Storia

Gli Ingegneri Navali della Marina Militare

di Gabriele Giorni

Gli Ingegneri Navali sono inseriti nel “Genio Navale” che è uno dei Corpi della Marina Militare ed è costituito unicamente da Ufficiali, provenienti per la maggior parte dai corsi dell’Accademia Navale oppure, in alcuni casi, selezionati da concorsi.

Il Genio Navale è preposto al mantenimento ed allo sviluppo del materiale navale della Marina Militare ed a tal fine gli Ufficiali prestano servizio sia in qualità di imbarcati sulle unità navali con incarichi di responsabilità via via crescenti sino all’assunzione della Direzione di Macchina, sia presso gli enti operativi e tecnici della Marina, in speciale modo gli Arsenali Navali (Stabilimenti di lavoro).

In termini di anzianità è il secondo Corpo, dopo quello di Stato Maggiore, e precede quello delle Armi Navali (Ingegneri Elettrotecnici, Ingegneri delle Telecomunicazioni).

Il Corpo ha un’esistenza di quasi 150 anni.   Nasce contemporaneamente alla Regia Marina, all’indomani della proclamazione del Regno d’Italia (17 marzo 1861), precisamente con un decreto di Vittorio Emanuele II datato 1° aprile 1861 proposto dall’allora Ministro della Marina Cavour che così potenziò il già esistente “Corpo degli Ingegneri Costruttori Navali della Marina del Regno di Sardegna” assegnando al nuovo Corpo “compiti di studio e progettazione di macchine e scafi”.  Parallelamente continuavano ad esistere il “Corpo di Ufficiali Macchinisti” provenienti dai Sottufficiali cui era affidata la condotta delle macchine ed impianti a bordo delle unità e gli “Ufficiali di Arsenale” cui era affidata la funzione di raddobbo e riparazione degli scafi/apparati motori.

Negli anni successivi seguirono numerosi “aggiustamenti” fino al 1926 (Ordinamento “Mussolini” legge 8 luglio 1926) quando furono riunificate, previa acquisizione della laurea in ingegneria navale e meccanica, le varie specializzazioni nel Corpo del Genio Navale il quale accentrò, pertanto, le funzioni di “progetto e di condotta degli apparati motori ed ausiliari a bordo delle navi.    Tale ultimo ordinamento, con le opportune e necessarie varianti che hanno tenuto conto dei cambi organizzativi della Marina e delle varie riforme universitarie, è tuttora in vigore e fissa, all’art.27, i compiti assegnati al Corpo.

Dal 1861 l’unica differenza esistente tra le uniformi degli Ufficiali dei vari Corpi della Marina Militare, è il colore della stoffa sotto i gradi: per il Genio Navale la stoffa è sempre stata il velluto color cremisi.

Nel 1973 avvenne l’unificazione della denominazione dei gradi di tutti i Corpi della Marina con l’eccezione, per il Genio Navale, dei due gradi apicali di Ammiraglio Ispettore (equivalente ad Ammiraglio di Divisione) ed Ammiraglio Ispettore Capo (equivalente ad Ammiraglio di Squadra);  fino alla riforma del 1973 i gradi degli Ufficiali GN avevano la stessa denominazione in uso nell’Esercito Italiano (il Tenente di Vascello (GN) si chiamava Capitano (GN) e così per gli altri gradi).

La storia di oltre un secolo di vita ed attività è piena di avvenimenti significativi che dimostrano l’insostituibile ruolo che il Corpo del Genio Navale ha avuto e continua ad avere nel contesto socio politico della Nazione e nella Marina Militare;    per citare alcune eccelse figure:

–         il Generale Ispettore Benedetto BRIN grande promotore riformista della Marina postunitaria, Ministro della Marina (cinque volte), Ministro degli Esteri (tra il 1892 ed il 1893), fautore che l’Accademia Navale divenisse l’Istituto di formazione unico per gli Ufficiali della Marina Militare; progettista di innovative unità navali apprezzate anche in campo internazionale;

–         il Generale Ispettore Umberto PUGLIESE entrato nella storia dell’ingegneria navale e della Marina Militare per l’importanza e l’originalità del suo lavoro: l’invenzione dei “cilindri assorbitori” (efficace sistema di protezione subacqueo delle navi da guerra contro i danni prodotti dai siluri), il progetto delle corazzate classe “Vittorio Veneto”, l’incarico di Presidente dell’Istituto Nazionale per gli Studi ed Esperienze di Architettura Navale con sede a Roma;

–         Vittorio Emilio CUNIBERTI studiò nell’ultimo scorcio del XIX secolo la possibile soluzione ottimale per migliorare l’efficacia bellica delle navi di linea diffondendo il concetto di una corazzata armata principalmente con cannoni da 305 mm ed azionata da turbine che le consentissero di sviluppare elevate velocità;

–         Cesare LAURENTI nel settore dei sommergibili inventore di un rudimentale apparecchio per l’esplorazione esterna e precursore del periscopio che venne sperimentato a bordo del primo battello italiano – il Delfino – e mostrato al pubblico all’Esposizione Internazionale di Milano del 1906;

–         Alessandro GUIDONI artefice di un progetto per la trasformazione del vecchio incrociatore Piemonte in nave appoggio idrovolanti in modo da permettere alla Marina l’impiego sul mare dei velivoli (la Marina fu la prima al mondo ad intuire il concetto di nave portaerei);

–         Pericle FERRETTI negli anni Venti progetto lo “schornkel” cioè lo strumento necessario ai sommergibili a ricaricare le batterie mantenendo il battello con i motori termici in moto a quota periscopica;

–         Teseo TESEI, Luigi RIZZO, Raffaele ROSSETTI, Nazario SAURO, Luigi Durand DE LA PENNE: medaglie d’oro al Valor Militare in epiche imprese nelle due guerre mondiali.

Il Corpo del Genio Navale è oggi coinvolto anche al di là dei tradizionali settori d’impiego tipici della realtà navale militare italiana.  Il percorso formativo e d’impiego e le attitudini peculiari consentono agli Ufficiali del Corpo di svolgere importanti funzioni quali la pianificazione finanziaria, i rapporti strategici con il mondo industriale, le scelte in materia di formazione e d’impiego del personale, la gestione delle unità e dei sistemi navali e lo sviluppo della cooperazione con forze navali e le organizzazioni internazionali d’interesse per l’Italia.

Un commento

  • Giorgio Giusti

    Sono un ex ETE 65 della MM proveniente da Marina di Campo (Elba), luogo natale di Teseo Tesei M.O.V.M. di recente ho pubblicato una ricerca su T.T. Eccellenza dell’ingegneria Navale del ‘900. Ho avuto la disponibilità grazie ai pronipoti di una serie inedita di lettere indirizzate a T.T. negli anni 1925-40 nei quali si incontrano le collaborazioni tecniche tra Ferretti, Accame, Petracchi, e Adalberto Mariano sul progetto del “Sommergibile Artico “, sarei interessato ad avere maggiori approfondimenti specialmente su Ferretti, Accame e Petracchi. Grazie per la collaborazione. G.G.

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