesse fatiche giornaliere; e tante altre grandi e piccole cose, la lunga storia e le tradizioni che contraddistinguono l’universo Vespucci.

In questo mio perseverare, (il motto della nave mi si addice: “Non chi comincia ma quel che persevera”), ho anche avuto l’onore ed il piacere di stringere la mano a qualcuno dei suoi Comandanti; persone, prima ancora che Ufficiali, veramente speciali. Dopo il primo nostro incontro (con il Vespucci) sono riuscita a salire ancora diverse volte a bordo, a visitare la nave dei miei sogni. Ogni volta era una occasione diversa, ed ogni volta è stata una emozione diversa. Una è stata più singolare delle altre. Nel 2006, grazie al Comandante C.V. Liorsi, e all’intervento di due amici, ho potuto imbarcarmi e navigare, anche se per un solo giorno, sul Vespucci, quel veliero che mi aveva affascinata fin da bambina. Sono onorata di aver potuto assistere alle indimenticabili manovre alle vele (solo dell’albero di trinchetto, ma ti assicuro che anche se è stato il “minimo”, è stata una cosa molto emozionante, unica, fantastica, indescrivibile, indelebile), ho potuto osservare quel lavoro preciso e coordinato dei nocchieri, necessario per aprire e serrare le vele, guidati ed accompagnati dal singolare concerto dei fischietti dei nostromi.

Ricordo ancora che, ad un certo punto, salendo sul castello, alzando per un attimo gli occhi, mi sono trovata proprio sotto il grande trevo di trinchetto e, con sorpresa, pur essendo rimasta a bocca aperta (per la meraviglia), pur essendoci il vento … l’aria mi mancava!

Mi piace spesso ripensarla, con la sua polena attenta, che guarda sempre avanti, lì che scivola dolcemente, silenziosamente, sull’acqua; qualche onda magari le sbatte contro, sento il rumore di quell’onda, che prova a pararsi davanti, ma lei procede imperterrita, sempre avanti … ed immagino il vento, quel vento che gonfia le sue immense vele … e la vedo che procede orgogliosa, fiera della sua bellezza e maestosità.

Ormai mi posso definire innamorata del Vespucci, perciò quando posso cerco di non farmelo scappare. Da poco, a conferma di questo, sono rientrata da Livorno, dove, grazie ad altri due amici, ho potuto incontrare nuovamente la mia nave preferita in due occasioni diverse. Ho potuto così assaporare ancora quell’atmosfera particolare ed unica presente a bordo e dalla quale credo che mai riuscirò a staccarmi.

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