Marinai

Gino Birindelli

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Quest’articolo è dedicato a colui che verrà ricordato dagli equipaggi per aver difeso, in ogni occasione, il personale della Marina Militare. Racconteremo ai posteri di quando, nel 1970, in qualità di Comandante in Capo della Squadra, in occasione della visita a bordo di Nave Garibaldi dei parlamentari dell’allora Commissione Difesa, dopo averli ricevuti con i dovuti onori li suddividesti per le varie navi (alla fonda nel porto di Cagliari) impartendo l’ordine ai Comandanti di tenerli prevalentemente nei locali macchine e caldaie.

Questi “…signori” dopo quattro ore di navigazione con mare forza 2/3 furono riportati su nave Garibaldi per la conferenza stampa di rito. All’arrivo dell’Ammiraglio Birindelli si inalberarono tutti per il trattamento ricevuto. L’Ammiraglio, di rimando, rispose: “queste sono le migliori condizioni in cui voi Parlamentari fate vivere i Militari in particolare i Marinai.” Da quel momento ci furono una serie di adeguamenti economici e, soprattutto, il riconoscimento di un lavoro particolare a cui bisognava e bisogna riconoscere un trattamento diverso dai pubblici dipendenti (… intelligenti pauca!).

GINO BIRINDELLI

Nasce a Pescia (Pistoia) il 19 gennaio 1911. Nel 1925, appena quattordicenne, lascia il Collegio degli Scolopi di Firenze ed entra nella Regia Accademia Navale di Livorno, da cui esce con il grado di Guardiamarina del Corpo di Stato Maggiore nel 1930. Inizia così una lunga e brillante carriera che lo porta ad essere imbarcato su varie unità di superficie e sommergibili della Regia Marina, tra cui si ricordano l’incrociatore “Ancona”, la corazzata “Andrea Doria”, i cacciatorpedinieri “Quintino Sella”, “Confienza”, “Monzambano” e “Giovanni Nicotera” e i sommergibili “Santarosa”, “Naiade”, “Foca” e “Domenico Millelire”. Promosso Sottotenente di Vascello nel 1931 e Tenente di Vascello nel 1935 assunse successivamente, nel 1939, il comando dei sommergibili “Dessié” prima e “Rubino” poi. L’intensa attività conseguente ai propri impegni marinari non gli impedisce di dedicarsi comunque allo studio: nel 1937, infatti, si laurea in Ingegneria Civile presso l’Università di Pisa. Nel settembre 1939 viene destinato a La Spezia alla Squadriglia MAS per iniziare l’addestramento sui mezzi d’assalto insieme ad altri famosi personaggi quali Teseo Tesei, Elios Toschi e Luigi Durand de la Penne, tanto per citarne alcuni. Inizia così a manifestarsi quella tempra eccezionale di uomo e combattente che lo ha contraddistinto per l’intero arco della sua vita fino a fargli assumere i contorni dell’eroe. L’intensa attività portata avanti alla Bocca del Serchio, luogo deputato a tale tipo di operazioni, gli causa anche problemi fisici: l’ossiggeno dei respiratori gli brucia infatti un polmone nel corso degli allenamenti, ragion per cui viene ricoverato nell’ospedale di Massa, da dove peraltro scappa per rientrare subito a Bocca del Serchio, riuscendo a convincere il Comandante, Ajmone di Savoia, a mantenerlo in servizio. Prende parte attivamente alla prima spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Alessandria (Operazione G.A.B1) nella quale viene decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare “sul campo” per il comportamento dimostrato a bordo del sommergibile “Iride” sottoposto ad attacco aereo nel Golfo di Bomba.

Nell’occasione si tuffava per cinque volte consecutive per portare in salvo un marinaio di leva dell’equipaggio del sommergibile intrappolato nel battello in fase di affondamento. Rientrato in Patria prende parte alla prima e alla seconda spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Gibilterra (Operazioni B.G. 1 e B.G. 2); nel corso della seconda spedizione, a causa dell’avaria al proprio mezzo, è costretto ad affondarlo, venendo successivamente catturato e fatto prigioniero dagli inglesi. Per questa azione viene decorato Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nei venti mesi successivi rimane prigioniero negli ospedali inglesi ed americani finché, alla fine del 1943, dopo l’armistizio, il Governo Italiano di Badoglio lo fa rimpatriare. Nel 1944 viene promosso Capitano di Fregata ed assume l’incarico di Sottocapo di Stato Maggiore dell’Ispettorato Generale MAS, partecipando alla Guerra di Liberazione con mezzi di superficie lungo le coste albanesi ed jugoslave. Le proprie condizioni di salute, però, lo costringono nuovamente ad un lungo ricovero in ospedale. Al termine delle ostilità assume il Comando del Battaglione San Marco e, successivamente, gli viene assegnato l’incarico di Comandante in Seconda della corazzata “Italia”, durante il periodo di internamento ai Laghi Amari in Egitto. Successivamente viene assegnato al Centro Subacquei, gruppo composto per la massima parte da sommozzatori già facenti parte dei mezzi d’assalto, con l’incarico di procedere allo sminamento dell’Alto Adriatico. Proseguendo in carriera frequenta l’Istituto di Guerra Marittima e successivamente assume il Comando prima della 3^ Squadriglia Corvette poi della 3^ Squadriglia Torpediniere. Promosso Capitano di Vascello nel 1952 assume incarichi prestigiosi, tra i quali si ricordano il Comando del Centro Subacquei ed Incursori del Varignano a La Spezia ed il Comando dell’incrociatore Raimondo Montecuccoli con il quale, dal settembre 1956 al marzo 1957, effettua una crociera di circumnavigazione del globo che lo porta a toccare 34 porti di quattro continenti. Viene promosso Contrammiraglio nel 1959, nel cui grado viene prima destinato presso il Centro Alti Studi Militari, assumendo poi nel tempo gli incarichi di Capo di Stato Maggiore Aggiunto del Comando della Squadra Navale e di rappresentante del Comando delle Forze Alleate del Mediterraneo presso il Comando delle Forze Aeree Terrestri del Sud Europa, venendo infine destinato presso lo Stato Maggiore della Difesa. Nel 1962 viene promosso Ammiraglio di Divisione, nel cui grado comanda la 1^ Divisione Navale, nel 1966, promosso Ammiraglio di Squadra, viene chiamato a ricoprire i prestigiosi incarichi di Direttore Generale del Personale della Marina, di Comandante in Capo della Squadra Navale ed infine di Comandante Navale Alleato del Sud Europa, prima a Malta e poi a Napoli. Viene eletto Deputato al Parlamento nella VI Legislatura, dal 1972 al 1976, ed il 15 dicembre 1973 si congeda dalla Marina, circondato dall’affetto e dall’ammirazione di tanta gente, ma soprattutto di coloro, in Marina, per i quali si è sempre battuto. Gli vengono attribuiti riconoscimenti prestigiosi tra i quali, recentemente, l’intitolazione alla sua persona di un padiglione al Museo di Eden Camp, in Inghilterra, ove è posto un esemplare di “Siluro a lenta corsa”, quel maiale con il quale aveva tanto combattuto e tanto si era distinto proprio contro gli inglesi nella Seconda Guerra Mondiale. E’ Morto al policlinico militare del Celio, a  Roma, il 2 agosto 2008. I funerali si sono svolti, presso la caserma Grazioli Lante, il  5 agosto 2008.

ONORIFICENZE

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al “Merito della Repubblica Italiana”;

Medaglia d’Oro al Valor Militare;

Medaglia d’Argento al Valor Militare;

Croce al merito di Guerra;

Campagna di Guerra 1940-44 e 1945;

Medaglia Commemorativa per i volontari della seconda guerra mondiale;

Nastrino di Guerra 1940/43 con numero uno stelletta;

Nastrino di Guerra 1943/45 con numero due stellette;

Ufficiale dell’Ordine della “Corona d’Italia”;

Medaglia Mauriziana al “Merito di dieci lustri di carriera militare”;

Medaglia d’Oro per “Lunga Navigazione nella Marina Militare” (20 anni);

Croce d’Oro con stelletta per “Anzianità di servizio” (40 anni)

Commandeur dell’Ordine di Dannebrog conferitagli da S.M. il Re di Danimarca;

Distintivo per il personale dei Reparti d’Assalto;

Distintivo d’Onore per il personale già destinato presso COMSUBIN;

Distintivo d’onore di ferito in Guerra.

IL SUO TESTAMENTO SPIRITUALE

Prima e più che da un volo in altri cieli. L’immortalità dell’anima è costituita dalla risonanza che, a somiglianza delle onde create dalla pietra gettata nell’acqua ferma del lago, “l’elevato sentire” genera e che, a differenza di quelle, dura sempre.A me che fui il primo diretto comandante di quel pugno di uomini, e che presi parte alle tante discussioni, non risulta difficile indicarne i punti salienti:

–         Lo scopo della vita è creare, fare, dare. L’azione è gioia dello spirito.

–         Non chiedere mai alcunché ad alcuno se non a te stesso. Chiedi al tuo Dio solo e sempre la forza di “non chiedere”, ma ringrazialo continuamente per ciò che sei stato capace di fare.

–         La forza più grande dell’uomo è la volontà, quella che permette di “strappare le stelle dal cielo”, di porre “il cielo come solo limite alle proprie capacità ed aspirazioni”, quella che spinge l’handicappato a  cimentarsi nell’agone sportivo, a rendersi autosufficiente con il lavoro.

–         Assisiti senza fine chi si impegna con perseverante sacrificio all’elevazione materiale e spirituale propria ed altrui. Ogni atto di solidarietà che proponi sia, prima di tutto ed in buona misura, a tuo carico.

–         Una più grande Famiglia donataci da Dio. Questa è la patria e ad essa – come tale – si devono dedizione e devozione assolute.

–         La Civiltà è il rispetto si se stessi, degli altri, delle altrui opinioni. La Cultura ha lo scopo precipuo di incrementare il grado di Civiltà degli individui.

–         La Libertà e la Pace sono – solo e sempre – il prodotto dell’impegno duro, indefesso, doloroso degli uomini di buona volontà. La costruzione umana su cui si poggia la Pace ha, come chiave di volta, la Giustizia; quella su cui poggia la Libertà ha il Coraggio.

–         Il coraggio vero, quello che conta, è il Coraggio Morale. Esso deriva dall’onestà, dal senso del dovere, dall’impegno con se stesso a tutelare i diritti umani di tutti.

–         La forza dell’Amore è immensa ed immensamente benefica se ogni suo atto è ispirato e strettamente legato al rispetto della Legge degli uomini onde esso non degeneri in mollezza o, addirittura, in acquiescenza alla sua violazione. Tutto ciò  che, nell’empito di Amore, viene dato a qualcuno in termini di tolleranza o perdono è, infatti, sottratto surrettiziamente e definitivamente alla cogenza della norma su cui si basa l’ordinata convivenza della società civile.

–         “In medio stat virtus” è saggia norma di vita ma la realizzazione della  “medianità virtuosa” si  deve ottenere solo e sempre attraverso la pratica del precetto si-si/no-no, del confronto con l’opposto, della competizione, mai con il compromesso. La competizione leale consente infatti di evitare lo scontro crudele; impedisce che la Pace degradi nel nirvana.

–         Solo là dove ogni atto è ispirato a vivo senso di responsabilità ci può essere ordine e democrazia.

26 commenti

  • Alfredo Pezzuti

    Ho avuto l’onore ed il piacere di conoscerlo negli anni 1964/66 come C°della 2^div.Navale imbarcata su nave VESUVIO ,io su NAVE CIGNO.Uomo austero,incuteva grande soggezione ma anche grande sicurezza.Colonna della Marina Militare in quegli anni . Ciao Ammiraglio

  • Gino PARISI

    L’Introduzione non mi risulta,al salto di Quirra appena dopo i “tiri” tutta la Squadra navale volse al traverso di Ostia (ero C° Centrali Elettriche) ed eravamo in assemblea generale sul GARIBALDI quando venne prelevato dall’elicottero x Roma ed al suo rientro (stesso mezzo) sempre in assemblea generale(Com.te C.V. M.O.V.M. Antonio SCIALDONE) ci disse: “CONTINUATE A LAVORARE COME AVETE SEMPRE FATTO PERCHE’ C’E’ CHI PENSA A VOI”.Al rientro a Taranto il Garibaldi venne messo in disarmo (1970)-Uno degli ultimi superstiti della leggendaria 10^ MAS-Morto a Roma il 2 agosto 2008-Conoscerlo è stato un privilegio ed un onore navigare con Lui. Un ricordo indelebile x
    la sua “elevatura” e x la sua immensa “generosità”

  • Giovanni ALTIERI

    Marinaio di cui si raccontano la vita e le gesta e si continua a far rivivere l’assenza totale perché è comodo che sia così. Ci saranno altri uomini pronti a tutto come il toscano Birindelli? Sì. Dobbiamo solo attendere che gli ammiragli tolgano il culo dalle poltrone politiche e i politici dalle tasche dei militari. Solo là dove ogni atto è ispirato a vivo senso di responsabilità ci può essere ordine e democrazia

  • ruggero 025371/Vol.62

    …pur da semplice sottocapo furiere (1964) ricordo una persona unica nella sua umanità, autorevolezza e signorilità. Un onore essere al suo servizio. Grazie Ammiraglio !

  • maurizio tonazzini

    Grande Comandante grandissimo Uomo, scomodo per i vertici militari di allora. Ma ha sempre ” tirato diritto ”
    pensando solo al bene della Marina.
    Onore all’Ammiraglio
    il sottoscritto su nave Margottini a Cagliari nel 1970.

  • giulio

    Grandissimo Uomo,sempre al fianco del Nostro Corpo, c’ero a Cagliari nel porto sul Smg. 507 glorioso…..lo ricordero’ sempre ……..

  • Fabrizio

    non credo che nel tempo attuale e ad avvenire ci sarà oramai un uomo come lui ed ho molto da dimostrare in proposito!

  • Pietrino Pisanu - C° 2^Frc. 65VO475M Prov. Cagliari

    Ho conosciuto personalmente l’Ammiraglio Birindelli nel 1970 o 71 a La maddalena, in assemblea alla Bastianini. Ricordo che parlò di aumenti di stipendi per tutti, perchè quello che prendevamo era un’elemosina. Mi rimase impresso nella mente alcune parole, ove diceva che se il governo non gli avrebbe dato ascolto, “saremmo passati dall’altra parte”. Ci diede un forte coraggio ed un immenso orgoglio di appartenere alla Marina Militare, ma sempre in onore della Patria. Grazie per l’onore di averla conosciuta.

  • Rocco

    L’ho visto e sentito una sola volta, Caserma “Farinati” del Comando Sommergibili, senza amplificazione, una voce possente, decisa, contenuti eccelsi. mi fece vibrare il sangue, come adesso nel conoscere il suo curriculum. Grande Uomo e grande Eroe. Riposi in pace.

  • vincenzo

    nel 1956 ho avuto il piacere di sentire i suoi ordini tramite WHF in una esercitazione interforce ,quando senza tanti fronzoli ci ordinava di utilizzare, nelle comunicazioni terminologia italiana…un mito

  • Rolando

    Imbarcato su Nave Virginio Fasan quando portò i giornalisti a bordo di Nave Garibaldi, ci fu una bella mareggiata non mare forza 2 o 3 a bordo del Fasan normalmente con mare forza 4 si facevano operazioni di volo con l’AB204AS appena imbarcato invece per quelle esercitazioni dovemmo ricoverare l’elicottero in hangar ma le esercitazioni continuarono e i giornalisti ebbero l’opportunità di vedere e provare la vita e le condizioni in cui lavoravano e operavano gli Equipaggi della nostra Marina Militare. Geniale Grande Ammiraglio Gino Birindelli molte gnerazioni di Marinai e di Militari devono a “TE” molto sia da un punto di vista “Normativo ed Economico” Ti siamo grati in eterno.

  • domenico

    c’ero anch’io a cagliari e sentii per la prima volta, da parte dei colleghi più anziani di me, parlare di un superiore con le lacrime agli occhi ma felici perchè davvero in quella grande famiglia che è sempre stata la Marina Militare, qualcuno pensave all’interesse collettivo e non solo al proprio. Un grande uomo, perciò un grande ammiraglio. che la terra ti sia lieve.

  • Giraldi

    nel 1956 l’allora CV Gino Birindelli Comandante dell’incrociatore leggero Raimondo Montecuccoli, con lui ero a bordo per il “giro del mondo”.
    Per chi ne sa più di me, sarebbe da raccontare le vicenda con dom Mintoff (Malta) 1968. Fu prelevato in mare da elicottero, portato a Roma e non fece più ritorno, giocandosi la nomina a Capo di Stato Maggiore della Marina. a cui Birindelli teneva moltissimo; fu boicottato per fatti che sarebbe bene portarli a galla.

  • Palmiro

    Viene eletto Deputato al Parlamento nella VI Legislatura…………perché avete omesso ……nelle fila del MSI Destra Nazionale figlio dell’ex Partito Nazional Fascista? Per pudore?

  • gennaro febbraro

    Io ero uno dell’equipaggio ne sara’ sempre fiero. Ho avuto la fortuna di conoscerlo. Bravo Ammiraglio.

  • gennaro febbraro

    Io ero uno dell’equipaggio ne saro’ sempre fiero. Ho avuto la fortuna di conoscerlo. Bravo Ammiraglio.

  • Gradin Alberto

    Quando l’ho conosciuto ed ho iniziato a frequentarlo, aveva quasi 80 anni ma una freschezza ed una capacità intellettuale neppure scalfita ! Una mente integra, capace di trasmettere agli altri quell’amore per la Patria e per la Marina di cui solo un Eroe può essere capace, un Comandante, un padre, un maestro, una leggenda vivente ! Lo guardo nelle foto del mio studio ed è ancora presente nella mia vita, e lo sarà sempre finche avrò un attimo di respiro !

  • G.franco falcione

    Non so dove vuoi andare a parare ma dal nome capisco tutto per cui penso sia utile da parte mia un bel ” vai a farti FOTTERE COGLIONE”

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